Nel 2022 è proseguito il rialzo dei prezzi energetici, cominciato con la ripresa post pandemica ed esacerbato dall’invasione russa dell’Ucraina. In quell’anno, infatti, la spesa energetica annuale media riferita agli usi domestici delle famiglie italiane è aumentata di quasi 500 euro rispetto al 2021, raggiungendo i 1.915 euro (+32%).  In particolare, i prezzi di elettricità e gas naturale, il vettore energetico maggiormente usato nel nostro paese per il riscaldamento, in base ai dati Eurostat sono cresciuti del, rispettivamente, 50 e 34,7%: dati che tengono conto anche della diffusa presenza di contratti a prezzo fisso. Durante il 2022, infatti, secondo ARERA, il 76,7% delle famiglie italiane con un contratto sul libero mercato aveva un rapporto di fornitura di elettricità a prezzo fisso (67,3% nel caso del gas).

Inoltre, l’inverno del 2022 è stato mite, con temperature al di sopra della media storica. In questo quadro (aumento significativo dei prezzi, inverno mite) non sorprende che le quantità consumate, in particolar modo quelle di gas naturale (-14%; cfr. tab. seguente), si siano ridotte rispetto all’anno precedente.

Andamento di spesa, prezzi e quantità di elettricità e gas

 (Variazioni percentuali anno su anno, 2021 vs. 2022)

Fonte: ISF, Istat per la spesa; Eurostat (nrg_pc_204 e nrg_pc_203) per i prezzi, variazione del secondo semestre 2022 su quello corrispondente; Terna per i consumi di elettricità, ARERA per i consumi di gas.

Infine, nel corso del 2022 ingenti risorse, nell’ordine di 16,8 miliardi di euro, sono state elargite alle famiglie, in alcuni casi in maniera mirata ai nuclei familiari più in difficoltà. Le famiglie hanno beneficiato di numerosi interventi, che si possono raggruppare in due categorie: interventi generalizzati sui prezzi o misure tariffarie (riduzione IVA gas dal 22 al 5%, eliminazione oneri generali di sistema per elettricità e gas) e trasferimenti mirati  (incremento beneficiari e importi del bonus elettrico e gas, bonus una tantum di 150 e 200 euro di luglio e novembre 2022, rispettivamente). Nel 2022, la platea dei beneficiari, in particolare quella relativa alle famiglie con meno di quattro figli, è stata estesa come conseguenza dello spostamento della soglia ISEE da 8.265 a 12.000 euro annui per l’accesso al bonus.

Per le ragioni presentate, l’aumento dei prezzi non ha colpito tutte le famiglie nello stesso modo. In primo luogo, l'incidenza della spesa energetica è regressiva: le famiglie più povere destinano una quota di consumi alla spesa energetica che è quasi tre volte quella delle famiglie più ricche: questo è mostrato nella figura seguente dove sull’asse orizzontale abbiamo i decili di spesa equivalente (le famiglie più povere si collocano nei primi decili di spesa) e sull’asse orizzontale le percentuali della stessa. Ne consegue che uno shock energetico impatta in maniera più forte sulle prime. Inoltre, se nel 2022 tutte le famiglie hanno visto aumentare l’incidenza della spesa energetica sul totale (la linea blu si trova sempre al di sopra della linea rossa), le famiglie più povere, che oltre alle misure generalizzate di contenimento dei prezzi hanno beneficiato di trasferimenti mirati, hanno subito una crescita della quota della spesa inferiore (+0,9 punti percentuali/p.p.) rispetto alle famiglie con spesa complessiva attorno alla mediana (+1,6 p.p.): questo si può evincere dalla distanza tra le due curve che risulta maggiore per i percentili centrali della distribuzione.

 Incidenza della spesa energetica per decimo di spesa equivalente

Fonte: OIPE

Questo andamento diseguale della quota di spesa energetica si riflette nell’andamento della povertà energetica (PE). Complessivamente, alla fine del 2022, secondo l’indicatore OIPE, le famiglie in povertà energetica si sono ridotte, rispetto al 2021, di circa 190 mila unità, portandosi a 2 milioni, pari al 7,7% del totale, una  riduzione di 0,8 p.p. rispetto all’anno precedente (si veda prossima fig.).

Tuttavia, questo andamento è differenziato se guardiamo alla distribuzione delle famiglie. Si riducono, infatti, le famiglie in povertà energetica appartenenti ai primi due decimi della distribuzione della spesa equivalente (-235 mila famiglie), che verosimilmente hanno beneficiato degli aiuti mirati, mentre sono aumentate quelle appartenenti ai successivi tre decimi della distribuzione (+45 mila), che hanno beneficiato "solamente" degli aiuti generalizzati.

La povertà energetica in Italia

 Fonte:OIPE

A livello territoriale si è registrata una considerevole riduzione della quota di famiglie in PE nelle Isole e nel Centro, a fronte di una stabilità nel Nord est (Fig.4, pannello sx).  La condizione di PE caratterizza in particolar modo le famiglie che risiedono in piccoli centri e in aree suburbane (fig. seguente, pannello dx). 

 La povertà energetica in Italia

Fonte:OIPE

A livello regionale, la PE nel 2022 oscilla tra il minimo del 4,5% in Toscana e nelle Marche e il massimo del 22,4% in Calabria. Quest’ultima è anche la regione che registra l’incremento maggiore (5.7 p.p.) a fronte di una riduzione o sostanziale stabilità nelle altre regioni.

 La povertà energetica per regione nel 2022

(valori percentuali)

Fonte: OIPE

Se questa è la situazione della povertà energetica in Italia al 2022, che tipo di evoluzione del problema è lecito aspettarsi?

Una previsione in questo campo deve tenere conto di almeno tre elementi di incertezza: 1) a livello internazionale, da un lato, il prezzo del gas si mantiene contenuto ma il passaggio al GNL e i disordini nel Mar Rosso potrebbero mutare la situazione. I prezzi del petrolio nel frattempo rimangono sostenuti; 2) sul fronte interno i vincoli di finanza pubblica (stressati dall'aumento dei tassi di interesse) richiederanno sia un alleggerimento dei bonus energetici, sia una ripresa della raccolta di risorse attraverso gli oneri generali di sistema (sospesi o ridotti dopo la crisi dei prezzi del 2021-22); 3) la transizione e i costi associati continueranno ad aumentare: i costi di una maggiore elettrificazione (potenziamento delle reti di distribuzione, storage, ecc) e della gestione di una progressiva riduzione delle fonti fossili non abbattute peseranno alla fine sulle famiglie (e, in assenza di politiche redistributive ben disegnate, maggiormente su quelle più deboli).

A fronte di questi elementi che sembrano esacerbare alcuni elementi alla base della povertà energetica (aumento dei prezzi dell’energia, riduzione dei supporti economici alle famiglie vulnerabili, costi della transizione energetica)  è sicuramente importante continuare a prestare un’adeguata attenzione al fenomeno.

*Le opinioni espresse sono personali e non riflettono in alcun modo le istituzioni di appartenenza.