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Phasing out del carbone e decarbonizzazione dell'economia cinese

La riduzione del carbone nel portafoglio energetico della Cina, dal 75% nel 1995 al 64% nel 2015, contestualmente alla triplicazione dei consumi energetici, è l’effetto più evidente della pressione dell’inquinamento atmosferico sulla qualità della vita e dell’economia urbana nel paese, prima ancora che il risultato dell’impegno cinese verso la riduzione delle emissioni di CO2.

Negli ultimi due anni il ruolo del carbone e, parallelamente, delle fonti rinnovabili e del nucleare è stato definito da due documenti programmatici che stabiliscono obiettivi e tempi della crescita economica e che delineano la strategia energetica della Cina nel breve medio periodo: lo Strategic Energy Action Plan 2014-2020 (SEAP) e il 13th Five Year Plan 2016-2020 (13FYP).

Carbon Capture and Storage: un contributo alla riduzione della CO2?

Dicembre 2015 è stata una tappa fondamentale nella roadmap dei cambiamenti climatici: è la data in cui ben 196 paesi del mondo hanno concordato la necessità di limitare l'aumento del riscaldamento globale a meno di 2 gradi Celsius (°C) rispetto ai livelli pre-industriali. Quello che ancora non si conosce è la strategia che ciascun paese adotterà per abbattere le emissioni di CO2 e mantenere l’aumento di temperatura, se possibile, entro i 1,5°C. 

Sulfur cap e gli effetti sulla raffinazione

Il 27 ottobre 2016, l’International Maritime Organization (IMO) ha confermato che a partire dal 1° gennaio 2020 tutti i combustibili marini dovranno avere un contenuto di zolfo pari allo 0,5%.

Prima di ufficializzare questa modifica alla regolazione oggi vigente – che prevede un sulfur cap del 3,5% - l’IMO ha commissionato ad un pool di consulenti guidati da CE Delft (società olandese di ricerca e consulenza specializzata nel fornire soluzioni a problemi ambientali) uno studio teso a stimare la disponibilità al 2020 di prodotti raffinati (distillati) idonei a soddisfare la crescente domanda che proverrà dal settore marittimo mondiale a seguito della nuova normativa. La risposta è stata positiva.

Intervista all'Ing. Dario Bocchetti, Responsabile Dipartimento Efficienza Energetica e Innovazione del Gruppo Grimaldi

Fondato nel 1947 dai Fratelli Grimaldi, il Gruppo inizia le sue attività nel settore del trasporto merci. Nel 1969 si dà l’avvio al primo collegamento regolare tra l’Italia e l’Inghilterra per il trasporto di autovetture Fiat destinate al mercato britannico. Il raggio d’azione dei servizi offerti si allarga rapidamente al di là dei confini originari: gli attuali collegamenti marittimi operati dal Gruppo servono 130 porti in 45 paesi del Mediterraneo, Nord Europa, Africa Occidentale, Nord e Sud America. Attualmente sono oltre 100 le navi impiegate, 25 delle quali costruite negli ultimi 5 anni; 2,8 milioni le autovetture trasportate e 1.434.000 le unità rotabili/container; 53 le sedi Grimaldi nel mondo, 5 le Società di logistica del Gruppo, 7800 i dipendenti (equipaggi inclusi). Il Gruppo Grimaldi, già leader internazionale del trasporto RO/RO, si è inoltre dedicato allo sviluppo del servizio passeggeri sulle Autostrade del Mare con ottimi risultati: 2.730.000 passeggeri trasportati nell’ultimo anno dalle tre Compagnie di Navigazione Grimaldi Lines, Finnlines e Minoan.

 

Chiare, fresche et dolci acque - il futuro che vogliamo è già qui

Sostenibilità: è certamente questa la parola d’ordine, il filo conduttore che dovrà guidare l’industria del settore navale nello sviluppo delle proprie soluzioni, alla ricerca del migliore connubio tra ambiente ed economia. Ma con quali strumenti? Il legislatore ha la capacità di definire nuove regole per la salvaguardia dell’ambiente ed in questo solco certamente si inserisce l’ETS (Emission trading system) europeo, elemento essenziale su cui si fonda la politica dell’UE per contrastare i cambiamenti climatici. Solo pochi giorni fa, il 15 febbraio, il Parlamento Europeo ha adottato una modifica della Direttiva 2003/87/CE prevedendo, tra le altre cose, l’inserimento dello shipping nello schema dell’ETS a partire dal 2023 a sottolineare l’importanza di un atteggiamento consapevole da parte di questo settore.

