La prima asta MACSE ha segnato un punto di svolta per il mercato dello storage in Italia, confermando un’elevata competitività e aprendo nuove prospettive per investimenti futuri. La forte partecipazione degli operatori, la crescente maturità delle soluzioni tecnologiche e finanziarie nonché la favorevole congiuntura complessiva dei costi di approvvigionamento dei componenti fondamentali delineano uno scenario in cui modelli di business innovativi, in grado di integrare approccio merchant e strumenti contrattuali avanzati, possono rendere le configurazioni alternative remunerative e bancabili.
L’esperienza del Meccanismo di Approvvigionamento di Capacità di Stoccaggio Elettrico (MACSE) ha lasciato un retrogusto amaro. Se da un lato ha rappresentato il primo schema regolato di remunerazione per la capacità di accumulo, dall’altro la limitazione alle sole zone di mercato congestionate (Sud, Sicilia e Sardegna) e i risultati economici livellati verso il basso hanno, in rapida sequenza, provocato delusione e perdita di fiducia da parte di molti operatori.
Il 30 settembre 2024 ha segnato un punto di svolta per il mercato italiano dei sistemi di accumulo energetico (Battery Energy Storage Systems, BESS). L’esito della prima asta del Mercato della Capacità Secondaria (MACSE) ha ridefinito gli equilibri tra investitori, operatori industriali e istituti finanziari, inaugurando una nuova stagione per la finanza strutturata nel settore della transizione energetica.
Svoltasi a fine settembre 2025, la prima asta MACSE ha assegnato tutti i 10 GWh di capacità disponibili nelle zone d’asta del Centro, Sud e delle isole, con contratti di tipo tolling a prezzo fisso della durata di 15 anni. L’asta, strutturata su base pay-as-bid, ha registrato un prezzo medio di aggiudicazione appena inferiore a 13 kEUR/MWh/anno, quasi tre volte inferiore al tetto massimo di 37 kEUR/MWh/anno fissato da Terna. I progetti assegnati presentano una capacità media di 125 MW e una durata media di 6,7 ore, tutti superiori alle 6 ore.