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L’importanza di decarbonizzare il trasporto marittimo nel Mediterraneo

I porti costituiscono un elemento vitale dell'economia dell'Unione Europea, coprendo circa il 75% del commercio extra-UE e il 36% del commercio intra-UE. A livello europeo, la principale infrastruttura è sicuramente rappresentata dal porto di Rotterdam, che detiene la capacità di transito di merci più elevata d'Europa: fra i porti italiani, Gioia Tauro è tra i primi 10 in Europa per capacità di transito. A questo fondamentale ruolo economico è tuttavia associato un rilevante impatto sull'ambiente: le navi sono responsabili del 13,5% delle emissioni di gas a effetto serra, generate dai diversi mezzi di trasporto nell’UE. Nello specifico, i porti rappresentano significative fonti di gas climaalteranti: il già citato porto di Rotterdam, ad esempio, emette 13,7 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, rendendolo il porto a maggior impatto di emissioni ad effettp serra del Vecchio Continente. 

I trasporti nel nuovo PNIEC: le considerazioni di Unem

L’obiettivo dell’aggiornamento del PNIEC è quello di delineare uno scenario al 2030 coerente con i target ambientali più severi derivanti dagli obiettivi del Green Deal comunitario e del conseguente pacchetto “FF55”, con nuovi vincoli emissivi anche per i trasporti. Già nel 2021-22 RSE ha elaborato uno scenario al 2030 su come avrebbe dovuto evolvere il quadro energetico nazionale per rispondere ai target di riduzione delle emissioni climalteranti fissati dal Pacchetto “FF55”. Tuttavia, lo scenario RSE, così come il PNIEC 2019, limitano ampiamente le potenzialità dei carburanti liquidi e gassosi low carbon (LCF) al raggiungimento dei nuovi obiettivi, in particolare per il trasporto stradale che molto difficilmente riuscirà ad essere decarbonizzato al livello richiesto dall’UE senza il loro apporto.

Quanti veicoli con ricarica ci aspettiamo al 2030?

Di quanti veicoli plug-in si parla?

Nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) aggiornato al 2023, sottoposto dal Ministero dell’Ambiente alla Commissione Europea, pag. 83, si legge: “Ci si aspetta una diffusione complessiva di quasi 6,6 milioni di veicoli ad alimentazione elettrica al 2030 di cui circa 4,3 milioni di veicoli elettrici puri (BEV)”.  Tali numeri sono simili a quelli del precedente PNIEC 2020: “In merito alla mobilità elettrica, il PNIEC fissa al 2030 un target [omissis] per il trasporto stradale. Per quest’ultimo sono previste misure per il rinnovo dei veicoli privati e viene fissato l’obiettivo cumulato di circa 4 milioni di auto elettriche pure (BEV) che, se sommate alle auto ibride plug-in, consentirebbero di arrivare a un valore complessivo di circa 6 milioni di unità”.

PNIEC e trasporti marittimi: quali prospettive?

Il 30 giugno il MASE ha inviato in approvazione all’esecutivo von der Leyen una nuova versione del PNIEC contenente le linee strategiche di sviluppo per l’Italia sui temi energia e clima. La direzione seguita è rimasta quella già prevista in termini di decarbonizzazione, continuando però a destare molte perplessità. L’obiettivo 2030 delle rinnovabili nei consumi energetici finali è salito al 40%, 10 punti percentuali in più rispetto al Piano approvato nel 2020. Inoltre, il cosiddetto Regolamento Effort Sharing-ESR (EU 2023/857) ha posto al 43,7% la riduzione delle emissioni al 2023 rispetto ai valori 2005  per i settori non -ETS (trasporti, residenziale etc).

L’importanza dei SAF nella decarbonizzazione del comparto dell’aviazione civile

Negli ultimi anni, il proliferare di documenti e normative (Fit for 55, RED II, RED III, aggiornamento del PNIEC, etc), spesso rivisti più volte e in taluni casi aspramente dibattuti, ha focalizzato l’attenzione della politica e degli stakeholder sulla trasformazione del settore trasporti, osservato speciale nell’iter verso la neutralità climatica dell’Unione Europea e, a cascata, dei suoi stati membri. Il settore della mobilità, centrale nella vita delle persone, è fortemente energy intensive e presenta differenziazioni importanti in termini di possibilità di intervento a seconda del segmento che si considera (stradale, marittimo, aereo).

L’importanza di puntare sui Low Carbon Fuels

In questi ultimi mesi, il dibattito politico sull’opportunità di ricorrere anche ai Low Carbon Fuels (LCF), in affiancamento alla trazione elettrica, nel percorso di decarbonizzazione del sistema trasporti è stato particolarmente acceso. Dopo un’iniziale presa di posizione rigida da parte delle istituzioni europee – con lo stop generalizzato al motore endotermico dal 2035 seguito dalla più recente eccezione degli e-fuel, sembra ci sia ancora margine per correggere la rotta includendo tra le opzioni gli LCF. Di questi ultimi, della necessità di una loro valorizzazione e delle prospettive future del settore ne abbiamo parlato con il neo-eletto Presidente di unem – Unione Energie per la Mobilità, Gianni Murano.

Quando si dice emissioni di metano. A che punto siamo?

È ormai un fatto riconosciuto che le emissioni di metano svolgano un ruolo di primo piano come driver del riscaldamento climatico. Le evidenze scientifiche si moltiplicano, così come le iniziative internazionali tese alla riduzione dei rilasci di CH4 in atmosfera che, ricordiamolo, provengono da tre principali fonti antropiche: energia, agricoltura intensiva, gestione dei rifiuti.  Negli ultimi due anni abbiamo tristemente assistito all’utilizzo di risorse energetiche fossili come armi geopolitiche. Allo stesso tempo assistiamo a iniziative per decarbonizzare i sistemi energetici, superare il modello fossile, diffondere le rinnovabili e i nuovi gas.

Global Methane Reductions: The EU's Path to Climate Leadership and Multilateral Cooperation

Tackling methane emissions associated with human activity is crucial for achieving the Paris Climate goals. According to the IEA the energy sector alone contributes approximately one third of global anthropogenic methane emissions, amounting to nearly 135 million tonnes in 2022. Among the energy sector emissions, the gas sector accounts for around 30%. By addressing methane emission reductions in the gas sector, substantial progress can be made towards mitigating the impacts of climate change.

Emissioni di metano: il percorso europeo per la leadership e la cooperazione multilaterale

Lavorare per ridurre le emissioni di metano associate all'attività umana è fondamentale per raggiungere gli obiettivi climatici proposti a Parigi. Secondo l'AIE, il solo settore energetico contribuisce per circa un terzo alle emissioni globali di metano di natura antropogenica, pari a quasi 135 milioni di tonnellate nel 2022. Tra le emissioni del settore energetico, il comparto del gas pesa per circa il 30%. Pertanto solo riducendo le relative emissioni di metano è possibile compiere progressi sostanziali verso la mitigazione degli impatti dei cambiamenti climatici.

Finalmente le emissioni di metano della filiera del gas naturale nel PNIEC

Negli ultimi anni il quadro delle iniziative internazionali per la riduzione delle emissioni di metano si è rafforzato con il lancio  del “Global Methane Pledge” (GMP) e con la costituzione dell’International Methane Emissions Observatory (IMEO). Iniziative che si aggiungono a quelle dell’Oil& Gas Methane Partnership (OGMP) 2.0 e della International Energy Agency (IEA).

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