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Prezzi carburanti: un inutile polverone

L’aumento dei prezzi dei carburanti, al di là delle forti polemiche che ha sollevato, costituisce un’importante occasione per riflettere su una questione rilevante per il paese. Si tratta però di un argomento complesso che esula dal contingente e che andrebbe trattato tenendo conto della strategicità e rilevanza del downstream petrolifero per la sicurezza energetica nazionale. Da qui muove la necessità di una riforma strutturale del sistema fiscale, accise comprese, che favorirebbe un maggiore sviluppo dei low carbon fuels e di una maggiore attenzione al comparto della raffinazione, che ci consente di non essere totalmente dipendenti dall’estero. Di questi aspetti ne abbiamo discusso approfonditamente con Claudio Spinaci, Presidente Unem.

Aumento dei carburanti: un rimpallo di responsabilità

Che con l’eliminazione degli sconti sulle accise i prezzi dei carburanti potessero subire un rialzo era prevedibile; quel che non ci si poteva aspettare era la conseguente onda mediatica. Accuse di speculazione mosse dal Governo, poi leggermente ridimensionate, appello dai parte dei gestori, approvazione in tempi record di un Decreto Trasparenza. Abbiamo cercato di ripercorrere i principali eventi di questi ultimi giorni con il Presidente di Assopetroli-Assoenergia Andrea Rossetti che ci ha esposto, con chiarezza e dettaglio, le sue ragioni e le sue perplessità sul nuovo Decreto.

La deriva repressiva contro i gestori che nasce da una fake news

Accise e prezzi: vicenda davvero paradossale. Innanzitutto, nata da una bufala, cioè che i prezzi fossero arrivati a 2,5 euro/litro misurati non si sa dove, dal momento che anche i dati di picco (isola di Vulcano, La Maddalena, autostrada) erano ancora lontani 10-20 centesimi da quel livello. I media ci si sono gettati sopra senza verificare alcunché sull’onda emozionale dell’aumento delle accise (nelle situazioni di picco i prezzi erano alti anche prima dell’aumento delle accise, il Ministero ha tutti i dati per confermarlo). A oggi i prezzi sono aumentati in tutta la rete di 0,180 euro/litro e di 0,157 sulla rete autostradale rispetto alla fine di dicembre, con le accise cresciute di 0,183; nel frattempo la quotazione dei raffinati è cresciuta di 0,052 per la benzina e di 0,015 per il gasolio. Questa è la verità e anche su questo il Ministero ha i dati.

La polemica sui prezzi e le strumentalizzazioni politiche

Le recenti polemiche sulla speculazione dei prezzi dei carburanti, sfociate nel DL Trasparenza, evidenziano le molte criticità del sistema.  Partiamo dalla speculazione che è stata denunciata anche da fonti autorevoli. I dati ufficiali diffusi dai Ministeri competenti e dall’Osservatorio prezzi dei carburanti, oltre che da Mister Prezzi, ci dicono che sui punti vendita carburanti non si è consumata alcuna speculazione. In occasione del taglio delle accise adottato nel mese di marzo scorso e in occasione del ripristino delle stesse nel mese di dicembre 2022 e di gennaio 2023, le gestioni hanno adottato puntualmente la variazione di accise, senza alcun intervento ulteriore sui prezzi. 

Di cosa parliamo quando parliamo di prezzi dei carburanti

Con il ritorno all’accisa piena dal primo gennaio si è alzato un polverone sui prezzi dei carburanti. I dati dicono che l’aumento dei prezzi rilevato è esattamente uguale all’aumento delle accise e che quindi non ci sono elementi per parlare di “speculazione”. Nonostante questo, il governo è intervenuto la scorsa settimana con un decreto-legge, introducendo tra l’altro nuove misure sulla comunicazione dei prezzi.

Carburanti: cronaca di un anno di interventi sui prezzi

C'è voluto poco, meno di un mese da quando la Russia ha invaso l'Ucraina, perché il governo italiano introducesse uno sconto sulle accise dei carburanti. Quasi un anno dopo e dopo un cambio di esecutivo, questo sconto non esiste più e oggi i riflettori sono accesi su cosa succede ai prezzi alla pompa, mentre sullo sfondo si consuma lo scontro tra i benzinai e il nuovo governo.

The Iberian energy price cap and its impact

In June 2022, the Spanish government (along with that of Portugal) introduced a cap on the price of gas that enters the generation of electricity. The measure was taken after a long period of negotiations with the European Commission, since it represented an exception vis-à-vis the internal market, thereby requiring prior agreement within the EU.

Germany the price brakes on gas and electricity

Germany’s so-called national “price brakes” on gas and electricity agreed at the end of 2022 are the single largest financial support measure the country has taken so far to shield energy customers from skyrocketing prices in the wake of Russia’s war on Ukraine. Contrary to the EU-wide gas price cap, the German subsidy does not set a ceiling for purchases on international markets but rather ensures that customers can cover most of their demand at a fixed rate if market prices exceed a certain threshold.

Il gas dopo la Russia

Due anni fa (11 gennaio 2021) ICE/TTF quotava il gas a poco più di 17 €/MWh. Il 22 dicembre dello stesso anno ha superato i 130. Una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina (17 febbraio 2022) era tornato poco sopra i 64 Euro. L’invasione all’inizio lo fa salire ma non troppo. Poi il 3 Marzo schizza a quasi 133; si prende un breve riposo e poi (7 luglio) rischizza oltre i 180. Ad agosto più che schizzare esplode. Il 26 del mese segna 342,864. Poi comincia a scendere, con un piccolo rimbalzino (ma proprio piccolo) in coincidenza con l’esplosione di Nord Stream 1 e 2.

Price cap: non ci sarà modo di testare una misura “potenzialmente” dannosa

Tra poche settimane, il 15 febbraio, entrerà in vigore il famigerato price cap sul gas. Potremo forse scoprire se avevano ragione i fautori di tale misura, secondo i quali esso consentirà di tagliare le unghie alla speculazione, oppure i critici, convinti che mettere un tetto al prezzo possa esacerbare la scarsità di gas e compromettere la già precaria sicurezza degli approvvigionamenti. È più probabile, però, che saremo costretti a tenerci il dubbio ancora per un po’. L’andamento attuale dei prezzi – nel momento in cui scriviamo questo articolo, le quotazioni al TTF veleggiano al di sotto dei 70 €/MWh – è ben lontano dalla soglia oltre la quale scatta il “meccanismo di correzione del mercato” su cui Consiglio e Commissione Ue hanno trovato il compromesso politico lo scorso 19 dicembre.

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