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Attenti ai passi falsi: la povertà energetica in Italia non è scomparsa

Nel 2022 è proseguito il rialzo dei prezzi energetici, cominciato con la ripresa post pandemica ed esacerbato dall’invasione russa dell’Ucraina. In quell’anno, infatti, la spesa energetica annuale media riferita agli usi domestici delle famiglie italiane è aumentata di quasi 500 euro rispetto al 2021, raggiungendo i 1.915 euro (+32%).

From communication to legislation: the roadmap to an EU’s 2040 climate target

On February 6th, the European Commission released its Communication on a 2040 climate target. European member states are now called to agree on the ambition level and the required enabling conditions to deliver this target. Swift endorsement is crucial, as it will solidify Europe's commitment to climate action in its next political mandate and confirm its climate leadership globally.

Il target UE di riduzione delle emissioni al 2040: posizioni a confronto

Un nuovo documento pubblicato dalla Commissione Europea “raccomanda” di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, in accordo con l’Accordo di Parigi, affinché l’UE continui a fare da apripista nell’azione internazionale sul clima, creando allo stesso tempo opportunità per l’industria europea di prosperare in nuovi mercati globali, soprattutto in ambito di tecnologia pulite. Affinché ciò accada, la strategia di crescita sostenibile, il Green Deal, dovrebbe diventare “un accordo di decarbonizzazione industriale”.

Dalle parole ai fatti: le implicazioni per energia e industria dell’obiettivo climatico al 2040

Il 6 febbraio scorso, la Commissione Europea ha pubblicato la Comunicazione riguardante  l’obiettivo climatico al 2040. Ora spetta agli Stati Membri trovare un accordo sul quantum di questo obiettivo e sul come raggiungerlo. Un endorsement veloce dei capi di stato e governo europei  sarebbe cruciale per confermare l’impegno politico e la leadership globale dell’Unione Europea in materia climatica prima dell’inizio  della prossima legislatura.

Il target per il 2040: è l'ora di un reality check prima di procedere

La European Climate Law, la quale fissa l’obiettivo di neutralità climatica al 2050, obbliga i legislatori a imporre nuovi target per il 2040 entro il prossimo ciclo politico/elettorale. È logico quindi aspettarsi che esso, con ogni probabilità, sia impostato sulla riduzione del 90% delle emissioni di gas serra entro il 2040. Obiettivo, questo, da ricondurre nella stessa traiettoria richiesta per il raggiungimento del traguardo net-zero al 2050.

La grande rivoluzione verde europea necessità di un nuovi modelli?

Non è semplice addentrarsi nel labirinto di norme e codicilli, incentivi e sussidi che costituiscono l’intelaiatura della politica verde della UE. Io, almeno, non ne sono capace e non sono nemmeno interessato ad investire il mio tempo in questa impresa. Ho però una visione d’insieme e dei criteri di verifica basati sull’esperienza quotidiana e sulle conoscenze basilari delle tecnologie energetiche per capire che l’intero progetto richiede una ridefinizione profonda.

Bruxelles raccomanda un obiettivo ponte per le emissioni al 2040

Il 6 febbraio, la Commissione Europea ha pubblicato un documento che “raccomanda” all'Unione Europea di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040, rispetto ai livelli del 1990. In realtà, non si tratta di un annuncio a sorpresa o di un ulteriore obiettivo, ma dell’indicazione di un punto intermedio nella traiettoria di riduzione già definita da tempo: vediamo perché, facendo un piccolo passo indietro.

Ecosistema di imprese per una transizione concreta

Accompagnare un processo di transizione energetica presuppone l’impegno di tutti i soggetti interessati, in primis le imprese. In tale ambito, cosa si può fare a livello di ecosistema per contribuire a uno sviluppo sostenibile? Per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile è strutturalmente necessario un approccio inclusivo con al centro il coinvolgimento e la collaborazione del maggior numero di aziende lungo le diverse filiere.

Nuove e vecchie competenze si fondono: la centralità della formazione nel settore O&G

Un comparto come quello dell’Oil&Gas richiede un’adeguata formazione del personale in ragione dell’imprescindibile expertise tecnica che deve caratterizzare il professionista. Assoil School, associazione nata nel gennaio 2011 tra il Settore Beni e Servizi di Assomineraria (attuale Assorisorse) e 16 imprese sue associate, risponde a tale necessità.

Come cambia il mestiere del professionista O&G?

Storicamente, l’Italia ricopre una posizione di avanguardia in materia di tecnologie e capitale umano qualificato, una posizione che tutti ci invidiano. E il settore O&G ne è l’esempio più lampante: stiamo infatti parlando di un settore, che, diversamente da quanto possa essere percepito dal mainstream, si è evoluto considerevolmente, acquisendo nuove competenze e adattando quelle già acquisite in ottica di transizione energetica.

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