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ACQUA & AMBIENTE | 124 ARTICOLI

Lo sviluppo della finanza verde in Italia: stato dell’arte, punti di forza, criticità

Negli ultimi anni il dibattito internazionale si è concentrato con crescente interesse sulla rilevante questione della tutela ambientale, indirizzando l’attenzione sulla transizione verso un’economia sostenibile. Il cammino lungo il sentiero dello sviluppo economico basato sulla decarbonizzazione ha subito una forte accelerazione nel 2015, quando i governi del mondo hanno raggiunto tre importanti accordi che definiscono la loro visione per i prossimi decenni:

Perché la giornata dell'acqua è stata dedicata ai bambini?

Entro il 2040, nel mondo, circa 1 bambino su 4 vivrà in zone con uno stress idrico estremamente elevato. Oggi sono quasi 160 milioni i bambini che vivono in zone ad alta o estrema siccità. Più di 3,5 miliardi di persone - circa la metà della popolazione mondiale - soffrono di grave penuria idrica per almeno un mese all'anno, di cui circa 2 miliardi per almeno sei mesi all'anno. Inoltre, sono circa 500 milioni i bambini che vivono in zone ad altissimo rischio di inondazioni a causa di eventi meteorologici estremi come cicloni, uragani, tempeste e innalzamento del livello del mare. Questo è il motivo per cui abbiamo deciso di dedicare la Giornata Mondiale dell’Acqua, che si è celebrata lo scorso 22 marzo, a tutti i bambini del mondo: perché dobbiamo ricordarci, ogni giorno, di garantire loro il futuro che meritano.

Se l’accesso all’acqua rimane un miraggio

In occasione della recente “Giornata mondiale dell'acqua” e alla luce dell’emergenza-coronavirus, Azione contro la Fame, organizzazione umanitaria internazionale leader nella lotta alla fame e alla malnutrizione, ha ribadito la centralità dell’utilizzo di acqua pulita e potabile da parte di tutti. Senza accesso a risorse idriche adeguate, non è possibile garantire l’igiene. E laddove non c’è igiene, si registra inevitabilmente un tasso più elevato di malattie. Basti pensare che la malnutrizione, per 1 bambino su 2, è ancora collegata alle cosiddette “malattie dell’acqua”.

Il clima che cambia: tempo di agire e ridurre le emissioni

La concentrazione dei gas-serra continua ad aumentare e sempre più rapidamente, dopo il rallentamento causato dalla crisi economica mondiale del 2008. Purtroppo, l’accelerazione delle emissioni legate alle attività umane sta causando un’accelerazione dei cambiamenti climatici (CC): la temperatura media globale è di circa 1,2°C più calda rispetto al valore pre-industriale. Siamo quindi solo a 0,3°C dal limite di 1,5°C che il rapporto IPCC considera essenziale non superare. Se guardiamo all’Europa, il riscaldamento medio è più alto, di circa 2°C gradi, con valori ancora più elevati per la regione Mediterranea e per l’Italia (circa 3°C), che si conferma come una delle più sensibili agli effetti dell’aumento delle emissioni di gas serra.

COP25: un passo indietro. Accordi di Parigi appesi a un filo

Chi promuove e difende gli interessi fossili può esultare. Per chi si batte da sempre – e, in questo 2019, assieme a milioni di giovani e meno giovani scesi a manifestare - per cercare di evitare le conseguenze più catastrofiche del riscaldamento globale, la speranza “negoziale” rimane oggi appesa a un filo.

L’ennesima occasione persa

Quanti titoli di giornale abbiamo visto sul fallimento della COP25 di Madrid? Quanti telegiornali hanno aperto annunciando che degli 11 anni rimanenti per agire oramai ne rimangono solo 8, e ne abbiamo appena buttato un altro? Quante persone sanno che i clatrati di metano presenti in Siberia che potrebbero liberarsi rappresentano una sorta di bomba atomica essendo il metano un gas serra 72 volte più potente della CO2? O che al 2100 pressoché tutti i ghiacciai sulle Alpi potrebbero essere scomparsi?

COP25: c’è tanto da fare ma non parliamo di sconfitta

Appena conclusa la COP 25 di Madrid l’impressione è che rispetto a Parigi si siano compiuti dei passi indietro e che esista un gap enorme tra le retoriche dichiarazioni dei leader del mondo e i risultati ottenuti.

Non parlerei di passo indietro, ma una situazione di stallo, come era d’altronde largamente previsto. L’accordo di Parigi entrerà in vigore dal 2020 ed è nel 2020 che il gioco comincia e si inizieranno a verificare gli impegni dei governi. Le COP importanti saranno le prossime due. Molti paesi stanno mettendo a punto ora le misure per realizzare gli impegni presi a Parigi e la prima verifica è prevista nel 2023.

WEO 2019: la battaglia del clima e la supposta realtà parallela dell’AIE

Tra tutti i grafici proposti annualmente dall’AIE nel suo World Energy Outlook ce n’è uno che rappresenta, per dirla con Nietzsche, “l’eterno ritorno dell’uguale”. Cambiano le stagioni, ma il grafico ritorna più o meno identico: è quello che confronta le emissioni del New Policies Scenario – da quest’anno ribattezzato Stated Policies Scenario (SPS) – con quelle del Sustainable Development Scenario. In parole semplici, si confronta “ciò che è” con “ciò che dovrebbe essere”, ovvero il “dove stiamo andando” con il “dove dovremmo andare”.

Le tecnologie al servizio della decarbonizzazione del settore energetico

La decarbonizzazione delle società ed in particolare del sistema energetico, oltre ad essere ormai un tema all’ordine del giorno nel dibattito pubblico globale, è uno degli argomenti più dibattuti, sia nel mondo della politica che in quello della ricerca. L’evidenza scientifica raggiunta oggigiorno sul legame tra le attività dell’uomo e i cambiamenti climatici pone il settore energetico dinnanzi ad una grossa responsabilità. Secondo i dati del World Resources Institute,

CCU: la CO2 da problema a risorsa sostenibile

I costi dei cambiamenti climatici derivanti dall’aumento delle emissioni di gas a effetto serra (CO2, metano, N2O ed altri) sono stimati in media in 418 dollari per tonnellata di CO2 emessa, in un intervallo di valori che può variare da 177 a 805 dollari. Con una tassazione media sulle emissioni da 0 a 30 dollari per tonnellata di CO2 - ed applicata solo ad una frazione delle emissioni, con notevoli differenze da paese a paese

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