MONDO ENERGIA | 150 ARTICOLI
No analysis of energy markets can be done without a robust, reliable and comparable dataset relating to resources, production, consumption and prices of the various energy sources. Energy analysts, academics, but also the world of industry, environmentalists know this well. However, it is not always easy to find all this data, especially with regular frequency, global coverage, and free of charge. For this reason a publication such as the Statistical Review of World Energy is essential and every year it is awaited from all. We spoke about this highly respected data publication, its genesis, and its evolution, with Ian Jones, Head of Knowledge, Insight, and Research at the Energy Institute.
Nessuna analisi dei mercati energetici può essere fatta se non si dispone di un dataset robusto, affidabile e confrontabile relativo a risorse, produzione, consumi e prezzi delle varie fonti energetiche. E gli analisti del settore, gli accademici, ma anche il mondo dell'industria, gli ambientalisti lo sanno bene. Tuttavia, non sempre è facile reperire tutti questi dati, soprattutto con una buona frequenza e in maniera gratuita. Per questo rapporti come lo Statistical Review of World Energy sono strumenti di lavoro imprescindibili e attesi ogni anno. Di questa consolidata pubblicazione di dati, della sua genesi e della sua evoluzione, ne abbiamo parlato con Ian Jones Head of Knowledge, Insight e Research all’ Energy Institute.
La transizione da un sistema energetico basato sui combustibili fossili a uno fondato sulle energie rinnovabili e sull’elettrificazione rappresenta una delle sfide più significative del XXI secolo. Questa
trasformazione va oltre la semplice decarbonizzazione, ridefinendo le dinamiche di potere globale e spostando l’influenza geopolitica dai tradizionali “petrostati” come Arabia Saudita e Russia verso gli “elettrostati” come la Cina. Minerali critici come rame, nickel, litio, cobalto e terre rare, essenziali per le tecnologie verdi, sono al centro di questo cambiamento, alimentando nuove dipendenze e tensioni geopolitiche.
La nuova “primavera” dell’energia nucleare – il cui crescente interesse è alimentato dalla sempre maggior necessità di sicurezza energetica a zero emissioni di carbonio – potrebbe portare in futuro ad un rilevante aumento della domanda di uranio, combustibile principe nella fissione nucleare. Nonostante, al momento, non vi siano pericoli in termini di esaurimento delle risorse, non si devono escludere potenziali futuri rischi nell’approvvigionamento, specialmente per l’UE, ad oggi fortemente dipendente dalle importazioni della materia prima.
Decarbonizzare significa anche migliorare l'efficienza dei trasporti e ridurre l'impatto ambientale causato dal traffico terrestre. Le autostrade del mare si inseriscono in questo processo virtuoso: hanno avuto impulso negli anni ’90 e oggi sono una soluzione alternativa e spesso complementare al trasporto stradale, che consente di far viaggiare camion, container e automezzi sulle navi. Di questi snodi strategici per l’economia di un paese come il nostro, attorniato dal mare e funzionali per il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità, ne abbiamo parlato con Luca Sisto, Direttore Generale di Confitarma, mettendone in luce anche le criticità e le sfide a cui è sottoposto il settore.
Possiamo definire la crisi che sta scuotendo l’industria dell’auto in Italia ed in Europa come la tempesta perfetta, il risultato di un insieme di fattori, solo in parte prevedibili che nel complesso mettono a dura prova non solo un settore industriale strategico, ma anche la qualità della mobilità e il percorso di decarbonizzazione di uno dei settori hard to abate. Sarebbe veramente auspicabile che nel definire le prospettive di intervento la Commissione Europea partisse da una analisi strutturale dei fattori che hanno determinato questa situazione. La lettura per il mercato italiano può essere da spunto.
Nel momento in cui vengono utilizzati più mezzi di trasporto e viene dunque superato il limite del trasporto monomodale, vengono chiamate in causa procedure, unità per il carico, nonché infrastrutture tipiche di un trasporto pluri-attoriale, plurimodale o multimodale, che può riguardare le persone così come le merci. Per le persone si può parlare di trasporto plurimodale, co-modale, sincro-modale, multimodale, mentre appare meno adatto l’impiego del termine intermodale, più consono per le merci.
Entro il 2030 la Germania dovrebbe basare circa l’80% del suo fabbisogno di elettricità sulle rinnovabili. Dovrebbe. Tutto dipende da quanto il clima sta (ancora) a cuore ai cittadini tedeschi. Il prossimo 23 febbraio, infatti, questo obiettivo potrebbe non essere più al centro dell’agenda politica del Bundestag. Scopriamo quali sono i programmi energetici dei vari partiti e la deriva “nera” che potrebbero prendere le politiche “green”.
Quando l'attuale governo federale composto da Socialdemocratici, Verdi e Liberali, è entrato in carica nel 2021, il mondo appariva molto diverso da oggi. L'economia tedesca cresceva dello 0,5% all'anno, i tassi di interesse sui titoli di Stato erano negativi e le ambizioni di Berlino di modernizzare il settore dell'elettricità puntando alla fornitura di energia prodotta da energie rinnovabili intermittenti erano elevate.
Germany positions itself as central transit hub for European gas. It is no coincidence that that Germany’s gas market operator named itself ‘Trading Hub Europe’ when founded in October 2021. Ambition and mission carried in one name. Shortly after the foundation of THE, the Ukraine war hit Germany’s gas market dramatically. A large reconfiguration of gas flows in Europe followed. Germany started to import gas flows from Western neighbours France, Netherlands and Belgium. The country increased inflows of Norwegian pipeline gas and it speedily built LNG terminals.