Il riciclo del legno in Italia rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare che genera importanti vantaggi economici e ambientali. Il 97% del legno a fine vita diventa nuova materia prima per l’industria del legno-arredo, permettendo di evitare l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2.

Dalla cassetta di legno per l’ortofrutta alla cucina di casa nostra o dal pallet al mobile di design, il passo è breve. Detta così sembra semplice, ma dietro questo viaggio circolare del legno c’è un sistema articolato gestito da Rilegno, il consorzio ambientale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno, che solo nel 2020 ha raccolto e avviato a riciclo 1.841.000 tonnellate di legno.

Il legno è un materiale naturale, sostenibile per eccellenza, riciclabile all’infinito e che svolge un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico in virtù della sua capacità di assorbire anidride carbonica. Il riciclo del legno a fine vita consente poi di “congelare” l’anidride carbonica stoccata evitando così l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2 rispetto ad altri utilizzi come, ad esempio, la termovalorizzazione.

La gran parte di tutto il materiale riciclato è costituito da pallet, imballaggi industriali, imballaggi ortofrutticoli e per alimenti, ma una quota importante, pari a 638.000 tonnellate, proviene dalla raccolta urbana realizzata attraverso le convenzioni attive con 4.549 Comuni italiani, dove confluiscono materiali provenienti dal consumo domestico come vecchi mobili, cassette per la frutta o per vini e liquori, fino ai tappi in sughero.

Tonnellate di legno raccolte e avviate al riciclo da Rilegno

Fonte: Elaborazioni Rilegno

A livello territoriale la Lombardia è la prima Regione per raccolta con 474.104 tonnellate (il 26% del totale), seguita dall’Emilia-Romagna con 252.514 ton. e dal Piemonte con 165.805 ton.

Rilegno gestisce una filiera basata su 1.979 consorziati, 421 piattaforme di raccolta private, 15 impianti di riciclo, 4.549 Comuni convenzionati per una popolazione servita che supera i 42 milioni di abitanti. 

La raccolta degli imballaggi e una prima lavorazione per ridurne il volume tramite pressatura, frantumazione, triturazione o cippatura, avviene nelle piattaforme convenzionate con il Consorzio capillarmente diffuse su tutto il territorio nazionale e al servizio del tessuto produttivo e distributivo nazionale e dalle raccolte differenziate comunali. Dopodiché, attraverso un importante sforzo logistico, il legno viene indirizzato ai centri di riciclo localizzati perlopiù nel Nord Italia.

In questi impianti avviene il processo di riciclo che consente al legno di intraprendere un nuovo ciclo di vita, generando nuova materia e quindi nuovi prodotti. Il 97% del materiale legnoso riciclato viene, infatti, utilizzato per la creazione di pannelli truciolari, linfa vitale per l’industria del mobile, mentre il resto si trasforma in pannelli OSB, pallet block, blocchi di legno cemento per l’edilizia, pasta di legno destinata alle cartiere e compost.

L’industria del riciclo del legno post-consumo in Italia è orientata in modo prevalente alla produzione di pannello truciolare, impiegato nella fabbricazione di mobili, complementi d’arredo e rivestimenti per interni ed esterni di abitazioni e uffici. Oggi i produttori di pannello truciolare utilizzano totalmente legno che proviene dalla filiera del recupero post-consumo grazie alla ricerca industriale nel settore che con lungimiranza ha puntato a questo obiettivo. Negli anni le aziende del comparto hanno fortemente investito nel know-how produttivo e hanno raggiunto un tale livello di specializzazione da poter oggi ritirare qualsiasi tipologia di rifiuto legnoso: i loro impianti, infatti, attuano processi meccanici di selezione e pulitura del materiale in entrata, con un basso impatto ambientale e un’alta resa produttiva. Il grande lavoro di ricerca conseguito dalle aziende del settore nell’ambito dei processi di raffinazione e di progettazione di nuovi macchinari le ha portate a diventare oggi una realtà esemplare, senza eguali all’estero.

Nella sfida della sostenibilità degli imballaggi, inoltre, una fase importante è quella della rigenerazione e riutilizzo, durante la quale l’imballaggio viene verificato e riparato con l’obiettivo di immetterlo nuovamente sul mercato per essere riutilizzato. La filiera della rigenerazione dei pallet in legno che vede impegnate centinaia di imprese e migliaia di addetti, ha raggiunto numeri importanti: sono ben 827.000 le tonnellate, ovvero oltre 60 milioni i pallet usati, rigenerati e reimmessi al consumo.

Il sistema del recupero e del riciclo del legno in Italia rappresenta, dunque, un concreto esempio di economia circolare che in poco più di 20 anni ha creato una “nuova” economia che ha prodotto risultati importanti sia in termini ambientali, sia per la capacità di creare sviluppo e occupazione e che si pone all’avanguardia in Europa con una percentuale del 64,68% nel riciclo degli imballaggi di legno, ben oltre il target fissato dall’Unione Europea al 30% per il 2030.

Due ricerche del Politecnico di Milano condotte nel 2019/2020 hanno stimato che questo sistema (filiera riciclo + filiera rigenerazione) genera un impatto economico di 2 miliardi di euro, 10.587 posti di lavoro diretti e soprattutto un "risparmio" nel consumo di CO2 pari a quasi 2 milioni di tonnellate.