La marcia dei mercenari Wagner su Mosca ha aperto le porte ad un nuovo capitolo, quasi inedito finora, della politica russa. Evgenij Prigozhin, noto come l'ex "cuoco di Putin" e fondatore della compagnia di mercenari Wagner, è riuscito ad ottenere di mettere sotto pressione il Cremlino: ha apertamente criticato il ministro della Difesa Sergej Shoigu e il capo di Stato Maggiore Valery Gerasimov, oltre che esporre quelli che, secondo lui, sono gli errori russi nella guerra in Ucraina.
La fatidica goccia sarebbe stato il tentativo del Ministero della Difesa di stabilire un certo ordine tra gli uomini della Wagner in Ucraina, richiedendo loro di firmare un contratto. Questa richiesta aveva provocato la collera di Prigozhin, il quale, forte di un ipotizzato sostegno di alcune figure di alto livello a Mosca, si è spinto a fare qualcosa che sembrava impossibile fino a qualche mese fa.
A sole poche ore dalla rivolta e una volta ristabilito l’ordine, Putin ha cercato di mostrare che la situazione fosse già saldamente sotto il suo controllo. Ma non tutti ne sono convinti: nonostante a Mosca le misure di sicurezza speciali siano state revocate e il Ministro della Difesa Sergej Shoigu sia riapparso in pubblico, alcuni esperti parlano di un possibile scontro per il controllo del potere in Russia. L’avventura della Wagner, nonostante i pochi risultati concreti, ha mostrato come la situazione sia tesa su vari livelli della verticale del potere russo. Inoltre, il fatto ha rappresentato probabilmente la vera prima sfida interna al governo di Putin dai primi anni del suo mandato, quando si era dovuto occupare di stabilizzare la situazione nel Caucaso.
È presto per dire se in Russia stia nascendo un centro di potere alternativo, basato sulla forza militare, su uno o più eserciti privati, anche considerando che da anni si afferma che vari siloviki siano sul punto di ribellarsi a Putin, senza che alcun movimento reale venga registrato. Tuttavia, una sfida così aperta non si era mai vista. Il controllo indiscusso di Putin era fondato sulla verticale del potere che aveva costruito nel corso di un quarto di secolo. Questo sistema, quasi zarista, si basava sulla legittimità, il potere e il denaro che derivavano direttamente dal Presidente. I membri dell’élite dirigente ottenevano le loro posizioni grazie al favore che ricevevano dal leader supremo. Ora personalità vicine al Presidente vengono arrestate e interrogate. Non è la prima volta, ma il fatto che Surovikin, vicecomandante dell’esercito russo in Ucraina, sia stato accusato di aver partecipato alla “cavalcata wagneriana” di fine giugno rivela crepe interne al Cremlino. Non è chiaro se Surovikin sia stato effettivamente incriminato o dove sia attualmente detenuto, ma potrebbe essere stato arrestato perché si ritiene che fosse a conoscenza del piano di Prigozhin di organizzare la rivolta. Prigozhin, a sua volta, aveva espresso opinioni positive su Surovikin, mentre aveva criticato gli altri alti ranghi militari del Paese, con i quali era in conflitto da tempo. Prigozhin, inoltre, aveva suggerito che Surovikin sostituisse il generale Valery Gerasimov come Capo di Stato Maggiore.
Quali conseguenze sulla guerra in Ucraina? La misurazione del malcontento popolare in un regime in cui il governo controlla completamente i media e reprime le manifestazioni di dissenso non è facile. Tuttavia, al momento non si osservano segni di protesta aperta, tantomeno di una guerra civile imminente in Russia.
Tuttavia, l’episodio della Wagner potrebbe avere conseguenze significative, causando un notevole indebolimento sia per Putin che per i vertici militari. Questa situazione potrebbe incoraggiare gruppi di opposizione, sia interni che esterni al regime, a sfidare apertamente la presidenza – sempre che ne esistano di sostanziali. Inoltre, la possibilità di nuove sconfitte militari in Ucraina rappresenta una minaccia per la stabilità del regime e qualsiasi tentativo di reclutamento per contrastare l'offensiva ucraina potrebbe avere conseguenze negative impreviste. In un sistema che misura il potere dalla quantità di paura che può incutere, il “cuoco di Putin” che dice di no al suo superiore rappresenta una sfida enorme al potere del Cremlino.
Gli ucraini rivendicano progressi militari a Bakhmut e nel Sud, anche se ammettono che l'offensiva è più complessa di quanto previsto. Mosca nega la necessità di una nuova mobilitazione di riservisti, nonostante ci fossero ipotesi in tal senso. Secondo le fonti, il ritiro della Wagner non influisce sul potenziale dell'Armata. Tuttavia, è ancora troppo presto per avere una chiara visione delle conseguenze della rivolta e del suo impatto sul campo di battaglia.
Kiev ottiene benefici ogniqualvolta la Russia si dimostra debole o disorganizzata. Per attirare il supporto degli occidentali, l’Ucraina deve mostrare Mosca come un regime corrotto e dilaniato dalle divisioni interne. Il vero punto di domanda è capire quanto l’assenza dei mercenari, esperti e temprati combattenti, possa influenzare la tenuta russa. Sicuramente la diminuzione di forze non è una buona notizia per la Russia: allo stesso tempo, la scossa potrebbe portare a nuove evoluzioni sul campo di battaglia. Molto dipende da come reagiranno i generali russi e come si riorganizzeranno. Per i Wagner, nel frattempo, è stata annunciata la sospensione della campagna di reclutamento di mercenari, motivata con l’abbandono del fronte ucraino e il trasferimento in Bielorussia.
I prossimi appuntamenti internazionali, così come gli sviluppi che si registreranno in altre parti del mondo dove la Russia è presente più o meno ufficialmente, saranno essenziali per valutare la reale tenuta del potere al Cremlino: Putin parlerà presto al vertice dell’Organizzazione per la cooperazione di Shangai (SCO), che raccoglie molti Paesi il cuore dell’Asia centrale. Un’analisi del suo discorso ci potrà dare qualche informazione sul clima interno al Cremlino, nonostante il consueto ermetismo putiniano. Così come i prossimi movimenti dei governi e dei gruppi armati che in Africa (ma non solo) contavano sui miliziani della Wagner.