Nell’urgente corsa verso un futuro a zero emissioni nette, l’Europa si trova ad un bivio. Mentre il mondo si dirige verso un’economia verde, il settore del ClimateTech - relativo a tecnologie innovative che puntano a ridurre la quantità di anidride carbonica nell’atmosfera - si qualifica come il fulcro della finanza sostenibile: un’opportunità da 600 miliardi di euro entro il 2030. Tuttavia, il recente studio sul ClimateTech, frutto della collaborazione di Allianz Research, Allianz X, UnternehmerTUM e UVC Partners, rivela una cruda realtà: l’attuale traiettoria dell’Europa potrebbe non garantirle una posizione di leadership in questo mercato in espansione.

L’industria europea del ClimateTech, infatti, pur essendo in crescita, si trova ad affrontare una significativa disparità tra quello che è il suo potenziale e quello che invece è il suo stato attuale. L’Europa, che ospita alcune delle menti più innovative e definisce politiche lungimiranti, deve intensificare la propria azione e la vera sfida è il divario negli investimenti, pari a 700 miliardi di euro all’anno – 200 miliardi di euro nel solo settore energetico. La discrepanza tra emissioni e distribuzione dei finanziamenti è evidente: i settori ad alte emissioni, ad esempio, non possono contare sul giusto supporto, il che ostacola il loro potenziale di decarbonizzazione.

 Emissioni europee vs allocazione dei finanziamenti

Fonte: PwC, Allianz Research

 Per colmare questo gap è necessaria un’azione strategica e collaborativa. Gli investimenti globali in venture capital (VC) e private equity (PE) sono aumentati, per un ammontare che, nel 2022, ha raggiunto i  97,3 miliardi di dollari. E anche l’Europa ha fatto passi da gigante, assicurandosi il 30% dei fondi globali di VC e PE. Tuttavia, la loro distribuzione non ha riguardato quei settori che maggiormente necessitano di trasformazione. La mobilità e i trasporti, che già ricevono finanziamenti ingenti, contribuiscono molto meno alle emissioni rispetto ai settori manifatturiero, agroalimentare ed edilizio che, al contrario, sono sottofinanziati. Pertanto, colmare questo divario richiede un cambiamento di paradigma nell’allocazione degli investimenti,  che tenga conto non tanto del volume emissivo dei singoli settori da finanziare, quanto del potenziale di cambiamento che questi ultimi hanno.

Nurturing Innovation

 Per traguardare gli ambiziosi obiettivi climatici, i finanziamenti, per quanto cruciali, non sono l’unico motore dell’innovazione. La spina dorsale della nostra rivoluzione climatica risiede nelle tecnologie pionieristiche. Attualmente, le tecnologie mature possono contribuire solo al 25% della riduzione addizionale di CO2 richiesta, evidenziando l’urgenza di puntare a innovazioni nuove e dirompenti. Allineare tecnologie emergenti e investimenti richiede soluzioni creative, come finanziamenti misti e politiche pubbliche di sostegno: un ecosistema dinamico in cui le idee possano prosperare senza ostacoli.

 Il contributo delle tecnologie mature e di quelle nuove alla riduzione delle emissioni (GtCO2/a)

Fonte: IEA, Allianz Research

 Oltre che sul finanziamento e la tecnologia, la terza colonna portante su cui puntare  per il successo dell’European ClimateTech è quella delle politiche attive. Ciò significa una razionalizzazione della burocrazia e un miglioramento del framework regolatorio. Come Allianz, supportiamo l’idea di una piattaforma unica europea che semplifichi l’accesso sia al finanziamento pubblico che privato, riducendo la complessità che le startup devono affrontare. Incoraggiando le utilities ad investire in nuove soluzioni ClimateTech, i paesi europei possono attuare una strategia di market pull (strategia di marketing di tipo attrattivo adottata dalle imprese per "tirare" il cliente verso di esse) accelerando l’innovazione e alimentando la domanda per tecnologie sostenibili.

 Pertanto, di seguito si fanno alcune raccomandazioni di policy, proponendo un approccio composito che comprende:

 -          Razionalizzazione dei finanziamenti: semplificazione e velocizzazione dei processi di finanziamento, così da ridurre il divario tra le timeline che riguardano lo sviluppo di startup nella loro fase iniziale e quelle invece più progredite.

 -          Una piattaforma unica: la creazione di una piattaforma comune europea per l’accesso a forme di finanziamento pubbliche e private, per facilitare uno scambio di conoscenze e apprendimento reciproco.

 

-          Finanziamenti combinati: incoraggiare strutture innovative per il finanziamento di strumentazioni con un alto grado di componente tecnologica, di nuovi mercati e di iniziative che riguardando la transizione climatica nelle economie in via di sviluppo.

 -          Incentivi per l’innovazione: come l’introduzione di esenzioni fiscali per i primi utilizzatori, sussidi graduali e strumenti di finanziamento pubblico che possano essere di supporto per i fondatori di startup.

 -          Mobilitazione dell’investimento privato: crescita di strumenti di investimento come fondi di fondi (una categoria di fondi comuni di investimento che, piuttosto che investire il denaro raccolto con le operazioni di collocamento in attività finanziarie primarie, investono in altri fondi comuni di investimento, ossia in attività finanziarie prodotte sin dall'origine dal mercato finanziario e quindi secondarie); maggiore propensione da parte di investitori istituzionali verso fondi di venture capital e private equity; spinta per la costituzione di consorzi per investimenti di ClimateTech.

 -          Accesso al mercato di capitale: semplificare gli ostacoli burocratici per la quotazione in borsa, stabilire un indice europeo ClimateTech e promuovere le compagnie tecnologiche europee per future quotazioni in borsa.

 -          Creare un ecosistema di ricerca e collaborazione: aumentare il budget di ricerca e sviluppo delle Università, facilitare investimenti in ClimateTech basati sulla ricerca, creare un ecosistema collaborativo ClimateTech attorno ad istituti di ricerca.

 Tirando le somme, il successo europeo nell’industria ClimateTech poggia su un’azione strategica, collaborativa e veloce. Oggi, i tempi sono maturi per un cambiamento di questo tipo: serve cercare una via ottimale per allineare i finanziamenti con le potenzialità del settore, riducendo gli ostacoli burocratici e supportando l’innovazione. L’Europa può non soltanto assicurare la propria leadership nella corsa globale ClimateTech, ma anche aprire la strada verso un futuro sostenibile net-zero.

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui