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La Germania si posiziona come hub di transito per il gas europeo. Non è una coincidenza che, al momento della sua nascita, nell'ottobre 2021, l'operatore del mercato del gas tedesco si sia chiamato "Trading Hub Europe" (THE). Ambizione e missione racchiuse in un unico nome. Tuttavia, poco dopo la fondazione di THE, lo scoppio della guerra in Ucraina ha cambiato le cose, infliggendo un duro colpo al mercato del gas tedesco. Ne è seguita una grande riconfigurazione dei flussi di gas in Europa e la Germania ha iniziato a importare gas dai paesi limitrofi - Francia, Paesi Bassi e Belgio- oltre ad aumentare l’import di gas piped norvegese. Il paese, ha, inoltre, rapidamente costruito terminali GNL.
Negli ultimi anni, la Germania ha consolidato la sua posizione come leader europeo nella produzione e nell'innovazione dell'idrogeno. Con un impegno significativo verso la transizione energetica, il paese ha investito miliardi di euro in progetti di idrogeno verde e infrastrutture correlate, anche sotto la spinta dei numerosi finanziamenti dell’Unione Europea. Ma è ancora la Germania il leader indiscusso in questo settore? Il governo tedesco ha recentemente stanziato 4,6 miliardi di euro per 23 progetti di idrogeno verde come parte del programma IPCEI Hydrogen (Important Projects of Common European Interest) coprendo l'intera catena del valore dell'idrogeno, dalla produzione allo stoccaggio e al trasporto, fino allo sfruttamento potenziale degli usi finali.
The world is entering the Age of Electricity — a time when modern digital economies are fuelled by electricity and citizens depend on it for most everything. Within the energy sector, electricity demand has grown twice as fast as total energy demand over the past decade and is set to accelerate further. How the world meets this growing demand has serious implications for energy security and the environment.
Le attività per sviluppare un’infrastruttura nazionale per l’energia nucleare, secondo l’Agenzia Internazionale per l’energia atomica, (AIEA), si articolano in tre fasi, ciascuna conclusa da una “milestone infrastrutturale” che ne certifica il completamento: Fase 1 (considerazioni preliminari prima della decisione), Fase 2 (lavori preparatori per appalto e costruzione) e Fase 3 (implementazione della prima centrale). Le tre milestone relative sono: il raggiungimento della preparazione per assumere un impegno consapevole verso un programma nucleare (Milestone 1), l'idoneità a richiedere offerte o negoziare contratti per la costruzione della prima centrale nucleare (Milestone 2) e, infine, la preparazione per avviare l'operatività della prima centrale (Milestone 3).
Si riparla di nucleare, in Italia come in Europa. Diversi paesi hanno programmato o stanno pensando di pianificare nuove realizzazioni di impianti nucleari: la Francia si appresta a costruire almeno 6 grandi reattori EPR2, la Repubblica Ceca ha appena concluso una gara per 2 impianti di grande taglia, vinta dai coreani (i quali hanno battuto sia i francesi sia gli statunitensi), poi Polonia, Svezia, Romania, Finlandia, Slovacchia, Belgio, Olanda ed altri ancora, una dozzina in totale.
La sempre più pressante esigenza di decarbonizzare il settore della produzione di energia elettrica per contrastare i cambiamenti climatici ha riportato l’attenzione, a livello mondiale, verso le tecnologie nucleari. L’interesse per l’energia nucleare è culminato con la dichiarazione, sottoscritta da 22 Paesi in occasione della COP 28 di Dubai, di triplicare la capacità di produzione da fonte nucleare entro il 2050, riconoscendo il suo ruolo chiave nel raggiungimento degli obiettivi NetZero.
Quando ragioni politiche o economiche o stagionali fanno temere future scarsità energetiche c’è sempre qualcuno che ripropone l’araba fenice dell’energia nucleare. Ovviamente, non trovo nulla di strano nel fatto che l’industria nucleare cerchi di riproporre una così interessante fonte di commesse e cerchi appoggio presso i politici più “sensibili”. Il nucleare viene oggi indicato come una possibile soluzione agli impegni di decarbonizzazione richiesti dalla Comunità Europea. In passato veniva proposto come la fonte di energia tecnologicamente avanzata capace di sostituire i combustibili fossili, in vista del loro previsto esaurimento.
Il mondo sta entrando nell’Age of Electricity, un'epoca in cui le moderne economie digitali saranno alimentate dall'elettricità e i cittadini dipenderanno da essa per quasi tutto. Nel settore energetico, nell'ultimo decennio, la domanda di elettricità è cresciuta a un ritmo doppio rispetto alla domanda energetica totale e si prevede che accelererà ulteriormente. Il modo in cui il mondo soddisferà questa crescente domanda avrà però gravi implicazioni per la sicurezza energetica e per l'ambiente.
In queste settimane Autostrade per l’Italia celebra al MAXXI di Roma i cento anni dalla costruzione della prima autostrada italiana. L’autostrada non è solo un’infrastruttura: è il filo che intreccia modernità e memoria, connettendo luoghi, imprese, persone e storie.
Dai dati forniti dal GSE nel “Rapporto statistico 2023 sul solare fotovoltaico” risulta che gli impiantì con potenza superiore a 1 MW, per la maggior parte presumibilmente installati a terra, erano 1.360 nel 2022 e 1.664 nel 2023. In un solo anno se ne sono aggiunti 304. Poiché in totale a fine 2023 erano in esercizio 1.597.447 impianti fotovoltaici, per una potenza complessiva pari a 30.319 MW, senza alcun dubbio le installazioni fotovoltaiche hanno modificato il panorama italiano.