ACQUA & AMBIENTE | 149 ARTICOLI
In 2024, European carbon market saw another year of volatile trading with prices tracking European gas prices’ rollercoaster ride closely. The benchmark EUA contract ended the year at €73/t and averaged only €66.5/t in 2024, down 20% from the previous year’s average of €85/t. This was despite the tightening of the overall EU ETS Cap following the implementation of the EU Fit for 55 package.
Nel 2024, il mercato europeo del carbonio è stato contraddistinto da un’accesa volatilità con prezzi che hanno seguito da vicino le montagne russe delle quotazioni del gas europeo. Il contratto di riferimento EUA ha chiuso l'anno in media a 66,5 €/ton, in calo del 20% rispetto agli 85 €/ton dell’anno precedente, pur esibendo un andamento poco lineare con quotazioni giornaliere che a fine dicembre si collocano sui 73 €/ton.
Il 2025 sarà, tra tante altre cose, l’anno di un anniversario: infatti, duecento anni fa, nel 1825, venne inaugurato in Inghilterra il primo treno commerciale della storia tra Stockton-on-Tees e Darlington. In questi due secoli, il genere umano ha intrapreso un sentiero di crescita economica straordinaria, mai esperito in precedenza.
On February 6th, the European Commission released its Communication on a 2040 climate target. European member states are now called to agree on the ambition level and the required enabling conditions to deliver this target. Swift endorsement is crucial, as it will solidify Europe's commitment to climate action in its next political mandate and confirm its climate leadership globally.
Un nuovo documento pubblicato dalla Commissione Europea “raccomanda” di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, in accordo con l’Accordo di Parigi, affinché l’UE continui a fare da apripista nell’azione internazionale sul clima, creando allo stesso tempo opportunità per l’industria europea di prosperare in nuovi mercati globali, soprattutto in ambito di tecnologia pulite. Affinché ciò accada, la strategia di crescita sostenibile, il Green Deal, dovrebbe diventare “un accordo di decarbonizzazione industriale”.
Il 6 febbraio scorso, la Commissione Europea ha pubblicato la Comunicazione riguardante l’obiettivo climatico al 2040. Ora spetta agli Stati Membri trovare un accordo sul quantum di questo obiettivo e sul come raggiungerlo. Un endorsement veloce dei capi di stato e governo europei sarebbe cruciale per confermare l’impegno politico e la leadership globale dell’Unione Europea in materia climatica prima dell’inizio della prossima legislatura.
La European Climate Law, la quale fissa l’obiettivo di neutralità climatica al 2050, obbliga i legislatori a imporre nuovi target per il 2040 entro il prossimo ciclo politico/elettorale. È logico quindi aspettarsi che esso, con ogni probabilità, sia impostato sulla riduzione del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040. Obiettivo, questo, da ricondurre nella stessa traiettoria richiesta per il raggiungimento del traguardo net-zero al 2050.
Il 6 febbraio, la Commissione Europea ha pubblicato un documento che “raccomanda” all'Unione Europea di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. In realtà, non si tratta di un annuncio a sorpresa o di un ulteriore obiettivo, ma dell’indicazione di un punto intermedio nella traiettoria di riduzione già definita da tempo: vediamo perché, facendo un piccolo passo indietro.
La ventottesima Conferenza delle Parti (COP 28) ha segnato alcuni importanti progressi, riuscendo ad allocare risorse per le perdite e i danni legati ai cambiamenti climatici, registrando l’impegno a incrementare l’uso di fonti alternative come l’energia nucleare e garantendo sostegno alle tecnologie per l’abbattimento dei gas serra. Soprattutto, è la prima volta che un vertice COP sottolinea il nesso tra climate change e la salute pubblica, con i rappresentanti governativi di oltre cento paesi ad impegnarsi per la riduzione dell’inquinamento ambientale e di quello domestico, causa diretta di circa sette milioni di decessi all’anno (da decenni).
Doveva essere la COP dell’uscita dalle fonti fossili. È stata la COP dei compromessi. Ma per un paese come la Cina, il maggiore inquinatore al mondo, non poteva essere diversamente. Pechino ha da tempo impugnato le redini della corsa alla transizione energetica, ma rimane pragmaticamente ancorata a un sistema che sa non poter ancora stravolgere.