Esattamente un anno fa, su queste pagine, tracciavamo un bilancio energetico del 2022 appena trascorso attraverso la lettura congiunta degli angoli del “trilemma dell’energia”. Il 2022 è stato l’anno in cui l’Europa e i suoi Paesi Membri si sono riscoperti vulnerabili dal punto di vista energetico. Si è posto il problema dell’accessibilità economica dell’energia; i prezzi del gas naturale nell’hub olandese TTF hanno raggiunto picchi di oltre 350 €/MWh nel terzo trimestre del 2022.
Come noto, lo scorso 4 novembre è entrato in vigore l'Accordo di Parigi sul clima attraverso il quale i 190 paesi formalmente firmatari si sono impegnati a mantenere l’aumento medio della temperatura globale “ben al di sotto di 2 gradi Celsius” rispetto ai livelli preindustriali e a cercare di limitare tale crescita a 1,5 gradi, valore che dovrebbe ridurre in misura significativa le perdite e i danni associati agli effetti negativi dei cambiamenti climatici. Il raggiungimento di questi obiettivi passa inevitabilmente per una modifica radicale dei processi di produzione e di consumo di energia, attualmente responsabili di almeno i due terzi delle emissioni a livello globale, all’interno della quale l’impiego delle fonti rinnovabili (FER) è destinato ad occupare un ruolo via via crescente.