L’uso crescente dell’usa e getta in plastica, il basso tasso di riciclo e la sua pervasiva dispersione nell’ambiente hanno spinto l’Unione europea ad adottare una Strategia ad hoc nel 2018 e, l’anno successivo, la direttiva Single Use Plastics (Sup). Iniziative che hanno fatto seguito all’allarme delle Nazioni Unite sull’inquinamento da plastica. Secondo l’Onu, infatti, ogni anno 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei mari del globo, scomponendosi in pezzi sempre più piccoli.
Il riciclo del legno in Italia rappresenta un esempio virtuoso di economia circolare che genera importanti vantaggi economici e ambientali. Il 97% del legno a fine vita diventa nuova materia prima per l’industria del legno-arredo, permettendo di evitare l’emissione in atmosfera di 1,9 milioni di tonnellate di CO2.
Dalla cassetta di legno per l’ortofrutta alla cucina di casa nostra o dal pallet al mobile di design, il passo è breve. Detta così sembra semplice, ma dietro questo viaggio circolare del legno c’è un sistema articolato gestito da Rilegno, il consorzio ambientale per il recupero e il riciclo degli imballaggi in legno, che solo nel 2020 ha raccolto e avviato a riciclo 1.841.000 tonnellate di legno.
Da una parte il giro di vite sulla plastica, in particolare quella usa e getta, dall’altra la ricerca non sempre lineare di uno sviluppo sostenibile da parte del legislatore nazionale e comunitario. Nel mezzo Novamont, azienda leader nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals, che promuove un modello di bioeconomia basato sull’uso efficiente delle risorse rinnovabili e sulla rigenerazione territoriale. La produzione di bioplastiche biodegradabili e biocompostabili, oltre che essere un chiaro esempio di circolarità è un vanto tutto italiano, che deve essere rivendicato al pari della guerra alle plastiche tradizionali. Ne abbiamo parlato con Andrea di Stefano, Responsabile progetti speciali di Novamont.
Quello delle Unità Virtuali Abilitate Miste (UVAM) è un progetto pilota, nato dalla Delibera ARERA 300/2017, nel quale si sperimenta la partecipazione di “risorse distribuite” (unità di consumo, generatori, sistemi di accumulo) al Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD) per il sistema elettrico. Queste unità possono operare a livello di un singolo punto di connessione o sotto la forma di un aggregato, purché tutto localizzato entro un determinato perimetro geografico, grossomodo corrispondente ad una Regione italiana.
Il futuro energetico del Vecchio Continente è destinato sempre di più a essere dominato dal vettore elettrico, in una logica di elettrificazione dei consumi. Considerata anche la sempre maggiore diffusione delle fonti pulite, l’elettricità nei prossimi decenni assicurerà anche una buona parte dei fabbisogni termici europei, nonché sarà protagonista della rivoluzione dei trasporti.
A distanza di circa un anno dall’introduzione del Superbonus 110, inserito nel Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (il cosiddetto “Decreto Rilancio”, poi convertito dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77), è possibile già fare un primo bilancio.
Indubbiamente l’incentivo costituisce una grande opportunità di rilancio dell’edilizia, contribuisce al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di efficientamento energetico degli edifici esistenti e costituisce uno strumento di rivalutazione del patrimonio immobiliare.
L’efficienza energetica (EE) è sempre più centrale nelle politiche di decarbonizzazione sia europee che nazionali e, al contempo, sono ingenti le risorse ad essa destinate sia in ambito pubblico che privato. È infatti, necessaria per garantire che la ripartenza economica, post-crisi, sia sostenibile: il Next Generation EU stabilisce che il 37% delle risorse allocate dovrà essere speso in progetti “verdi”. L’Italia, nella formulazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, ha seguito questa indicazione e ha riservato all’EE circa 51 miliardi di euro, principalmente per la riqualificazione energetica del patrimonio edile pubblico e privato.
Secondo i dati del rapporto “OSSERVATORIO immobiliare nazionale settore urbano 2020” elaborato da FIAIP (con il contributo di oltre 550 agenti immobiliari professionisti) in collaborazione I-COM ed ENEA, durante il 2020 si è registrato un generale calo delle compravendite accompagnato da un parziale rallentamento delle ristrutturazioni. Considerando la qualità energetica degli immobili, l’indagine conferma che la più bassa efficienza energetica dello stock edilizio (G) è quella maggiormente diffusa. Infatti, la percentuale di edifici nelle ultime quattro classi in termini di performance energetiche (G-D) copre una quota che va dall'85% dei monolocali al 74% delle villette a schiera.
Tra “proroghina” e “semplificazioni” la misura del Superbonus 110% stenta ancora a decollare nei condomini italiani. Secondo le ultime statistiche diffuse dall’Enea aggiornate alla metà di maggio, in Italia si sono avviati 14.500 interventi, che richiederà allo Stato una copertura di circa 2,0 miliardi, ancora di gran lunga ben inferiore ai 18 miliardi stanziati tra Piano nazionale di ripresa e resilienza e fondo complementare.
Il mercato immobiliare, così come altri settori economici, è interessato da profondi cambiamenti necessari per mantenersi al passo con il processo di transizione energetica in atto. È anche un comparto, che come altri, ha risentito della crisi generata dalla pandemia che ha colpito il settore oltre ad aver definito nuove regole ed esigenze. Di questo e di altri temi legati al real estate abbiamo discusso con Marco Zandonà, Direttore Politiche fiscali presso ANCE.