::

ARCHIVIO | 22 ARTICOLI

Il MEPC 80 e la strategia per ridurre le emissioni del settore marittimo

Il Marine Environment Protection Committee (MEPC) è il comitato dedicato alle tematiche ambientali sotto l’egida dell’Organizzazione Marittima Internazionale nota come IMO (International Maritime Organization). Fra i compiti che fanno capo al MEPC rientra il controllo e la prevenzione dell’inquinamento generato dalle navi così come previsto dalla Convezione MARPOL, vale a dire petrolio, prodotti chimici trasportati alla rinfusa (non imballati), acque reflue, rifiuti nonché le emissioni prodotte dalle navi, compresi gli inquinanti atmosferici e i gas serra.

L’importanza di decarbonizzare il trasporto marittimo nel Mediterraneo

I porti costituiscono un elemento vitale dell'economia dell'Unione Europea, coprendo circa il 75% del commercio extra-UE e il 36% del commercio intra-UE. A livello europeo, la principale infrastruttura è sicuramente rappresentata dal porto di Rotterdam, che detiene la capacità di transito di merci più elevata d'Europa: fra i porti italiani, Gioia Tauro è tra i primi 10 in Europa per capacità di transito. A questo fondamentale ruolo economico è tuttavia associato un rilevante impatto sull'ambiente: le navi sono responsabili del 13,5% delle emissioni di gas a effetto serra, generate dai diversi mezzi di trasporto nell’UE. Nello specifico, i porti rappresentano significative fonti di gas climaalteranti: il già citato porto di Rotterdam, ad esempio, emette 13,7 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, rendendolo il porto a maggior impatto di emissioni ad effettp serra del Vecchio Continente. 

Norway: it´s time for a more ethical exploitation of O&G resources

“It is typically Norwegian to be good,” said Prime Minister Gro Harlem Brundland in her New Year’s address to the Norwegian nation 1 January 1992, uncharacteristically flirting with self-righteousness.  Let us revisit the idea that that future rents from Norway’s oil and gas – that is, excess profits converted to public revenue – could be devoted to combating climate change in countries that are unable on their own to attain the goals of the Paris Agreement of 2015.

Norvegia: è tempo per uno sfruttamento più etico delle risorse O&G

"É una cosa tipicamente norvegese essere buoni", disse il Primo Ministro Gro Harlem Brundland nel suo discorso alla nazione del 1° gennaio 1992, flirtando insolitamente con il moralismo. Da allora questa frase è stata utilizzata più volte per sottolineare le qualità di questo popolo. Oggi, rivisitiamo l'idea che le future rendite del petrolio e del gas norvegesi, ovvero i profitti in eccesso convertiti in entrate pubbliche, potrebbero essere destinate alla lotta al cambiamento climatico in quei paesi che non sono in grado di raggiungere da soli gli obiettivi fissati dall'accordo di Parigi del 2015.

Il New Plastics Economy Global Commitment: serve uno sforzo ulteriore

Uniti dall’obiettivo di combattere l’inquinamento prodotto dalla plastica e di fare di quest’ultima una risorsa e non un rifiuto, aziende, governi e altre organizzazioni hanno aderito al Global Commitment and Plastic Pact. Rappresentando oltre il 20% del mercato degli imballaggi in plastica, i firmatari hanno fissato l’obiettivo ambizioso di utilizzare solo plastica riutilizzabile, riciclabile e compostabile entro il 2025. Obiettivo, però, che, secondo l’ultimo rapporto della Fondazione Ellen MacArthur e dell’UNEP - New Plastics Economy Global Commitment progress report - presentato lo scorso 2 novembre, rischia di non essere centrato.

Ridurre le emissioni globali con la scienza: la nuova scelta delle imprese

La scienza al servizio dell’industria, l’industria al servizio delle politiche climatiche. Nella cornice degli Accordi di Parigi, che punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, è nata la Science Based Target initiative (SBTi), che oggi conta oltre 1.200 aziende private. L’iniziativa è una partnership tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) che negli anni hanno investito per definire le migliori pratiche aziendali nella definizione di obiettivi climatici basati sulla scienza, allargando la rete di aderenti e aggiornando la formazione garantita a chi intraprende questo percorso di decarbonizzazione. 

Crisi climatica: la sfida dell’adattamento parte dall’emergenza idrica

Adattamento è una parola bella e relativamente giovane, associata al cambiamento climatico, si intende. Una parola che evoca avventura, speranza ma anche grande senso pratico di quelle comunità che hanno capito quanto sia importante operare sul territorio, nelle città, sulle ‘infrastrutture verdi’ per consentire che la vita continui in maniera dignitosa anche nell’era degli sconvolgimenti meteoclimatici di cui tutti siamo ormai ostaggio.

Deposito nazionale di rifiuti radioattivi: tre motivi per pensare positivo

Solo tre settimane fa, il 30 dicembre scorso, i Ministeri competenti (Sviluppo Economico e Ambiente) hanno rilasciato a SOGIN, l’azienda di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, il nulla osta per la pubblicazione della CNAPI, la Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee. La mappa indica le zone del territorio italiano che sono adeguate ad ospitare il “deposito nazionale”, vale a dire l’infrastruttura ingegneristica dedicata allo smaltimento controllato e definitivo dei rifiuti a bassa e media radioattività, in parte già prodotti e in parte ancora da produrre da qui al 2070.

I biocarburanti e l’innovazione per la riduzione dell’impatto ambientale nei trasporti

Il settore dei trasporti sta vivendo una rapida accelerazione verso la decarbonizzazione, sia a livello globale che europeo. Alcune forme di trasporto, aeronautico o marittimo, sono per loro stessa natura a carattere prevalentemente globale, pur avendo delle componenti “regionali” altrettanto rilevanti. Le policy di sostenibilità e le relative norme di regolamentazione vengono quindi elaborate in contesti più ampi e complessi della sola Unione Europea, peraltro a sua volta già notevolmente articolata.

Il contributo della raffinazione negli scenari low-carbon

Oggi l’industria petrolifera si interroga sul suo futuro in un mondo in profonda trasformazione dove, in ogni caso, il petrolio rappresenterà ancora per diversi decenni la fonte di energia principale, soprattutto nel settore dei trasporti.

La sfida ambientale impone inevitabilmente un adeguamento delle strutture produttive ai nuovi vincoli normativi decisi a livello comunitario e ai nuovi scenari dei mercati internazionali, in cui gli operatori extra-Ue continuano a godere di un indubbio vantaggio competitivo.

Page 1 of 3 1 2 3 »
Execution time: 332 ms - Your address is 44.197.111.121