Il blackout del 28 aprile 2025 in Spagna è stato definito “il primo blackout dell’era green”. L’indagine in corso da parte dei gestori di rete europei (ENTSO-e) fornirà risposte esaustive. Nel frattempo, basandoci su dati pubblici e sulle registrazioni sperimentali del progetto MedFasee, cui il Politecnico di Milano – Dipartimento di Energia – partecipa, proviamo ad offrire alcune riflessioni su possibili contromisure da adottare per le reti del futuro.
Parafrasando una celebre frase del romanzo di George Orwell, “La fattoria degli animali”, tutti i sistemi di accumulo sono eguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Ad esempio, in Italia la capacità di accumulo di energia a livello di rete è in crescita, con una potenza installata di 5,56 GW e una capacità di 12,94 GWh al 31 dicembre 2024. La maggior parte di questa capacità è però abbinata a impianti fotovoltaici (9,05 GWh, pari al 70% della capacità totale) ed è pertanto destinata a svolgere essenzialmente la funzione di power shifting.
Del blackout in Portogallo e Spagna che ha paralizzato per un lungo tempo i due paesi, quel che più sorprende è che a distanza di diversi giorni, accadde il 28 aprile, non ne siano state ancora chiarite le ragioni per cui impazzano interpretazioni di varia natura: eccesso della quota di rinnovabili, criticità nelle reti, guasto a una linea di trasmissione e quant’altro.
Alle 12:33 del 28 aprile scorso si è verificato nella penisola Iberica uno dei più gravi blackout della storia dell'industria elettrica. La fornitura di elettricità attraverso le reti di Spagna e Portogallo si è completamente interrotta, lasciando più di 50 milioni di persone senza luce, connessione internet, trasporti pubblici per oltre 10 ore e provocando danni economici stimati tra 2 e 5 miliardi di euro.
In poco più di vent’anni i datacenter sono passati da essere delle stanze in cui si mettevano, spesso su scaffali, computer che erogavano servizi di rete a veri e propri ecosistemi disegnati per fornire grandi quantità di energia ottimizzandone l’uso e il consumo. I server, gli storage e gli apparati di rete hanno infatti bisogno di dissipare quantità di calore sempre più ingenti che richiedono soluzioni tecniche di raffreddamento sempre più sofisticate al fine di assicurare la migliore condizione possibile per il funzionamento degli apparati e allo stesso tempo il minor costo possibile in termini energetici per raffreddare i sistemi.
L’incertezza e la crescente volatilità dello scenario internazionale rendono sempre più incisivo il ruolo delle infrastrutture tecnologiche per la gestione dei dati. Non solo i data center rappresentano un asset cruciale per rinforzare l’autonomia strategica dell’Unione Europea e la sua competitività, ma sovranità digitale e sicurezza dei dati diventano una priorità geopolitica. Chi gestisce i dati ha il potere di prendere decisioni informate e può preparare delle strategie e delle tattiche moderne ed efficaci. Ciò senza dimenticare il peso crescente dell’Intelligenza Artificiale (IA), un vero “booster” dalle infinite potenzialità per l’industria, che si “nutre” principalmente di dati.
A novembre 2024, Eni ha annunciato il completamento del nuovo sistema di super calcolo (High Performance Computing - HPC) HPC6 che, con una straordinaria potenza di calcolo di 606 PFlops di picco, pari a oltre 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo, si è collocato al 5° posto assoluto della nuova classifica mondiale Top500 (rilasciata il 18 novembre 2024). HPC6 è, inoltre, il primo supercomputer in assoluto in Europa, primo al mondo fra i supercomputer a uso industriale e unico sistema non-USA tra i primi 5 al mondo.
L’energia è molto più di una questione tecnica o industriale. È il cuore pulsante delle nostre società, il motore delle economie, ma soprattutto lo specchio delle scelte etiche, ambientali e sociali che ogni generazione è chiamata a compiere. Per i giovani, oggi, l’energia è un orizzonte di sfida e responsabilità, ma anche di opportunità. Non si tratta solo di transizione ecologica: si tratta di transizione generazionale.
Negli ultimi anni istituzioni e stampa hanno puntato l’attenzione verso l’idrogeno (H2) quale vettore energetico capace di sostituire i combustibili fossili in applicazioni industriali, civili e domestiche. L’idea di utilizzare l’H2 come vettore energetico non è nuova (Jules Verne, nell’Isola misteriosa del 1874, considerava l’acqua il combustibile del futuro) e negli ultimi decenni l’interesse per tale molecola ha seguito un andamento altalenante a partire dagli anni ’70 a seguito degli shock petroliferi.
L'intelligenza artificiale (IA) sta trasformando rapidamente il mondo in cui viviamo, aprendo nuove opportunità per affrontare sfide cruciali, tra cui la gestione intelligente dell'energia.
Dietro la magia quotidiana di strumenti come ChatGPT si nascondono complessi modelli matematici chiamati Large Language Models (LLMs), algoritmi basati sulle reti neurali artificiali, capaci di simulare il linguaggio umano con impressionante precisione. Ma quanto costa, in termini energetici, addestrare questi modelli?