Lo scorso novembre, Brasile e Argentina hanno firmato un Memorandum d'Intesa che prevede l'esportazione di gas naturale argentino al suo vicino fino a 30 mil. di mc/g. L’accordo, firmato nell'ambito del vertice del G20 a Rio de Janeiro, durante un incontro bilaterale tra il Ministro dell'Economia argentino Luis Caputo e il Ministro delle Miniere e dell'Energia brasiliano Alexandre Silveira, assume una valenza importante da un punto di vista energetico-commerciale non solo per i paesi interessati ma per tutta l’area sudamericana, perché getta le basi per lo sviluppo di infrastrutture per il trasporto del gas naturale estratto nella formazione di idrocarburi non convenzionali di Vaca Muerta.
Situata nel bacino di Neuquén, nel sud dell’Argentina, Vaca Muerta si estende tra le province di Neuquén, Río Negro, La Pampa e Mendoza, su un'area di circa 30.000 chilometri quadrati ed è la seconda riserva di gas di scisto e la quarta di petrolio di scisto più grande al mondo. Negli ultimi anni si sono registrati ingenti investimenti nell'esplorazione e nello sfruttamento di petrolio e gas che hanno raggiunto i massimi storici nel 2023.
Quanto al gas, l’anno scorso la produzione ha raggiunto il valore record di 139,5 mil. di mc/g, + 5,4% rispetto al 2023, raggiungendo il volume di produzione di gas più elevato degli ultimi 21 anni. Di queste circa metà sono risorse non convenzionali.
Si tratta di numeri destinati ad aumentare esponenzialmente nei prossimi anni in ragione di una massiccia politica di incentivazione da parte del Governo per attirare i capitali stranieri. Da ultimo l’approvazione del RIGI, il Regime di Incentivi per Grandi Investimenti (RIGI) che garantendo 30 anni di stabilità fiscale, nonché incentivi doganali e valutari, ha migliorato significativamente la prevedibilità e il clima imprenditoriale per i settori ad alto potenziale di crescita. Con l'aiuto di questo regime, il settore petrolifero e del gas potrebbe generare fino a 27 miliardi di dollari di entrate dalle esportazioni di petrolio e gas entro il 2030.
Attualmente, le esportazioni di gas avvengono attraverso il gasdotto che collega Argentina e Bolivia, recentemente modificato per invertirne il flusso e facilitare l'arrivo del gas argentino nel paese vicino. Tuttavia, sono state sono previste nuove rotte di trasporto, che potrebbero includere ulteriori gasdotti e il trasporto marittimo di gas naturale liquefatto, con il coinvolgimento di Bolivia, Paraguay, Uruguay.
Tra le rotte in esame figurano opzioni come un gasdotto diretto dal nord dell'Argentina allo stato brasiliano del Mato Grosso do Sul e un altro che collega le province nordorientali dell'Argentina con la città brasiliana di Porto Alegre. Una terza alternativa valuta il transito del gas attraverso il Paraguay, mentre una quarta propone il trasporto marittimo dai terminali in Argentina agli impianti di rigassificazione situati sulla costa brasiliana.
La proposta dell'Uruguay, invece, di cui non si conoscono i dettagli tecnici, è ancora in fase di valutazione da parte del governo uruguaiano. Secondo Fernanda Cardona, Ministro dell'Industria, dell'Energia e delle Miniere dell'Uruguay, l'idea alla base del progetto è quella di utilizzare infrastrutture esistenti, in particolare il gasdotto di Paysandú-Casa Blanca, che è stato costruito nel 2006 e non è mai entrato in funzione. Il governo uruguaiano sarebbe interessato a portare avanti questo progetto perché consentirebbe al Paese di decarbonizzare la propria industria e promuovere l'uso del gas nel residenziale, in linea con il suo obiettivo di raggiungere livelli più elevati di sostenibilità.
Al di là della fattibilità o meno di tutti questi progetti, che richiederanno ingenti investimenti privati, oltre ad essere sfidanti in termini di finanziamento e tempi di esecuzione, un maggior sfruttamento delle risorse di Vaca Muerta è funzionale non solo all’economia argentina, ma muove da una sempre maggiore richiesta di gas degli altri paesi dell’area. Nel caso del Brasile, l'importazione di gas argentino non solo compensa la riduzione delle spedizioni dalla Bolivia, ma rappresenta anche uno strumento per ridurre i costi energetici, promuovere la reindustrializzazione e avanzare verso gli obiettivi di decarbonizzazione. Inoltre, la movimentazione del gas tra i vari paesi sottolinea l'importanza dell'integrazione regionale come strumento per affrontare sfide comuni e cogliere opportunità economiche strategiche.



















