European carbon price had a rough start in 2024, averaging €63/t in the first four months after plunging to almost €50 late February. This is €22 below the average price in 2023, despite that this year is expected to an exciting year in the EU ETS with implementation of the ambitious ETS reform under the Fit for 55 legislative package and inclusion of maritime sector.
Le materie prime critiche sono quei componenti di fondamentale importanza economica per l'Europa, indispensabili per il corretto funzionamento e la solidità di una vasta gamma di settori industriali, essenziali per la transizione green. Tuttavia, queste risorse sono soggette a un alto rischio di approvvigionamento in un momento in cui la domanda sta aumentando a livelli senza precedenti.
Inizio anno difficile per il prezzo europeo del carbonio, che chiude, nel periodo gennaio-aprile, in media sui 63 €/t, 22 €/t in meno rispetto alla media annuale del 2023, con minimi prossimi ai 50 €/t a fine febbraio. Un calo che si verifica nonostante le aspettative di un anno entusiasmante per l’ETS europeo con l’attuazione dell’ambiziosa riforma sul mercato di scambio dei permessi nell’ambito del pacchetto legislativo Fit for 55 e l’inclusione in esso del settore marittimo.
Nella Biblioteca di Babele immaginata da Jorge Luis Borges sono conservati tutti i possibili libri composti da tutte le possibili combinazioni delle lettere dell’alfabeto e dei segni di punteggiatura. Insieme ad infiniti testi privi di significato, in quella biblioteca deve esistere un libro per ogni possibile futuro; probabilmente anche un volume che abbia preconizzato l’avvento di un’epoca, apparentemente idilliaca, di prezzi nulli o addirittura negativi.
Se si esclude l’ultimo brusco calo della scorsa settimana, quando nel giro di poche ore il Brent ha perso circa 5 dollari al barile, il prezzo del petrolio da inizio anno è risultato piuttosto stabile, muovendosi in un corridoio compreso tra gli 80 e i 90 dollari, con oscillazioni perlopiù emotive, influenzate a volte dagli sviluppi della crisi in Medio Oriente, a volte dalla guerra in Ucraina.
Le cose non vanno come auspicato o previsto. Non vanno, in primo luogo, guardando alle emissioni clima-alteranti, il parametro cui si dovrebbe prestare maggiore attenzione, che anche nel 2023 sono aumentate, nonostante l’insoddisfacente andamento delle economie, la minor produzione di molte industrie, l’ulteriore progresso delle rinnovabili.
L’11 aprile scorso si è tenuto a Milano il Sustainability Summit di EY in cui sono stati presentati i risultati dello studio “Seize the Change” che da 8 anni EY elabora per fornire il proprio contributo allo sviluppo della cultura della sostenibilità. In particolare, lo studio intende misurare attraverso una serie di approfondimenti il livello di integrazione della sostenibilità nel business delle aziende fornendo in tal modo elementi per comprendere il cambiamento in atto e condividerlo con le aziende stesse.
L’evidenza scientifica non lascia dubbi sull’urgenza di un cambio di paradigma nel modello di sviluppo economico che consenta di contenere l’impatto delle attività antropiche sull’ambiente senza ridurre il benessere raggiunto. La parola chiave in questo quadro è decoupling ambientale, ossia far sì che alla crescita del PIL non corrisponda un aumento dell’impatto sull’ambiente.
La "transizione gemella" rappresenta una sfida imprescindibile per le imprese moderne: questa doppia transizione che lega la decarbonizzazione alla digitalizzazione non è solo una risposta alle pressioni normative, ma una leva strategica per garantire la competitività aziendale nel lungo termine.
Il continuo avanzamento verso la transizione green e l’impatto sulle comunità, sulle aziende e sulla società tutta, è un tema centrale e diffuso nel dibattito odierno, che influenza in maniera concreta anche il mondo del lavoro. Con l’aumento della domanda di posti di lavoro “verdi”, infatti, le aziende hanno bisogno di lavoratori con le competenze necessarie per attuare strategie net-zero in tutte le funzioni aziendali.