ACQUA & AMBIENTE | 124 ARTICOLI
L’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) ha pubblicato ad ottobre il World Energy Outlook (WEO) 2021, pensato come guida alla conferenza sul cambiamento climatico COP26 e che intende analizzare gli impatti degli impegni di riduzione delle emissioni presi finora dai Governi di tutto il mondo e suggerire azioni aggiuntive necessarie a limitare il riscaldamento globale entro la soglia critica di 1,5 °C.
A Napoli, per la prima volta nella storia dei G20, clima ed energia sono stati protagonisti allo stesso tavolo. Segno che, finalmente, l’interconnessione tra questi due mondi è riconosciuta e considerata cruciale per affrontare la transizione. I lavori si sono aperti con le condoglianze ai delegati di Germania e Olanda per le vittime delle alluvioni: altro segnale positivo sulla maturazione culturale da parte di tutti i Paesi riuniti, che rappresentano circa due terzi delle emissioni globali, l’80% del PIL mondiale e il 60% della popolazione.
La scienza al servizio dell’industria, l’industria al servizio delle politiche climatiche. Nella cornice degli Accordi di Parigi, che punta a limitare il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali, è nata la Science Based Target initiative (SBTi), che oggi conta oltre 1.200 aziende private. L’iniziativa è una partnership tra CDP, il Global Compact delle Nazioni Unite, il World Resources Institute (WRI) e il World Wide Fund for Nature (WWF) che negli anni hanno investito per definire le migliori pratiche aziendali nella definizione di obiettivi climatici basati sulla scienza, allargando la rete di aderenti e aggiornando la formazione garantita a chi intraprende questo percorso di decarbonizzazione.
L’allarme siccità nelle campagne italiane, dove si tenta di salvare le colture con le irrigazioni di soccorso, è la dimostrazione dell’importanza dell’acqua come vera e propria risorsa strategica nazionale. Infatti, la prolungata mancanza di precipitazioni insieme al caldo torrido stanno seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza ci sono dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal pomodoro ai cereali.
Al fine di monitorare gli impatti dei cambiamenti climatici e di valutare le necessarie azioni per fronteggiare le conseguenze in atto sui nostri territori, il Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente ha presentato il primo “Rapporto nazionale sugli indicatori di impatto dei cambiamenti climatici”. Quello che emerge è un quadro preoccupante e che ci invita a riflettere. Ne abbiamo parlato con la Dott.ssa Francesca Giordano che ne ha coordinato i lavori.
In Europa, l’Italia è leader nell’economia circolare: questo è il messaggio positivo che emerge dall’ultimo Rapporto sull’Economia circolare realizzato dal Circular Economy Network (CEN) in collaborazione con ENEA. Per arrivare a questa sintesi, il 3° Rapporto del CEN analizza i risultati raggiunti da Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia nelle aree della produzione, del consumo, della gestione circolare dei rifiuti oltre che degli investimenti e dell’occupazione nel riciclo e nella riparazione e riutilizzo.
L’uso crescente dell’usa e getta in plastica, il basso tasso di riciclo e la sua pervasiva dispersione nell’ambiente hanno spinto l’Unione europea ad adottare una Strategia ad hoc nel 2018 e, l’anno successivo, la direttiva Single Use Plastics (Sup). Iniziative che hanno fatto seguito all’allarme delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica. Secondo l’Onu, infatti, ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari del globo, scomponendosi in pezzi sempre più piccoli.
Il riciclo del legno in Italia rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare che genera importanti vantaggi economici e ambientali. Il 97% del legno a fine vita diventa nuova materia prima per l’industria del legno-arredo, permettendo di evitare l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2.
Dalla cassetta di legno per l’ortofrutta alla cucina di casa nostra o dal pallet al mobile di design, il passo è breve. Detta così sembra semplice, ma dietro questo viaggio circolare del legno c’è un sistema articolato gestito da Rilegno, il consorzio ambientale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno, che solo nel 2020 ha raccolto e avviato a riciclo 1.841.000 tonnellate di legno.
Da una parte il giro di vite sulla plastica, in particolare quella usa e getta, dall’altra la ricerca non sempre lineare di uno sviluppo sostenibile da parte del legislatore nazionale e comunitario. Nel mezzo Novamont, azienda leader nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals, che promuove un modello di bioeconomia basato sull’uso efficiente delle risorse rinnovabili e sulla rigenerazione territoriale. La produzione di bioplastiche biodegradabili e biocompostabili, oltre che essere un chiaro esempio di circolarità è un vanto tutto italiano, che deve essere rivendicato al pari della guerra alle plastiche tradizionali. Ne abbiamo parlato con Andrea di Stefano, Responsabile progetti speciali di Novamont.
Qual è la verità del G7? Quella dell’AIE che si è congratulata con i suoi leader definendo il meeting una pietra miliare? Oppure quella dei movimenti ambientalisti che giudicano insufficiente, per fronteggiare l’urgenza del cambiamento climatico, la riaffermazione dell’obiettivo dei 100 miliardi di dollari all’anno ai paesi in via di sviluppo? Il bicchiere è vuoto o è pieno? Chi ha ragione? Se si fa un’analisi del testo del Comunicato ufficiale del G7 non si può non concludere che, uno, non vi sono elementi di novità di rilievo rispetto al quadro ante-G7, due, gli impegni presi, e soprattutto il linguaggio usato, sono alquanto generici.