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FONTI RINNOVABILI | 150 ARTICOLI

Comunità energetiche e sociali per contrastare la povertà energetica

Le comunità di energia rinnovabili raggruppano cittadini, piccole e medie imprese e enti territoriali per garantire la condivisione dell’energia rinnovabile prodotta fra i membri della stessa comunità. In un ambito territoriale molto circoscritto - quello delle utenze sotto la stessa cabina secondaria (equivalente a un piccolo quartiere) - la comunità può fare impianti propri o convenzionarsi con impianti di terzi per organizzare la condivisione dell’energia.

Il progetto GECO e i vantaggi della comunità energetica per i condomini del Pilastro

Il progetto GECO (Green Energy COmmunity) nasce nel distretto Pilastro-Roveri di Bologna, un’area in cui si concentrano edifici residenziali (circa 7.500 abitanti, di cui 1.400 in alloggi sociali), complessi commerciali (il Centro Commerciale Pilastro, Centro Commerciale Meraville, CAAB e Fabbrica Italiana Contadina - FICO/Eataly) e centri di produzione industriale ed artigianale, prevalentemente concentrati nella Zona Roveri.

Mobilità sostenibile: tra il dire e il fare c’è di mezzo il GNL (e il bio-GNL)

Perché leghiamo il GNL e il bio-GNL al concetto di decarbonizzazione della logistica? E soprattutto che legame c’è fra decarbonizzazione e mobilità sostenibile? Per mobilità sostenibile si intende un principio che è alla base di un sistema di trasporto ideale, di persone e di merci che, pur soddisfacendo le esigenze di spostamento o movimentazione, non genera (o limita fortemente) le esternalità negative, concorrendo a garantire una buona qualità della vita.

Bio-LNG 4 Italy: Snam accelera sul biometano

Otto stazioni di rifornimento di gas naturale liquefatto (GNL) e bio-GNL, un impianto per la microliquefazione del gas e del biometano da gasdotto, e, infine, la realizzazione di baie di carico per il rifornimento di autocisterne GNL al terminale di Panigaglia: ecco in cosa consiste il progetto di Snam, che fa del biometano una delle nuove direttrici del proprio business in chiave di transizione energetica.

Dai rifiuti al Bio-GNL, il primo impianto italiano

Il biometano è una soluzione pronta e immediatamente utilizzabile per traguardare un trasporto carbon free. Un esempio virtuoso di economia circolare 100% Made in Italy: sottoprodotti agricoli e agroindustriali, oltre a rifiuti e fanghi che si trasformano in biometano e Bio-GNL (biometano liquefatto) per l’autotrazione, utilizzabili per alimentare i motori delle auto, dei veicoli commerciali e mezzi pesanti. Si tratta di un carburante dalle minori emissioni, che porta all’azzeramento della CO2 emessa dai veicoli stessi.

Bio-GNL: una componente importante per lo sviluppo del sistema biometano

Il bio-GNL, come noto, è uno dei vettori energetici più promettenti per lo sviluppo della sostenibilità dei trasporti e costituisce un campo di impiego della produzione di biometano agricolo dalle ampie potenzialità. Infatti, ci sono numerosi fattori che rappresentano elementi di interesse per lo sviluppo del biometano liquefatto e, tra questi, in primis il fatto che grazie allo sviluppo del bio-GNL nel mondo dei trasporti si apre la strada per il raggiungimento dei traguardi ambientali europei fissati per il 2030.

Cos’è il Bio-GNL e perché è il migliore alleato per decarbonizzare i trasporti

L’UE ha fissato una serie di obiettivi per poter raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050 e le misure e le sinergie messe in atto oggi sono essenziali per imboccare la strada giusta. In questo percorso, i gas rinnovabili sono chiamati a svolgere un ruolo importante e il Bio-GNL non è esente da questo compito.

Il Bio-GNL è prodotto attraverso la liquefazione di un gas rinnovabile: il biometano.

L’idrogeno tra nuovo governo e fondi europei: un’occasione da non perdere

L’idrogeno viene riconosciuto come il vettore energetico ideale per supportare e abilitare i percorsi di profonda decarbonizzazione sia livello europeo che internazionale, tanto che il suo sviluppo è stato inserito tra gli obiettivi della Commissione europea che attraverso il Green Deal mira alla neutralità carbonica entro il 2050. In Europa, l’interesse nei confronti dell’idrogeno è cresciuto negli ultimi anni e molti passi, sia di natura politica che economica, sono stati compiuti a sostegno di un settore strutturato che può contare su un’ampia filiera tecnologica.

Eolico offshore e agrivoltaico: se anche le rinnovabili diventano scomode

Le avanguardie ambientaliste del secolo scorso si muovevano lungo una frattura allora molto profonda, quella che separava la tutela del lavoro da quella della salute (ambientale e dunque umana). Fortunatamente, l’avanzata del progresso tecnologico sta progressivamente limando i motivi di scontro su questo fronte. I problemi da superare restano, ma adesso gli strumenti per affrontarli ci sono. Si sta però diffondendo a macchia d’olio un nuovo tipo di conflitto, ben più subdolo: quello tra “sfiduciati” e “costruttori”. Su questo terreno, almeno in Italia, i nuovi ed illuminanti motivi di frizione sono l’eolico offshore e l’agrivoltaico.

E-fuels: cosa sono e quali mercati conquisteranno?

Nel processo di decarbonizzazione dei combustibili si inserisce una categoria di prodotti che potenzialmente è in grado di fornire un importante contributo nella transizione energetica verso un futuro sostenibile, i cosiddetti “electrofuel”, anche denominati “powerfuel” o “Power-to-X (PtX)”, o più semplicemente: “e-fuel”.

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