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Quanto costa alla Russia la politica sanzionatoria europea?

È passato quasi un anno da quando la Russia ha iniziato l’invasione dell'Ucraina, decine di migliaia di persone hanno perso la vita e milioni di persone hanno dovuto lasciare le loro case. Questi mesi sono stati caratterizzati da un’escalation militare, finanziata da Mosca attraverso gli introiti derivanti dalle esportazioni di combustibili fossili.

Fino alla fine del 2022, sembrava che la Russia stesse vincendo la sua scommessa di fare della dipendenza europea un’arma di guerra: era, infatti, riuscita, a manipolare i mercati del gas, del petrolio e del carbone determinando un aumento record dei prezzi e conseguentemente una crescita significativa delle entrate fiscali per il paese.

Russia: come bypassare i divieti

Sono quasi due mesi che le importazioni di greggio via mare dalla Russia verso l’Unione Europea si sono ufficialmente interrotte (con l'eccezione della Bulgaria), mentre mancano pochi giorni all'entrata in vigore dell’embargo sulle importazioni di prodotti petroliferi. Il sistema di sanzioni limita anche l'uso di navi, assicurazioni e altri servizi dell'UE legati alle esportazioni di petrolio russo a terzi. I paesi del G-7 e altri partner stanno implementando simili misure.

L’impatto delle sanzioni su noli, rotte e navi cisterne

L’impatto che le sanzioni ai prodotti petroliferi avranno sui noli dipende da tantissimi fattori, molti dei quali pressoché imponderabili. Ecco perché, le previsioni su come andrà il mercato cisterniero relativo al naviglio atto al trasporto di oil product dopo il prossimo 5 febbraio vanno valutate tenendo a mente la conclusione alla quale giungeva Doris Day cantando la celebre “Whatever will be, will be”. Ossia, the future is not ours to see. Però, se la sorte non provocherà eccessivi imprevisti e ci s’accontenta di ragionare in termini di trend, non è proprio vero che the future is not ours to see.

Italia: l’impatto dell’embargo sui prodotti raffinati russi

L’embargo petrolifero alla Russia si pone il duplice obiettivo di ridurre i ricavi petroliferi della Russia senza fermarne però le esportazioni, evenienza quest’ultima che avrebbe impatti di mercato indesiderati. Si tratta di due obiettivi difficili da conciliare, perché presuppongono la creazione di una situazione di mercato in cui la stessa commodity viene venduta a prezzi diversi in due segmenti distinti. I due segmenti verranno creati negando ai prodotti russi l’accesso al mercato dei paesi sanzionanti, nei quali continuerà ad essere praticato un prezzo di mercato.

L’embargo e la vicenda della raffineria di Priolo

È stato convertito in legge il decreto firmato dal governo – il cosiddetto Dl Priolo – che garantisce alla raffineria Isab di Priolo, in Sicilia, una rete di sicurezza (commissariamento e “continuità del lavoro” per stare alle parole della presidente del Consiglio Meloni nell’annunciare la misura) nel caso in cui le cose si mettessero troppo male. Il provvedimento, dopo l’ok del Senato, è stato approvato alla Camera.

Prezzi carburanti: un inutile polverone

L’aumento dei prezzi dei carburanti, al di là delle forti polemiche che ha sollevato, costituisce un’importante occasione per riflettere su una questione rilevante per il paese. Si tratta però di un argomento complesso che esula dal contingente e che andrebbe trattato tenendo conto della strategicità e rilevanza del downstream petrolifero per la sicurezza energetica nazionale. Da qui muove la necessità di una riforma strutturale del sistema fiscale, accise comprese, che favorirebbe un maggiore sviluppo dei low carbon fuels e di una maggiore attenzione al comparto della raffinazione, che ci consente di non essere totalmente dipendenti dall’estero. Di questi aspetti ne abbiamo discusso approfonditamente con Claudio Spinaci, Presidente Unem.

Aumento dei carburanti: un rimpallo di responsabilità

Che con l’eliminazione degli sconti sulle accise i prezzi dei carburanti potessero subire un rialzo era prevedibile; quel che non ci si poteva aspettare era la conseguente onda mediatica. Accuse di speculazione mosse dal Governo, poi leggermente ridimensionate, appello dai parte dei gestori, approvazione in tempi record di un Decreto Trasparenza. Abbiamo cercato di ripercorrere i principali eventi di questi ultimi giorni con il Presidente di Assopetroli-Assoenergia Andrea Rossetti che ci ha esposto, con chiarezza e dettaglio, le sue ragioni e le sue perplessità sul nuovo Decreto.

La deriva repressiva contro i gestori che nasce da una fake news

Accise e prezzi: vicenda davvero paradossale. Innanzitutto, nata da una bufala, cioè che i prezzi fossero arrivati a 2,5 euro/litro misurati non si sa dove, dal momento che anche i dati di picco (isola di Vulcano, La Maddalena, autostrada) erano ancora lontani 10-20 centesimi da quel livello. I media ci si sono gettati sopra senza verificare alcunché sull’onda emozionale dell’aumento delle accise (nelle situazioni di picco i prezzi erano alti anche prima dell’aumento delle accise, il Ministero ha tutti i dati per confermarlo). A oggi i prezzi sono aumentati in tutta la rete di 0,180 euro/litro e di 0,157 sulla rete autostradale rispetto alla fine di dicembre, con le accise cresciute di 0,183; nel frattempo la quotazione dei raffinati è cresciuta di 0,052 per la benzina e di 0,015 per il gasolio. Questa è la verità e anche su questo il Ministero ha i dati.

La polemica sui prezzi e le strumentalizzazioni politiche

Le recenti polemiche sulla speculazione dei prezzi dei carburanti, sfociate nel DL Trasparenza, evidenziano le molte criticità del sistema.  Partiamo dalla speculazione che è stata denunciata anche da fonti autorevoli. I dati ufficiali diffusi dai Ministeri competenti e dall’Osservatorio prezzi dei carburanti, oltre che da Mister Prezzi, ci dicono che sui punti vendita carburanti non si è consumata alcuna speculazione. In occasione del taglio delle accise adottato nel mese di marzo scorso e in occasione del ripristino delle stesse nel mese di dicembre 2022 e di gennaio 2023, le gestioni hanno adottato puntualmente la variazione di accise, senza alcun intervento ulteriore sui prezzi. 

Di cosa parliamo quando parliamo di prezzi dei carburanti

Con il ritorno all’accisa piena dal primo gennaio si è alzato un polverone sui prezzi dei carburanti. I dati dicono che l’aumento dei prezzi rilevato è esattamente uguale all’aumento delle accise e che quindi non ci sono elementi per parlare di “speculazione”. Nonostante questo, il governo è intervenuto la scorsa settimana con un decreto-legge, introducendo tra l’altro nuove misure sulla comunicazione dei prezzi.

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