Numero 389 - Risorse, investimenti, consumi: i veri numeri dell’energia

06 marzo 2025

Analisi

Le sfide attuali nell’Upstream Oil&Gas

Mentre in Europa si organizza il funerale del petrolio, il resto del mondo pensa ad investire per garantire i rifornimenti di petrolio per i prossimi decenni. La crescita della domanda di petrolio nel mondo sta avvenendo a ritmi elevati ed impensabili. Ha ormai superato il tetto dei 100 milioni di barili al giorno, assestandosi per il 2025 sui 105 milioni di barili al giorno. Riuscire a coprire questo livello di domanda richiederà investimenti finanziari enormi, sfide tecnologiche gigantesche, una ristrutturazione del settore della raffinazione, un ripensamento del mercato petrolifero internazionale.

Approfondimento

La risposta dell’upstream di fronte a una transizione energetica ritardata

Il mondo si sta avviando verso una transizione energetica rallentata, caratterizzata da fonti fossili ancora a buon mercato e maggiormente accessibili rispetto ad altre alternative low-carbon. Nello scenario base di Wood Mackenzie, il mondo si trova su un percorso che porta ad un incremento delle temperature di 2,5°C, con una domanda di greggio e prodotti petroliferi che arriverà lentamente a toccare il picco di 106 mil bbl/g già all’inizio del prossimo decennio. Per il gas, invece, il picco di oltre 440 mld pc/g dovrebbe essere raggiunto nel corso del decennio 2030-2040.

Approfondimento

Come soddisfare la (futura) domanda di uranio dell’UE?

La nuova “primavera” dell’energia nucleare – il cui crescente interesse è alimentato dalla sempre maggior necessità di sicurezza energetica a zero emissioni di carbonio – potrebbe portare in futuro ad un rilevante aumento della domanda di uranio, combustibile principe nella fissione nucleare. Nonostante, al momento, non vi siano pericoli in termini di esaurimento delle risorse, non si devono escludere potenziali futuri rischi nell’approvvigionamento, specialmente per l’UE, ad oggi fortemente dipendente dalle importazioni della materia prima.

Approfondimento

Dall’estrazione all’approvvigionamento: le sfide geopolitiche delle materie prime critiche

La transizione da un sistema energetico basato sui combustibili fossili a uno fondato sulle energie rinnovabili e sull’elettrificazione rappresenta una delle sfide più significative del XXI secolo. Questa

trasformazione va oltre la semplice decarbonizzazione, ridefinendo le dinamiche di potere globale e spostando l’influenza geopolitica dai tradizionali “petrostati” come Arabia Saudita e Russia verso gli “elettrostati” come la Cina. Minerali critici come rame, nickel, litio, cobalto e terre rare, essenziali per le tecnologie verdi, sono al centro di questo cambiamento, alimentando nuove dipendenze e tensioni geopolitiche.

Approfondimento

Carbone: le riserve e il futuro degli investimenti minerari

Il carbone è la principale fonte di generazione elettrica al mondo e copre oltre il 36% del mix elettrico globale. Negli USA, nonostante il declino intrapreso negli ultimi anni, le centrali a carbone continuano a generare il 16% dell'elettricità. Qui il carbone viene prodotto a livello nazionale,  a differenza di altre fonti di energia come il nucleare o le rinnovabili che dipendono fortemente dai minerali importati per alimentare i reattori nucleari o costruire turbine eoliche e pannelli solari.

Il punto di vista

L’importanza dei dati: l’EI Statistical Review of World Energy

Nessuna analisi dei mercati energetici può essere fatta se non si dispone di un dataset robusto, affidabile e confrontabile relativo a risorse, produzione, consumi e prezzi delle varie fonti energetiche. E gli analisti del settore, gli accademici, ma anche il mondo dell'industria, gli ambientalisti lo sanno bene. Tuttavia, non sempre è facile reperire tutti questi dati, soprattutto con una buona frequenza e in maniera gratuita. Per questo rapporti come lo Statistical Review of World Energy sono strumenti di lavoro imprescindibili e attesi ogni anno. Di questa consolidata pubblicazione di dati, della sua genesi e della sua evoluzione, ne abbiamo parlato con Ian Jones Head of Knowledge, Insight e Research all’ Energy Institute.

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