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La svolta della Commissione Europea sulla CCUS: teoria o realtà?

Chi è convinto che la lotta ai cambiamenti climatici dovrebbe essere una priorità e osserva l’andamento crescente delle emissioni di CO2 (il principale gas serra con emissioni di origine antropica), non dovrebbe avere dubbi sul fatto che tutti mezzi per ridurre tali emissioni dovrebbero essere visti con favore. 

Gli sviluppi della CCUS nel Regno Unito

Con la sigla carbon capture, utilisation and storage (CCUS) si descrivono una serie di tecnologie per catturare la CO2 che altrimenti sarebbe emessa nel corso di un qualsiasi processo. La CO2 è sia utilizzata nella produzione di prodotti con un valore aggiunto oppure stoccata nel lungo periodo per prevenire il suo rilascio nell’atmosfera. 

CCS per la decarbonizzazione e la competitività delle industrie hard to abate italiane

L'introduzione di politiche di decarbonizzazione integrate con le strategie industriali è una necessità per sostenere la competitività delle filiere produttive, in primis quelle hard to abate, nel contesto italiano ed europeo. I rischi e gli impatti derivanti dal cambiamento climatico sono infatti ormai evidenti e l'aumento del costo delle emissioni, dovuto alla revisione dell'Emission Trading System (ETS) europeo, metterà ulteriormente sotto pressione le dinamiche di sviluppo delle industrie nazionali. 

CCS e transizione: il ruolo attivo di Eni

Il processo tecnologico della CCS (Carbon, Catpure and Storage) è uno dei più rilevanti strumenti per centrare gli obiettivi di decarbonizzazione, in particolare per il settore industriale. Si tratta di una soluzione matura, sicura e competitiva. L’unica, ad oggi, percorribile per ridurre le emissioni delle industrie definite hard to abate,  ovvero quelle che, sia per gli alti consumi di energia sia per le caratteristiche dei loro cicli produttivi, allo stato attuale non hanno alternative tecnologiche di decarbonizzazione altrettanto efficaci ed efficienti (ad esempio la siderurgia, i cementifici, le cartiere e la chimica). 

Approvvigionamento di minerali critici: è necessaria una strategia integrata

Pur con i limiti e le perplessità sul raggiungimento degli scopi, il nuovo regolamento europeo  n. 2024/1252 del 11 aprile 2024 (Critical Raw Materials Act) delinea in modo chiaro ed inequivocabile la strategia che l’Unione europea deve perseguire per cercare di mitigare la propria dipendenza dalle forniture estere di materie prime essenziali per il proprio apparato industriale.

Il Critical Raw Materials Act come nuova leva verso l’autonomia strategica europea

I temi della doppia transizione hanno sempre più imposto come priorità nelle agende degli stati membri l’approvvigionamento di materie prime critiche, essenziali per i settori digital e green.  In Europa, la consapevolezza dell’importanza di queste risorse si è evoluta e rafforzata nel corso degli anni.

La normativa italiana sui minerali critici: come garantire un ruolo al nostro paese

L’entrata in vigore del regolamento europeo n. 2024/1252 del 11 aprile 2024, il cosiddetto Critical Raw Materials Act, che istituisce un quadro atto a garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile di materie prime critiche, pur essendo ormai annunciata da oltre un anno, ha trovato l’Italia impreparata ad applicarne i principi fondamentali dal punto di vista legislativo e regolamentare. 

Minerali critici: il ruolo del recupero e del riciclo

Garantirsi la disponibilità e l’approvvigionamento sicuro dei minerali critici si sta imponendo come priorità sia per gli operatori industriali del settore sia per il futuro del percorso di transizione energetica. Per evitare di dipendere totalmente da quei paesi che queste risorse le detengono, a volte anche in forma quasi monopolistica, è necessario agire su tre principali linee di azione indicate anche a livello europeo: riciclo, recupero e estrazione, oltre a sviluppo tecnologico per ridurre i fabbisogni e individuare materiali alternativi. 

Environmental and energy goals: the political debate in Spain

Over the past few years, environmental and energy issues have gained greater prominence in the public debate in Spain. This is not surprising, given that the country is probable one of the most exposed in Europe to climate change and its impact on human health, water availability and the quality of life in general. 

What’s after the elections in the energy and climate? Tasks for new European Commission

As the current European Commission's term concludes, preparations are underway for the next Commission to set new priorities in EU energy and climate policy. The upcoming years will witness significant shifts in the energy and industry sector, stirred by ongoing energy transition and driven by implementation of the Fit for 55 package which aims at significant reduction of emissions by 2030 and large deployment of RES. 

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