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Che siamo la Penisola dei grandi rischi naturali, un hot spot di eventi estremi meteoclimatici nell’area del Mediterraneo, dove le temperature corrono a una velocità del 20% superiori alla media globale, è una verità. E l’ultima alluvione ha colpito al cuore l’Italia, con due ondate di nubifragi in 15 giorni che hanno scaricato sulla stessa area geografica l’acqua che può cadere in sei mesi.
Eventi come quello accaduto a metà maggio in Emilia Romagna, o come quello che ha interessato le Marche a settembre 2022, con i loro impatti drammatici su persone e beni esposti, catalizzano nuovamente l’attenzione mediatica e politica sul tema del rischio idraulico, dopo mesi in cui la siccità e la scarsità idrica hanno dominato la scena pubblica. Alluvioni e siccità sono due aspetti naturali della variabilità del ciclo idrologico, non necessariamente consequenziali tra di loro, ma sulla cui frequenza, persistenza e intensità il cambiamento climatico sta sicuramente giocando un ruolo importante.
Le intense piogge che hanno recentemente colpito l'Emilia Romagna hanno sollevato interrogativi sulle cause di questo eccezionale evento meteorologico. È fondamentale fare chiarezza su quanto è accaduto, considerando anche i numerosi episodi di disinformazione che si sono verificati in questi giorni. Le condizioni meteorologiche e il cambiamento climatico sono strettamente correlati a queste piogge abbondanti.
Quanto costa un m3 d’acqua? Molto spesso, quando viene posta questa domanda ai convegni vediamo la platea attonita, mentre se riproponessimo la stessa domanda chiedendo quanto costa un litro di latte o un litro di benzina, ciascuno di noi saprebbe almeno individuare un ordine di grandezza corretto. Questo è il risultato di un decadimento culturale che ci ha portato a considerare l’acqua un elemento secondario, una risorsa infinita alle quale i paesi ricchi posso accedere indiscriminatamente.
Se ormai è chiaro e definito l’obiettivo di puntare a un’energia pulita, sostenibile ed accessibile a tutti, ancora molto si può fare per definirne il come. Molte le tecnologie che possono aiutare in questo difficile quanto necessario processo; molto gli attori coinvolti; molti i progetti. Servono però anche idee innovative che vedano coinvolte nuove generazioni di ricercatori e di giovani professionisti, spazi in cui queste idee possano emergere. Da qui muove il progetto Call for Ideas – Mediterranean Region lanciato dalla Fondazione Eni Enrico Mattei in collaborazione con OMC - MED Energy Conference e l'Unione per il Mediterraneo (UpM). Ne abbiamo discusso con Filippo Del Grosso, Senior researcher e consulente FEEM e Giovanna Madera, Consulente FEEM.
Reshaping the Energy Industry: Action for Transition, questo il claim dell’edizione di OMC Med Energy che quest’anno festeggia il suo trentesimo anniversario.
Era il 1993 quando nasceva l’Offshore Mediterranean Conference and Exhibition. La Camera di Commercio di Ravenna, Assorisorse - associazione di Confindustria - e l’Associazione Ravenna Operatori Oil & GAS (ROCA) diedero vita a ciò che, negli anni, sarebbe diventata proprio a Ravenna un punto di riferimento del settore energetico, per tutto il bacino del Mediterraneo. L’intento della neonata OMC Med Energy era appunto porre l’attenzione sulle tematiche energetiche legate al Mediterraneo.
Le nuove generazioni sono le vere protagoniste della transizione energetica. Sono loro il nostro futuro, coloro che saranno chiamati, domani, a raccogliere il testimone di questa sfida. Ed è per questo che a OMC Med Energy le nuove generazioni hanno un ruolo di primo piano. Il futuro è, infatti, uno temi portanti dell’edizione 2023: un tempo più sostenibile, da raggiungere con la partecipazione di tutti, per il benessere delle prossime generazioni.
A pochi mesi dalla scomparsa di Franco Nanni, storico Presidente del ROCA, l’associazione dei contrattisti offshore di Ravenna, mi piace ricordare il nostro incontro di una decina di anni fa per una intervista sullo sviluppo del distretto energetico di Ravenna negli anni 60-70.
Ancora una volta il tema dell’eccellenza operativa della filiera energetica è fra gli argomenti che verranno dibattuti all’ OMC di Ravenna del prossimo 23-25 maggio. Un tema caro all’Italia che vanta un expertise e un comparto industriale di prestigio. Del comparto, dei punti di forza e delle prospettive future, ne abbiamo parlato con l’Ing. Oscar Guerra, ad della Rosetti Marino, player importante della filiera con esperienza pluridecennale in Italia e in varie altre parti del mondo.
Cosa motiva e spinge le persone a costituire una comunità energetica, al di là della questione economica, che esiste e che certamente non può essere sottaciuta? La questione che mi è stata posta, non solo è quanto mai attuale ma è il crinale sul quale si gioca la capacità della pubblica amministrazione e del privato di offrire soluzioni che i cittadini possano percepire non come qualcosa di imposto dall’alto, ma che li veda protagonisti e artefici del loro destino e di quella di una intera comunità.