A quasi un quarto di secolo dalla norma che l'ha avviata, la riforma del servizio di distribuzione gas detiene un record poco invidiabile: tra le misure di policy che hanno visto la luce nello stesso periodo nell'energia è quella in cui più stridente è il contrasto tra la quantità di lavoro fatto per realizzarla e i risultati ottenuti. Mentre l'energia va incontro a nuovi profondi cambiamenti, vale la pena di fermarsi a rifletterci, quantomeno per non ripetere esperienze simili.
Nel 2024 è giunto al termine un cammino, quello del superamento delle tutele di prezzo nell'energia al dettaglio, iniziato quasi dieci anni fa con l'avvio dell'iter parlamentare della prima legge sulla concorrenza. Il mese scorso un evento pubblico del Tavolo Superamento Tutele promosso da I-Com e PAA ha fotografato efficacemente il senso di questo passaggio.
Dalle grandi speranze nella concorrenza a una tela di Penelope, voltasi infine in una stasi segnata da conflittualità latente. Per chi nell'ultimo ventennio abbia seguito da osservatore la parabola della liberalizzazione della distribuzione gas, come chi scrive, è forte la tentazione di riassumerla così.
Se il 2022 è stato un anno senza precedenti per l’energia in generale, ciò è per certi versi ancor più vero per la filiera gas. Nell’arco di pochi mesi, il mercato del metano - fulcro dello shock energetico iniziato nel 2021 e intensificatosi con la crisi ucraina - ha visto incepparsi meccanismi cardine che da anni ne garantivano il funzionamento, trovandosi ora a marciare a tentoni, per un tempo ancora difficile da prevedere.
Il piano di contenimento dei consumi gas varato in settembre dal Mite prevede di ridurre la domanda di oltre un miliardo e mezzo di metri cubi tra agosto 2022 e marzo 2023, aumentando al massimo la produzione delle centrali a carbone. Una “massimizzazione” di fatto dell’utilizzo delle ultime centrali a combustibili solidi in Italia, del resto, era in gran parte già in atto da mesi per ragioni commerciali, tanto che l’entrata in vigore dell’obbligo non sembra aver modificato molto il quadro.
A voler cercare nella figura qui sotto i record dei prezzi di elettricità e gas che tanto fecero scalpore nell'estate del 2021, quasi si fatica a trovarli. Nell’anno successivo sono stati, infatti, seguiti da una serie di ondate (almeno quattro) di aumenti assai peggiori. L’ultimo sembra aver avuto il suo picco nei giorni scorsi e si prepara ora a scaricare i propri effetti sull’economia.
Il ruolo fondamentale che gioca lo stoccaggio nella filiera gas è noto e gli eventi di questi ultimi mesi non fanno che confermarlo. Lo stoccaggio serve al bilanciamento del sistema, per la modulazione del gas per le diverse tipologie di utenza e soprattutto per rispondere alle esigenze di variazione stagionale della domanda. In questo senso lo stoccaggio ha anche un’importanza strategica per la sicurezza del sistema gas, consentendo di compensare la maggiore domanda invernale che il mix di importazione e produzione non riuscirebbe da solo a coprire.
Qual è il futuro delle reti locali del gas nella transizione energetica? Per le sue dimensioni, il sistema di tubi, cabine e contatori che porta il metano nelle nostre case, uffici, ospedali e Pmi sarebbe a pieno titolo uno dei giganti tra le infrastrutture energetiche nazionali. Forse troppo frammentato per accorgersene, però, vive da tempo una fase di stagnazione e disorientamento, anche a causa della disattenzione del decisore pubblico, che sembra ricordarsi che esiste solo quando la cronaca ce lo costringe.
Nel mese di novembre, alla vigilia della stagione invernale, i prezzi sulla borsa elettrica hanno aggiornato nuovamente il massimo storico: 226 €/MWh.
Si tratta del culmine, finora, di una fase di rialzi che prosegue da un anno e mezzo e dalla scorsa estate è divenuta un vero e proprio rally. Il record di novembre, infatti, è il quinto consecutivo dopo i 102,65 di luglio, i 112,4 di agosto, 158,6 di settembre e i 217,6 di ottobre.
Il prossimo 29 agosto saranno passati 4 anni dall'entrata in vigore della legge 124 del 2017, la prima e finora unica legge annuale sulla Concorrenza italiana. Una delle sue previsioni più dibattute è la fine dei prezzi tutelati dell’energia al dettaglio, prevista inizialmente per il 2019 e ora, dopo due proroghe, per il gennaio 2023. In questi anni, mentre l’obiettivo si allontanava, diversi elementi al contorno sono cambiati e vale la pena provare a fare il punto.