L’Assemblea di Assopetroli-Assoenergia, tenutasi lo scorso 3 luglio a Roma, ha avuto come focus la necessità di riformare la rete carburanti. Di fatto, quando si parla di trasporti, riformare e decarbonizzare sono due facce della stessa medaglia.
L’intelligenza artificiale (IA) cambierà le regole del gioco in termini di futura crescita economica e impiego del capitale umano? Chiaramente, siamo di fronte ad una tematica complessa e come tale poco incline a essere “liquidata” con generalizzazioni o semplificazioni, soprattutto perché siamo ancora privi del bagaglio esperienziale.
La crisi dei prezzi dell’energia avviatasi nel 2021 e amplificatasi nel 2022 con l’avvio del conflitto tra Russia e Ucraina ha posto l’attenzione sulla necessità di garantire la sicurezza energetica nei diversi anni che saranno ancora necessari affinché la transizione possa pienamente compiersi. Primo fra tutti l’importanza di sincronizzare la crescita delle tecnologie rinnovabili con l'uscita di scena di quelle fossili.
L’energia è bella perché è varia: nell’epoca in cui il concetto di transizione energetica è il più gettonato nel dibattito pubblico spesso ci si dimentica di altri aspetti altrettanto importanti, come quello di “mix energetico”, mentre sta finalmente affiorando quello di “sostenibilità sociale”.
Con il progetto RiEnergia, nato 100 settimane fa e frutto della collaborazione con Staffetta Quotidiana, abbiamo cercato di illustrare proprio questa diversità e questa complessità, fornendo ai lettori uno strumento attraverso cui conoscere, approfondire e riflettere sulla materia.
Ciascuna tecnologia energetica è fondamentale, ma nessuna è in grado da sola di garantire tutte le esigenze di una società che si muove (in autobus, automobile, treno, aereo, bicicletta …), si scalda (con caldaie a gas, pompe di calore, cogeneratori, stufe a pellet …), lavora (come operaio, impiegato, postino, autotrasportatore…).
Una domanda petrolifera in crescita media annua dell’1,2% nell’ultimo decennio e una quota di mercato del petrolio sostanzialmente stabile e oggi ancora pari al 34% dei consumi energetici primari mondiali: non sono proprio dati caratteristici di una fonte prossima all’estinzione. Guardando al futuro, le principali previsioni indicano che il trend di aumento dei consumi proseguirà anche nel lungo periodo seppure a ritmi rallentati rispetto al passato e in modo non uniforme a livello geografico e settoriale.
Il 2016 sta per concludersi con quotazioni del Brent Dated – benchmark di riferimento internazionale per il greggio – più che doppie rispetto a quelle con cui era iniziato. Nei primi 20 giorni di dicembre, i prezzi si sono sempre mantenuti al di sopra dei 50 doll./bbl, una soglia raramente e solo temporaneamente superata nel corso dell’anno che, come in molti ricorderanno, si era avviato con una caduta a 26 doll./bbl, il livello più basso dal 2004. In mezzo a questi due estremi, fasi di rialzi si sono alternate a momenti di maggior cautela a seconda del prevalere di un mood più o meno ottimista sui tempi di riassorbimento di quell’eccesso di offerta che si era palesato a metà 2014 e che aveva decretato l’addio ai prezzi a tre cifre.