Al concludersi del mandato della Commissione europea, sono in atto i preparativi per la stesura della lista delle prossime priorità in tema di politiche climatiche ed energetiche. Nei prossimi anni si assisterà, infatti, ad importanti cambiamenti nei settori energetici e industriali, derivanti dalla transizione energetica in corso e guidati dall’implementazione del pacchetto Fit-For-55, il quale mira ad una riduzione significativa delle emissioni entro il 2030 e a una crescente installazione di nuove fonti rinnovabili.
Negli ultimi anni le questioni ambientali ed energetiche hanno acquisito maggiore importanza nel dibattito pubblico in Spagna. Il che non sorprende, visto che il Paese è probabilmente uno dei più esposti in Europa ai cambiamenti climatici e al loro impatto sulla salute umana, sulla disponibilità di acqua e sulla qualità della vita in generale.
Trentotto liste hanno presentato la loro candidatura per le elezioni europee del 9 giugno in Francia, tre in più rispetto al 2019, secondo un decreto del Ministero dell'Interno pubblicato sabato sulla Gazzetta Ufficiale.
Ambiente, clima ed energia giocano un ruolo cruciale nella campagna elettorale per le elezioni europee di giugno 2024. A renderli potenziali aghi della bilancia sono i numerosi episodi di emergenza climatica registrati nel continente europeo negli ultimi anni, che hanno lasciato tensioni irrisolte e desiderio di risposte concrete soprattutto nelle giovani generazioni, più sensibili e attente alle questioni climatico-ambientali.
Siamo giunti al tanto atteso voto europeo. Dal 6 al 9 giugno circa 360 milioni di persone potranno recarsi alle urne per rinnovare il Parlamento europeo e i suoi 720 europarlamentari. Elettrici e elettori voteranno per i partiti nazionali, il quali all’interno del Parlamento europeo possono aderire ai sette gruppi politici attualmente esistenti, dove siedono eurodeputati con la stessa visione politica.
Northwest Europe is at the forefront of low-emissions hydrogen development. The region accounts for around half of Europe’s total hydrogen demand. It has vast and untapped renewable energy potential in the North Sea and a well-developed, interconnected gas network which could be partially repurposed to facilitate the transmission and distribution of renewable and low-emissions hydrogen from production sites to demand centres.
L’Europa nordoccidentale è in prima linea nello sviluppo dell’idrogeno a basse emissioni. La regione assorbe circa la metà della domanda totale di idrogeno in Europa; dispone di un vasto e non sfruttato potenziale di energia rinnovabile nel Mare del Nord e di una rete di gas interconnessa ben sviluppata che potrebbe essere parzialmente riconvertita per facilitare la trasmissione e la distribuzione di idrogeno rinnovabile e a basse emissioni dai siti di produzione ai centri di domanda.
Dopo un iter legislativo durato quasi due anni e mezzo, il cosiddetto “Pacchetto Gas ed Idrogeno” è finalmente entrato nella fase finale ed è stato recentemente approvato dal Parlamento e dal Consiglio europeo.
Energia dall’idrogeno: come mai se ne parla sempre più spesso? La spinta verso questa soluzione è motivata principalmente da due ragioni: in primo luogo, gli obiettivi europei di decarbonizzazione al 2030 rendono necessaria la ricerca di soluzioni alternative ai gas fossili e a fonti considerate inquinanti. In secondo luogo, non meno importante, gli avvenimenti geopolitici degli ultimi due anni hanno riportato in risalto i temi dell’indipendenza e della sicurezza energetica, rendendo di fatto indispensabile l’adozione di nuove soluzioni che possano rendere il continente europeo (o almeno una parte) maggiormente indipendente e autonomo da forniture esterne.
Il settore dell’idrogeno è in continua evoluzione sia dal punto di vista industriale con un’accelerazione importante sui progetti e sulle tecnologie, sia dal punto di vista legislativo, dove troviamo un susseguirsi di novità normative.