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FONTI FOSSILI | 116 ARTICOLI

Il lungo, il corto, il russo

Una volta era semplice. Il gas viaggiava solo via tubo, e il tubo non essendo girevole garantiva l’ultima forma sopravvissuta di matrimonio indissolubile. Quello tra il giacimento (di provenienza) e il mercato (di destinazione). Il tubo però costava e costa; e lo si aveva da finanziare. Donde la necessità che gli fosse assicurato un cash flow pluriennale utilizzabile a garanzia del debito. Il contratto venne così a prendere forma obbligata. È bilaterale e deve essere pluriennale. A garantire la cassa contiene di regola una clausola di take or pay, in virtù della quale il compratore si obbliga a garantire in ogni anno il pagamento di un volume minimo di gas anche se in ipotesi ne ha ritirato di meno. La pluriennalità ti pone poi il problema della formula di prezzo. Su quello “istantaneo” di oggi si può trattare; ma come lo aggiorniamo per i prossimi vent’anni? La scelta fu di aggiornarlo non all’inflazione ma al costo dell’energia; e dunque di utilizzare a fini di indicizzazione il cugino petrolio, in forma dell’evoluzione di prezzo (di regola) di un paniere di greggi e/o di prodotti.

Reti locali gas, il gigante nel limbo

Qual è il futuro delle reti locali del gas nella transizione energetica? Per le sue dimensioni, il sistema di tubi, cabine e contatori che porta il metano nelle nostre case, uffici, ospedali e Pmi sarebbe a pieno titolo uno dei giganti tra le infrastrutture energetiche nazionali. Forse troppo frammentato per accorgersene, però, vive da tempo una fase di stagnazione e disorientamento, anche a causa della disattenzione del decisore pubblico, che sembra ricordarsi che esiste solo quando la cronaca ce lo costringe.

La pianificazione delle reti di distribuzione di energia per la decarbonizzazione

È ormai riconosciuto che le infrastrutture di trasporto di gas sono necessarie a supportare la transizione energetica; un processo che si protrarrà per alcuni decenni. La Direttiva 2021/0425 (COD) “on common rules for the internal markets in renewable and natural gases and in hydrogen” riconosce, infatti, che: “Gaseous fuels will play an important part in the energy mix by 2050, requiring the decarbonisation of the gas sector via a forward-looking design for competitive decarbonised gas markets”.

Gare gas: come si esce dallo status quo?

A che punto sono le gare per la distribuzione del gas? Dei 177 ambiti “ottimali”, al momento quelle svolte o avviate si contano sulle dita delle mani. Nella maggior parte del paese, sembra che non ci si scampo per sfuggire alla tirannia dello status quo. Del resto, tutto sembra disegnato per favorire l’inerzia: i gestori uscenti non hanno interesse alla contendibilità dei “loro” asset; molti comuni hanno partecipazioni nelle società incumbent; e molti altri, semplicemente, non vogliono perdere una leva indiretta di intervento diretto nell’economia attraverso assunzioni e forniture. La disciplina delle gare gas risale, nel suo impianto, al 1999.

Decarbonizzazione a tutto gas nel settore residenziale in Europa: tempi, vincoli e prospettive

Sino ad oggi il gas naturale ha rappresentato l’input energetico primario nel settore residenziale in Europa con una quota del 32% sui consumi finali di energia seguito dall’elettricità (25%), dalle fonti rinnovabili (20%), dai prodotti petroliferi (12%), dal calore derivato (8%) e dai combustibili solidi (3%). Più in particolare, nell’UE 27, il gas naturale costituisce il 69% dei consumi energetici del settore residenziale in Olanda, il 52% di quelli italiani, il 49% di quelli ungheresi, il 42% di quelli imputabili al settore residenziale in Belgio e il 39% di quelli tedeschi.

Fit for 55: okay Houston, abbiamo un problema

Nel momento in cui la pandemia ha allentato un po’ la sua presa, la domanda di energia ha ricominciato a correre. Secondo i dati dell’Agenzia internazionale per l’energia, nel 2021 a livello mondiale dovrebbe crescere del 4,6%, più che recuperando quanto perso nel 2020. Una stima ancora soggetta a qualche incertezza considerati i possibili effetti della cosiddetta variante “delta” ormai presente in oltre 120 Paesi nel mondo e già dominante in Europa, come hanno rilevato il Centro europeo prevenzione e controllo delle malattie (ECDC) e l'Organizzazione mondiale della Sanità (OMS).

Quotazioni del gas in aumento, ma non è tutta colpa della pandemia

La recente impennata dei prezzi del gas naturale era ampiamente prevista come risultato della ripresa economica dell'era post-pandemica. Nei primi giorni di luglio 2021 il prezzo spot dell’hub olandese TTF ha superato i 36 €/MWh, ma già nel mese di giugno aveva visto un’impennata di circa il 28%, con quotazioni giornaliere che tra fine maggio e inizio giugno si aggiravano intorno ai 25 €/MWh. Simili rialzi si sono verificati anche nei principali hub europei e mondiali.

Mercati retail dell’energia: quanto pesano le barriere all’entrata?

I consumatori finali dei mercati di vendita al dettaglio o retail dell’energia elettrica e del gas naturale, sono oggi liberi di scegliere i propri fornitori in quasi tutti i mercati degli Stati Membri dell’Unione Europea. E, almeno in teoria, i fornitori di servizi retail possono entrare in tali mercati e competere liberamente e in condizioni di parità con altri fornitori per la conquista di nuove fette di mercato. Questi, sono alcuni dei principali risultati del processo di liberalizzazzione che in Europa, nei mercati piu maturi, è ormai entrato nel terzo decennio.

Nuovi gas e mercato: il doppio dilemma che affligge la distribuzione gas

I gestori dei sistemi di distribuzione, più spesso indicati come DSO (Distribution System Operators), sono responsabili delle reti di distribuzione e assicurano le forniture di acqua, elettricità, gas o altre commodities. In molti paesi, come l’Italia, le attività del DSO assolvono a una missione di servizio pubblico che garantisce ai cittadini il diritto di accesso all’energia. A seconda degli Stati, un DSO può essere responsabile di uno o vari tipi di rete.

Verso un’economia decarbonizzata: il ruolo strategico delle reti gas

Nel mondo ferve il dibattito su come centrare gli ambiziosi obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti perseguendo direttrici di sviluppo che siano economicamente sostenibili per la collettività. Nel settore energetico, in particolare, può dirsi ormai definitivamente superata la dialettica, quasi manichea, fra i sostenitori dell’elettrificazione totale a tutti i costi e gli strenui difensori dello status quo dominato dalle fonti fossili, in favore di un modello di sviluppo energetico più realistico basato sul sector coupling, ovvero l’integrazione delle fonti finalizzata a una decarbonizzazione più efficace, rapida e sostenibile dell'economia e dei consumi energetici.

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