I consumatori finali dei mercati di vendita al dettaglio o retail dell’energia elettrica e del gas naturale, sono oggi liberi di scegliere i propri fornitori in quasi tutti i mercati degli Stati Membri dell’Unione Europea. E, almeno in teoria, i fornitori di servizi retail possono entrare in tali mercati e competere liberamente e in condizioni di parità con altri fornitori per la conquista di nuove fette di mercato. Questi, sono alcuni dei principali risultati del processo di liberalizzazzione che in Europa, nei mercati piu maturi, è ormai entrato nel terzo decennio.
Il completamento del Nord Stream 2, il gasdotto che dovrebbe collegare la Russia con la Germania passando dal Mar Baltico, è quasi terminato. Durante gli ultimi 3 mesi, la nave Fortuna ha posato circa 50 km di tubi e ora i lavori si sono spostati nel tratto rimanente delle acque tedesche. Da tempo, incombe sugli investitori e sul progetto la preoccupazione circa le possibili sanzioni statunitensi sulle compagnie di servizi che si occupano della posa. Eppure, recentemente, gli Stati Uniti hanno deciso di non imporre sanzioni all'operatore del gasdotto, lasciando nella lista “nera” solo le navi russe coinvolte nella costruzione.
Sicurezza energetica, questione mediterranea, crisi israelo-palestinese, Nord Stream, Mozambico. Qual è il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale dei mercati energetici? Come coniugare sicurezza energetica e equilibri geopolitici? Ne abbiamo parlato con il Sottosegretario di Stato On. Dott. Manlio Di Stefano, a cui sono state recentemente rinnovate le deleghe alle relazioni bilaterali con i Paesi dell'Asia, inclusi i Paesi del Caucaso e le questioni relative all'energia, al mare e all'ambiente.
Nell'ambito della Next Generation EU, la Recovery and Resilience Facility (RRF) dovrebbe assegnare sovvenzioni agli stati membri per 338 miliardi di euro e prestiti per 390 miliardi di euro (a prezzi attuali) entro il 2026. Il percorso di sviluppo del Recovery Plan Italiano è stato molto travagliato, complice anche il cambio di Governo. La prima bozza del Piano risale al 6 dicembre 2020, e in seguito si sono susseguite numerose versioni, che hanno affinato senza stravolgere l’impostazione iniziale. Nel complesso, l’ammontare complessivo delle risorse stanziate è cresciuto con il passare dei mesi.
I paesi dell'Unione europea hanno iniziato a definire come intendono spendere i fondi del Next Generation Eu (NGEU), lo strumento di riferimento per la ripresa dalla pandemia, e già alla fine di aprile, hanno cominciato a presentare i loro piani di recupero e di resilienza. Una prima rapida analisi mostra che i piani dei quattro maggiori paesi dell'Ue, Francia, Germania, Italia e Spagna riflettono priorità piuttosto diverse, anche se tutti soddisfano i parametri minimi di spesa del 37% per il clima e del 20% per la digitalizzazione.
La più appropriata chiave di lettura del PNRR si trova nella parte del documento dedicata all’attuazione e al monitoraggio del Piano: «La Cabina di Regìa, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, ha il compito di verificare l’avanzamento del Piano e i progressi compiuti nella sua attuazione; di monitorare l’efficacia delle iniziative di potenziamento della capacità amministrativa; di assicurare la cooperazione con il partenariato economico, sociale e territoriale; di interloquire con le amministrazioni responsabili in caso di riscontrate criticità; di proporre l’attivazione dei poteri sostitutivi, nonché le modifiche normative necessarie per la più efficace implementazione delle misure del Piano». Ma subito dopo si precisa che struttura, composizione e modalità di funzionamento saranno definite da un provvedimento legislativo.
Tra i temi più discussi e criticati del Piano nazionale di Ripresa e Resilienza di recente approvazione vi sono la mobilità e i trasporti. Secondo i detrattori, vi è troppa timidezza nella visione del PNRR circa la mobilità elettrica e i trasporti urbani. Mentre gli investimenti previsti per l’Alta Velocità sono spropositati rispetto ai risultati in termini di emissioni. Si tratta davvero di un’occasione persa? O siamo di fronte a una svolta storica per un settore i cui mancati investimenti ne hanno ritardato un serio ripensamento in chiave di sostenibilità ed elasticità? Ne abbiamo discusso con il professor Ennio Cascetta, professore ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto presso l'Università Federico II di Napoli e tra i massimi esperti di sistemi di mobilità in Italia e in Europa.
Il settore energetico sta attraversando un periodo di grande evoluzione. Tra i principali fattori alla base vi sono il decentramento degli impianti di produzione di elettricità (ad esempio pannelli fotovoltaici, piccole turbine idroelettriche o eoliche), i progressi tecnologici nella mobilità elettrica intelligente e l'avvento della digitalizzazione grazie all’impiego di una connettività ultraveloce. A questo proposito, il 5G rappresenta un’occasione imperdibile per innovare l’intera rete energetica, dal momento che permette alle utility di intervenire in maniera significativa in ogni aspetto della catena del valore, sia dei consumatori industriali sia di quelli residenziali.
L'energia nucleare in Europa sembra essere a un bivio. La maggior parte della capacità esistente è prossima (o giunta) a scadenza e i nuovi progetti sono ostacolati da costi elevati e difficoltà di finanziamento. Come se non bastasse, il terreno di scontro nell’Unione europea è inoltre, alimentato dal dibattito sul criterio di "nessun danno significativo" che una volta risolto potrebbe portare il nucleare ad essere considerato nella Tassonomia UE sulla finanza sostenibile, con ricadute positive in termini di accesso ai finanziamenti.
Il tema della povertà energetica negli ultimi anni ha acquisito sempre più rilievo nello scenario politico europeo e nazionale. Già con l’approvazione da parte dell’UE del cosiddetto Winter Package ossia il pacchetto Clean Energy for All Europeans, comprensivo di 8 direttive tra cui la Governance Regulation, l’Europa invitava tutti gli Stati Membri a dare una definizione nazionale di povertà energetica, al fine di poter fornire una misurazione quantitativa e consequenzialmente avviare politiche di mitigazione e contrasto.