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ACQUA & AMBIENTE | 150 ARTICOLI

Net zero Roadmap: le cose non dette dall’AIE

Mentre i prezzi del petrolio parevano ormai tendere ai 100 dollari al barile, per poi ripiegare verso gli 85, per i timori di recessione con conseguente caduta della sua domanda, con le cancellerie che si interrogavano sull’impatto che ne sarebbe potuto derivare sull’inflazione e di qui sui tassi di interesse e sulla crescita delle economie, l’Agenzia di Parigi (AIE) ha rassicurato che non vi sarebbe stato comunque nulla di cui preoccuparsi. Perché, a suo dire, siamo infatti semplicemente di fronte all’agognato ‘Canto del Cigno’ del petrolio, fonte oggi dominante nella mappa energetica mondiale, ma destinata nell’arco di breve tempo ad uscirne.

Net Zero Roadmap: il percorso per centrare l’obiettivo di 1,5°C

Il 26 settembre, l’AIE ha pubblicato la versione aggiornata del suo Net Zero Emissions by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector, pubblicato per la prima volta nel 2021. Il rapporto indica la traiettoria per raggiungere, su scala mondiale, l’obiettivo fissato dall’Accordo di Parigi di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 ̊C rispetto ai livelli preindustriali. Il contesto di riferimento, rispetto alla prima versione del rapporto, è cambiato: in due anni, infatti, si sono verificati cambiamenti significativi nel panorama energetico, ovvero la crisi innescata dall’invasione russa dell’Ucraina nel febbraio 2022 e la ripresa economica post-pandemia.

Net Zero Roadmap: A Global Pathway to Keep the 1.5 °C Goal in Reach

On 26th September IEA published the update version of its report Net Zero Emissions by 2050: a Roadmap for the Global Energy Sector, updated version of a first roadmap released in 2021. The report sets out a global pathway to achieve the Paris Agreement’s goal of limiting the rise in global temperatures to 1.5 ̊C above pre-industrial levels.  Since the first version report was released, in two years significant changes to the energy landscape happened, such as the global energy crisis triggered by Russia’s invasion of Ukraine in February 2022 and the post-pandemic economic rebound.

ClimateTech: Europe's Imperative in a Global Race

In the urgent race towards a net-zero future, Europe finds itself at a pivotal crossroads. As the world collectively steers toward a green economy, the ClimateTech industry stands out as the linchpin for sustainable finance, presenting a substantial EUR600bn opportunity by 2030. Yet, our recent ClimateTech study—a collaborative one between Allianz Research, Allianz X, UnternehmerTUM, and UVC Partners—reveals a stark reality: Europe's current trajectory might not ensure a leading position in this burgeoning market.

 

La Finanza Etica è più che sostenibile

L'attenzione ai temi ambientali, sociali e di governance (conosciuti con l'acronimo ESG) ha condotto a una rapida diffusione della finanza sostenibile. Esiste, però, una finanza che oltre a essere sostenibile può essere anche etica, attenta al proprio ruolo e agli impatti per l’ambiente e la società derivanti dalle sue scelte di investimento. Di finanza etica, della sua definizione, dei suoi principi e delle sue attività abbiamo parlato con Tommaso Rondinella, Responsabile Ufficio Modelli di Impatto e Valutazione Socio Ambientale di Banca Etica.

ClimateTech in Europa: potenzialità di leadership e gap da colmare

Nell’urgente corsa verso un futuro a zero emissioni nette, l’Europa si trova ad un bivio. Mentre il mondo si dirige verso un’economia verde, il settore del ClimateTech - relativo a tecnologie innovative che puntano a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera - si qualifica come il fulcro della finanza sostenibile: un’opportunità da 600 miliardi di euro entro il 2030. Tuttavia, il recente studio sul ClimateTech, frutto della collaborazione di Allianz Research, Allianz X, UnternehmerTUM e UVC Partners, rivela una cruda realtà: l’attuale traiettoria dell’Europa potrebbe non garantirle una posizione di leadership in questo mercato in espansione.

Green Bond e Green Loans: istruzioni per l’uso

Con il termine green bond (obbligazioni verdi) si intendono tutti quegli strumenti di tipo obbligazionario (strumenti di debito) che abbiano come obiettivo quello di finanziare attività connesse al cambiamento climatico e più in generale alle performance di tipo ambientale. Le obbligazioni verdi sono considerate gli strumenti finalizzati al finanziamento di progetti ambientali maggiormente utilizzati sul mercato, e possono essere emessi da imprese, banche, Stati, altri enti pubblici e organismi sovranazionali. 

Finanza sostenibile: le ultime novità di policy

Gli ultimi mesi sono stati ricchi di novità di policy per il settore della finanza sostenibile e gli investimenti ESG nel settore energetico. Proviamo a tracciare un quadro sintetico, ricordando che di molti di questi temi si parlerà durante i 15 eventi delle Settimane SRI promosse dal Forum (14-28 novembre, programma e iscrizioni qui). A inizio settembre sono stati pubblicati i risultati del secondo stress test climatico della Banca centrale europea (BCE), condotto per analizzare la resilienza di imprese, famiglie e banche in tre scenari di transizione. Dal test è emersa la necessità di anticipare e accelerare gli investimenti per la transizione verde e raggiungere la neutralità climatica al 2050.

Il futuro del biogas e del biometano in Europa: traguardare ambiziosi obiettivi

Al fine di perseguire un sistema energetico più sostenibile e sicuro, l’Unione Europea ha fissato obiettivi ambiziosi per le fonti energetiche rinnovabili, compreso il biogas e il biometano. Tra le politiche implementate, in prima linea c’è il piano REPowerEU della Commissione Europea che si prefigge di porre fine alla dipendenza dai combustibili fossili russi prima del 2030. In materia di biometano ha stabilito un target innovativo, ma credibile, di 35 miliardi di metri cubi (mld mc) di produzione annuale entro il 2030, che equivale al 20% dei volumi di gas importati dalla Russia prima della guerra in Ucraina.

The Future of Biogas and Biomethane in Europe: Meeting Ambitious Targets

In the pursuit of a more sustainable and secure energy system in Europe, the European Union set ambitious targets for renewable energy sources, including biogas and biomethane. At the forefront of this mission is the European Commission's RePowerEU Plan from 2022, aimed at ending reliance on Russian fossil fuels before 2030. It sets a groundbreaking - but credible - goal of 35 billion cubic meters (bcm) of sustainable biomethane production annually by 2030, which equals to 20% of gas volumes imported from Russia before the war in Ukraine.

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