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La riduzione delle emissioni fuggitive di metano rappresenta un fronte strategico per la realizzazione degli obiettivi climatici a livello globale in quanto, proprio per attuare un’efficace transizione energetica, il gas dovrà progressivamente sostituire i combustibili fossili più inquinanti accompagnando la diffusione delle fonti rinnovabili per la generazione di energia elettrica.
Senza nulla togliere agli obiettivi per lo sviluppo di energie rinnovabili, che anzi sono stati incrementati rispetto al PNIEC 2019, il vero jolly dell’aggiornamento 2023 del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima è il gas naturale, che oltre a favorire il phase out dal carbone senza compromettere gli obiettivi di sicurezza energetica, diviene strumento per fondamentale per restituire all’Italia centralità in Europa per quel che riguarda gli approvvigionamenti di energia.
Lo shock legato al tentativo di golpe, materializzatosi in Russia il 24 giugno, ha investito i mercati di energia e gas? Il gruppo paramilitare Wagner, noto per le sue efferatezze, per gli innumerevoli interessi africani (Sudan, Mali, Repubblica Centrafricana) e, al contempo, per la relativa efficacia in combattimento sul fronte ucraino, ha inaspettatamente dichiarato un’insurrezione militare contro il ministero della Difesa e lo Stato Maggiore dell’Esercito, contro i quali era ai ferri corti da mesi nel quadro di fortissime rivalità e accuse di boicottaggio circa i rifornimenti militari necessari.
The Russian invasion of Ukraine has triggered renewed focus on the use of energy resources as geopolitical “weapons.” The experiences for oil and natural gas — Russia’s two main energy exports, and the leading energy sources for the EU and U.S. — have followed distinctly different paths. Most markedly, Russia has tried to use the EU’s dependence on its natural gas exports to make the latter less supportive of Ukraine.
L'invasione russa dell'Ucraina ha rinnovato l’attenzione sull'uso delle risorse energetiche come "armi" geopolitiche. Il petrolio e il gas naturale - le due principali fonti di esportazione di energia della Russia, nonché le principali fonti energetiche per l'UE e gli Stati Uniti, – nello scontro fra le parti sono state utilizzate in modo differente. In particolare, la Russia ha cercato di sfruttare la dipendenza dell'UE dalle sue esportazioni di gas naturale per indebolire il supporto comunitario a Kiev, mentre, a loro volta, l’UE, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno utilizzato sanzioni petrolifere nella speranza di limitare le azioni militari di Mosca in Ucraina.
In the ever-evolving landscape of European energy security, Ukraine has emerged as a central figure, transcending its traditional role as a gas transit corridor. As the expiration of the gas transit contract in 2024 looms, it is crucial to recognize Ukraine's other invaluable assets and contributions to safeguarding Europe's energy landscape.
Nello scenario in continua evoluzione della sicurezza energetica europea, l’Ucraina costituisce uno snodo chiave, al di là del suo ruolo tradizionale di paese di transito del gas. Per tale motivo, visto l’approssimarsi della scadenza del contratto di transito del gas russo del 2024, diventa cruciale il riconoscimento degli asset ucraini e il suo contribuito nel salvaguardare il panorama energetico europeo.
In un momento di crisi come quello che stiamo vivendo a causa del protrarsi del conflitto tra Russia e Ucraina, che ha privato l’Europa di una delle sue fonti principali di approvvigionamento del gas naturale, merita rilevare il ruolo pivotale che Mosca ricopriva per l’Europa, esportando il 41% del metano di cui il Vecchio Continente aveva bisogno. Da qui un evidente problema di diversificazione delle forniture.
Un anno e mezzo, 93 miliardi di euro e un rigassificatore galleggiante più tardi, l’Italia del “dopo Ucraina” assomiglia ancora molto, forse troppo, all’Italia del “pre-Ucraina”. Con una cruciale differenza: la sicurezza energetica è tornata a essere uno dei fattori che, nella testa dei decisori politici e dunque anche degli imprenditori, condizionerà le scelte di politica energetica negli anni a venire. In questi mesi l’Italia sta entrando in una fase di transizione, che segna il passaggio da una fase di crisi acuta a una di cambiamento strutturale e riassestamento economico.
A livello comunitario, dopo tanti anni di scenari errati, assunzione di obiettivi sulla decarbonizzazione caratterizzati dalla costante assenza di analisi di fattibilità e di impatto economico e sociale, sta spirando una ventata di moderato pragmatismo. Ventata cui innegabilmente sta contribuendo il governo italiano. Pragmatismo che ha trovato nella guerra russo-ucraina un humus fertile per attecchire. Le tensioni sul mercato del gas, è bene ricordarlo, emergono nella seconda metà del 2021, frutto di un disallineamento tra domanda ed offerta per esplodere, come noto, con lo scoppio della guerra russo-ucraina.