I gestori dei sistemi di distribuzione, più spesso indicati come DSO (Distribution System Operators), sono responsabili delle reti di distribuzione e assicurano le forniture di acqua, elettricità, gas o altre commodities. In molti paesi, come l’Italia, le attività del DSO assolvono a una missione di servizio pubblico che garantisce ai cittadini il diritto di accesso all’energia. A seconda degli Stati, un DSO può essere responsabile di uno o vari tipi di rete.
Nel caso del gas, la regolazione ha sostenuto, nel tempo, un approccio basato sul mercato che garantisce l'accesso non discriminatorio alle reti di terze parti e conferisce a ciascun DSO il ruolo di abilitatore neutrale. In qualità di abilitatore neutrale della generazione distribuita e di garante dell’accesso all’energia, il DSO si trova quindi ad operare in una doppia veste. Da un lato, deve garantire forniture sicure e affidabili di beni quali energia elettrica, acqua e gas a tutti i consumatori; dall’altro, non può avere comportamenti discriminatori tra le diverse fonti di energia, fino a quando queste ultime possono essere trasportate e distribuite in modo sicuro agli utenti finali. Pertanto, nel caso specifico del gas è dirimente trovare un equilibrio tra una riforma del quadro normativo che continui a garantire un approccio basato sul mercato - vista la maggiore diffusione di nuove tipologie di gas e la loro miscelazione nella rete - e lo sviluppo di strumenti tecnologici e meccanismi di coordinamento idonei a garantire la sicurezza delle forniture.
Da un punto di vista regolatorio, il “terzo pacchetto Energia” ha posto in essere regole stringenti per garantire l’assenza di discriminazione a vantaggio dei consumatori. Tuttavia, si tratta di un framework normativo pensato per il metano che oggi, a fronte dello sviluppo dell'idrogeno e di altri gas rinnovabili, sarà necessario adattare ed estendere ai nuovi vettori energetici.
Oltre alla legislazione primaria, nuovi adattamenti sono richiesti nella legislazione secondaria, come i “codici di rete” (CR) che regolano aspetti specifici dell'infrastruttura e ne garantiscono il buon funzionamento. I codici di rete sull'interoperabilità e il bilanciamento, per esempio, richiederanno una revisione per far fronte a livelli crescenti di gas rinnovabili e di gas a basse emissioni di carbonio, in particolar modo con riferimento al tema della distribuzione localizzata con sempre maggiori volumi di produzione locale e decentralizzata immessi in rete e in grado di impattare su qualità e flussi del sistema gas europeo.
Infine, anche il regolamento TEN-E che finora ha contribuito a garantire un mercato dell’energia ben integrato, sta evolvendo per includere nuove categorie di fonti e nuove regole di funzionamento delle infrastrutture. La revisione del TEN-E, proposta a dicembre 2020, aumenterà l'attenzione sia sulle reti gas intelligenti - che dovrebbero essere sempre più digitalizzate per garantire un migliore tracciamento dei flussi e delle qualità dei gas – sia sulle reti dedicate all'idrogeno che potrebbero sostituire o integrare quelle esistenti destinate al trasporto del metano, a seconda delle esigenze locali e del potenziale di produzione.
Per affrontare in modo adeguato il tema dei nuovi gas e delle relative dinamiche evolutive, il coordinamento risulta essere lo strumento cardine. Il coordinamento deve infatti essere assicurato sia lato DSO/TSO (Trasmission System Operators) per garantire l'integrità della rete, sia dal punto di vista dell’operatore/utente finale in modo che abbia accesso ai quantitativi di gas richiesti. Per questo motivo, DSO e TSO cercano una sempre più stretta collaborazione, nell’ottica di garantire che le reti e il sistema siano adeguati. Ciò è cruciale in quanto la stragrande maggioranza dei consumatori finali è collegata alla rete gestita dai DSO, mentre la produzione e i flussi di gas saranno in futuro sia decentralizzati che centralizzati, quel che implica un sistema sempre più bidirezionale sia a livello di TSO che di DSO.
Un esempio chiaro è il recente lancio di un PRIME mover group sulla qualità del gas (PMGQ) volto a consultare gli stakeholder dell'intera catena del valore del gas in merito ai percorsi e alle soluzioni che possono essere proposti per facilitare la transizione. Saranno necessari importanti adattamenti relativi alla qualità del gas a seconda degli usi finali. Ad esempio, ad un cliente domestico verranno richiesti aggiustamenti di rete diversi rispetto ad un consumatore industriale che può acquistare idrogeno puro come materia prima da impiegare nella chimica. Si tratta di esigenze specifiche che richiederanno soluzioni diversificate a cui la tecnologia potrà rispondere. In alcuni casi, la soluzione più conveniente potrebbe essere rappresentata da una membrana in grado di separare le componenti della miscela (deblending). In altri casi, in particolare nelle fasi iniziali, un semplice adattamento della caldaia può consentire l’utilizzo di gas di diversa qualità per il riscaldamento. Il PMGQ si pone l’obiettivo di garantire una transizione efficiente, che tenga conto di tutti i vettori energetici e di loro opportune sinergie.
Sebbene questo sia solo l'inizio di un processo di cambiamento e adattamento e per quanto una revisione del “pacchetto gas” sia attesa entro la fine del 2021, la discussione tra le parti interessate è già attiva al fine di trovare risposte adeguate a domande molto pertinenti. Qual è il modo migliore per integrare i gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio in modo economicamente efficiente? Di quali responsabilità potrebbero essere investiti i DSO e gli altri attori per far fronte a questi nuovi gas? Come può contribuire la digitalizzazione e quali soluzioni innovative potrebbero essere sviluppate nei prossimi anni? Come garantire che l’approccio basato sul mercato, che ha fornito un sistema competitivo e funzionante, possa essere aggiornato e funzionale alla commercializzazione di tutti i nuovi tipi di gas? Le risposte a queste domande, nonché la lista delle prossime priorità, dovranno necessariamente essere chiarite entro il 2021.