Emissioni in atmosfera dalle navi: l'UE e l'IMO

I combustibili marittimi a livello UE

Le norme ambientali sui combustibili per uso marittimo - previste dalla Direttiva 2012/33/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 21 novembre 2012, con la quale sono state apportate modifiche alla Direttiva 1999/32/CE relativa al tenore di zolfo dei combustibili marittimi come modificata dalla Direttiva 2005/33/CE - hanno consentito di ridurre non soltanto le emissioni di zolfo ma, soprattutto, di particolato, segnando un chiaro passo avanti nella tutela della salute dei cittadini e dell’ambiente dell’Unione Europea (UE). La Direttiva 2012/33/UE rappresenta infatti la risposta dell’UE alle norme elaborate in seno all’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO).

Dal 2020 bunker solo allo 0,5 % di zolfo. Quali le implicazioni per l'industria petrolifera

Dal 1° gennaio 2020 tutti i combustibili impiegati nelle navi, il cosiddetto bunker oggi costituito essenzialmente da olio combustibile con tenore di zolfo al 3,5%, dovranno essere obbligatoriamente allo 0,5% a livello mondiale, in pratica un distillato molto simile al gasolio. Anche se la notizia in sé non ha suscitato grande interesse, tale cambiamento avrà profonde implicazioni non solo per l'economia dello shipping, ma anche ripercussioni importanti sugli assetti dell’industria petrolifera sia a livello produttivo che distributivo e sarà chiamata a garantire la disponibilità di tale prodotto.

Intervista al Dott. Andrea Carrassi di Assitol

Dopo alcuni anni di battaglie fratricide, le aziende che producono biodiesel in Italia, convinte che un’unica associazione sia più forte, hanno deciso di superare le divisioni interne e di riunirsi nuovamente in Assitol, l’Associazione Italiana dell’Industria Olearia, che in Confindustria rappresenta e tutela le aziende che lavorano oli e grassi ad uso alimentare, mangimistico, tecnico ed energetico.

Quali sono le materie prime vegetali utilizzate per la produzione di biodiesel in Italia? Il mercato degli oli vegetali internazionale è un mercato trasparente? 

Esiste un tabacco che non fa male: fa addirittura volare gli aerei!

Si chiama “Solaris", lo ha studiato e brevettato un’azienda italiana, Sunchem Holding, e grazie a questa innovazione, unica al mondo, il 15 luglio 2016 ha alimentato il primo volo green da Johannesburg a Cape Town, con South African Airways & Boeing.

Il 15 luglio 2016, la tratta di cielo che va da Johannesburg a Cape Town è stata solcata dai primi voli (due Boeing 737-800 passeggeri) della South African Airways e della Mango, alimentati per il 50% da biojetfuel ricavato dal seme di tabacco “Solaris”; il prodotto è stato messo a punto da Sunchem Holding, società italiana di ricerca e sviluppo, che ne detiene e gestisce il brevetto a livello internazionale in 130 paesi. È una tecnologia al 100% italiana, unica al mondo.

L'innovazione Eni per la riduzione delle emissioni inquinanti nelle grandi aree urbane

L’ultimo decennio è stato un periodo molto critico per le attività della petrolchimica di base e della raffinazione in Europa. La crescita della produzione chimica e della raffinazione a basso costo in Asia, unita al crollo dei margini di raffinazione in Europa, hanno messo a dura prova questo comparto e hanno portato alla chiusura di numerosi stabilimenti nel Vecchio Continente. Nel solo periodo 2008-2014 i consumi di carburante si sono ridotti del 20%. Dal 2009 sono state chiuse 11 raffinerie in Europa, per una capacità complessiva di 1,4 milioni di barili di petrolio equivalente al giorno (mil. boe/g).

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