Con un deficit di precipitazione registrato su scala nazionale pari a circa il -24% rispetto alla media 1951-2020, il 2022 è stato uno degli anni più avari di precipitazioni negli ultimi anni. Le fasi siccitose, ormai sempre più frequenti, sono il sintomo di un mutamento nelle dinamiche climatiche, con ripercussioni evidenti anche sul ciclo idrologico.
La situazione attuale della siccità in Italia registra una inversione di ruoli rispetto all’immaginario atteso che vede colpita da questo fenomeno l’Italia Meridionale e Insulare, mentre il Nord Italia è esente da questa piaga. Prendendo spunto dal titolo di un famoso film, il titolo di questo articolo potrebbe essere “Benvenuti al Sud”. Ma non c’è alcun motivo di dare il benvenuto a chi subisce gli effetti di questa situazione, in quanto più che mai in questo caso il mal comune non ispira alcun gaudio. Piuttosto vanno approfondite le cause per cui la siccità in Italia diventa troppo spesso emergenza cercando anche di proporre rimedi.
Nonostante i progressi compiuti e il ruolo svolto dall’ARERA nel miglioramento di un settore critico sotto diversi aspetti, i dati più recenti evidenziano un divario significato nel livello di servizio idrico e nella capacità di realizzazione degli investimenti fra alcune aree - localizzate in gran parte nell’Italia Meridionale e Insulare - e il resto del paese. Questo, pur in presenza di significative risorse a fondo perduto concentrate nelle aree deboli. Per ridurre questo “Water Service Divide”, le ultime Leggi di Bilancio hanno introdotto alcuni interventi strutturali, che dovrebbero essere resi operativi nei prossimi mesi.
Dalle Alpi a Roma. La protagonista degli ultimi mesi è stata senza dubbio l’acqua, o meglio la sua carenza. La mancanza idrica è diventata da questa estate un problema nazionale non più confinato alle sole regioni che ne sono storicamente afflitte quali Puglia, Basilicata, Sardegna e Sicilia, dove in realtà quest’anno, pur nelle stesse condizioni climatiche del resto d’Italia, le conseguenze della siccità si sono manifestate sino ad adesso nel solo comparto agricolo e in misura ancora limitata. E’ tuttavia interessante analizzare con maggiore dettaglio la situazione attuale siciliana, anche perché per la sua numerosa popolazione e la ricorrenza di periodi siccitosi rappresenta un caso emblematico del perché, pure in presenza di acclarati fenomeni climatici, le politiche di contrasto alla carenza idrica si sono dimostrate parziali e non risolutive.