È ormai è noto a tutti quanto la transizione energetica sia un percorso lungo e difficile, che richiede l’utilizzo di diverse leve per poter essere attuato, nessuna esclusa, soprattutto a livello di tecnologie. Fra queste rientra l’idrogeno, vettore energetico estremamente versatile, che può essere anche impiegato per decarbonizzare i prodotti e i processi produttivi.
Tra i vari utilizzi, l’idrogeno può aiutare a garantire la disponibilità e la continuità di energia rinnovabile, specie eolica e fotovoltaica, che per loro natura sono intermittenti. L’idrogeno infatti può essere utilizzato come elemento di stoccaggio di energia e in tal senso Rosetti Marino sta realizzando un progetto particolarmente significativo in Olanda, per un primario operatore nel mondo dell'energia. Si tratta di una piattaforma prototipo su scala industriale che sarà impiegata all'interno di un grosso campo eolico: per generare l’idrogeno si utilizza l’energia elettrica prodotta dalle pale eoliche che non può essere utilizzata immediatamente e che altrimenti verrebbe sprecata. Tale surplus di energia viene sfruttato per elettrolizzare dell'acqua di mare, da cui si separano l'ossigeno e l'idrogeno, che viene stoccato in serbatoi e trasformato nuovamente in energia elettrica quando il vento non è sufficiente a coprire il fabbisogno della rete, grazie a delle celle a combustibile (fuel cells). L’ossigeno, invece, viene emesso in atmosfera.
Si tratta, di fatto, di una power hub, uno stoccaggio di energia che avviene in mare, lontano quindi anche da situazioni potenziali di pericolo che contraddistinguono questo vettore. Per quanto l’efficienza del processo non sia ancora altissima, questo progetto permette di produrre idrogeno verde sfruttando energia elettrica pulita che, altrimenti, andrebbe sprecata.
Per una più ampia diffusione, però, questa soluzione prototipale richiede ancora uno sforzo per superare una serie di difficoltà che muovono dalla scarsa preparazione dei fornitori di equipment, abituati a operare solo in applicazioni a terra e carenti di esperienza e capacità EPC nell’offshore. Un ruolo importante a tal fine lo sta svolgendo Fores Engineering, integratore EPC di primo ordine a livello mondiale, che sta realizzando il package offshore dell'elettrolizzatore: quindi non solo l'elettrolizzatore, ma anche il trattamento dell'acqua e la purificazione dell'idrogeno, processi propedeutici allo stoccaggio vero e proprio alla successiva conversione con Fuel Cell in energia elettrica.
È doveroso sottolineare, però, che progetti interessanti come quello in via di realizzazione da Rosetti Marino per il Mare del Nord non possono rimanere isolati e sarebbe opportuno che le compagnie energetiche partissero da questi per far evolvere e perfezionare la tecnologia. Inoltre, servirebbe avere più chiarezza, specie nelle sedi istituzionali europee, sugli utilizzi dell’idrogeno da incentivare, specie quelli dell’idrogeno verde i cui costi di produzione sono ancora molto alti e la cui domanda rimane scarsa. Ad oggi, sono almeno tre gli utilizzi prevedibili dell’idrogeno: 1) l'impiego in miscela con il metano (e potenzialmente un domani anche da solo) in pipeline; 2) come stoccaggio di energia rinnovabile, e ciò richiederebbe infrastrutture completamente diverse, forse anche più economiche, che necessitano di forme di incentivazione ad hoc; 3) per produrre e-fuels, dove l’idrogeno verde si andrebbe a combinare con la CO2 catturata. Anche in quest’ultimo ambito gli investimenti sono di natura diversa e specialistica e andrebbero incentivati e sostenuti, anche alla luce dell’inclusione, con il Fit for 55, di questi carburanti nell’utilizzo dei motori a combustione interna. Le potenzialità in tal senso sono tante, soprattutto se ci riferiamo al metanolo sintetico e verde da utilizzare per il trasporto aereo e marittimo, segmenti ancor oggi per il 95% alimentati da fonti fossili.
L’idrogeno, quindi, rimane una realtà ancora da esplorare che, come altre realtà, va percorsa in ottica di decarbonizzazione; analogamente a quel che si sta facendo per la CCS con risultati anche incoraggianti, come dimostrano le attività del gruppo Rosetti Marino nel distretto di Ravenna. Sono necessari fatti, risultati concreti, che siano facili da comunicare e che servano anche a motivare i dipendenti e tutta la comunità sulla possibilità di un cambiamento. Cambiamento però che non deve riguardare solo il mondo industriale che già tanto sta facendo in ottica di decarbonizzazione – il settore O&G realizza già impianti che risparmiano rispetto al passato il 30-40% di energia - ma deve investire ognuno di noi, che consumiamo e sprechiamo energia. Serve portare efficienza nella generazione di infrastrutture, negli impianti atti a ridurre l'impronta carbonica e serve fare scelte chiare su dove destinare quegli incentivi che indirizzeranno gli sviluppi industriali del futuro e che vanno decisi adesso. Dei passi importanti sono già stati compiuti: si pensi alla rivoluzionaria invenzione dei LED e al risparmio che da questo discende. La strada è ancora lunga ma percorribile.