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I tre messaggi della COP 27

Monocorde, il tempo avanza. Gli anni si consumano e il budget carbonico compatibile con 1,5°C diventa sempre più sottile. Le COP sono periodici fiocchi di neve che si depositano sul tappeto logoro del negoziato climatico: inesorabilmente, si sciolgono. L’una prende il posto dell’altra, in una stratificazione di incontri che non fa recedere di un epsilon la tendenza inesorabile delle emissioni.

Climate Change Performance Index 2023: l’Italia ancora al 29° posto

La Conferenza sul Clima di Sharm El-Sheikh si è chiusa ai tempi supplementari con l’accordo per istituire il Fondo Loss and Damage. In una decisione attesa da tre decenni, la COP27 ha deciso di istituire un nuovo strumento finanziario per sostenere la ricostruzione economica e sociale delle comunità povere e vulnerabili messe in ginocchio dai disastri climatici sempre più frequenti. Il Fondo potrà accedere a diverse fonti di finanziamento visto le considerevoli risorse finanziarie necessarie. Si stima che entro il 2030 siano necessari circa 290-580 miliardi di dollari aggiuntivi agli aiuti per l’adattamento.

COP27: Il dialogo tra paesi del Sud e del Nord sulla Finanza Climatica

Il tema della finanza climatica, così come quello dell’adattamento e del Loss&Damage, è stato al centro dell’agenda della presidenza egiziana della COP27. Questo per due ordini di motivi: da una parte, l’ambizione egiziana a porsi come voce di riferimento per i paesi del Sud globale, in particolare quelli africani, per i quali la finanza è una questione imprescindibile di giustizia climatica; dall’altra, la scarsa volontà da parte del Cairo ad avanzare sull’altro fronte della lotta al cambiamento climatico, quello della mitigazione. 

COP27: emisferi in conflitto

“Vi è stata una rottura della fiducia tra gli emisferi nord e sud, e questa fiducia deve essere ricostruita trovando un terreno comune sul consenso nei confronti delle tematiche di loss and damage”. Queste le parole di Antonio Guterres, Secretary-General delle Nazioni Unite, a valle della COP27 di Sharm. La tematiche di perdita e danno (loss and damage) sono state centrali durante il summit e potremmo, forse, dire che si tratta di una vittoria che nasce da una apparente sconfitta.

COP 27 e Cina: la transizione ambientale con caratteristiche cinesi

Un colloquio di tre ore per riscaldare le relazioni tra Cina e Stati Uniti. Tanto sarebbe bastato per rimettere in moto la cooperazione per il clima tra i due maggiori paesi inquinatori al mondo, relazione che aveva subito un improvviso arresto in agosto, con la visita a Taiwan della speaker della Camera USA Nancy Pelosi. L’incontro tra il presidente cinese Xi Jinping e la controparte statunitense Joe Biden – il primo in presenza dall’ascesa del politico dem alla Casa Bianca – è avvenuto a margine del G20 di Bali. Durante il colloquio, come menziona il readout di Washington, i due capi di Stato hanno promesso di riprendere il dialogo sulla crisi climatica.

Più rinnovabili più benefici locali: l’appello di Elettricità Futura

Non c’è più tempo; in Italia la povertà energetica sta velocemente crescendo, a causa sia dei prezzi sia della carenza di gas. I Cittadini, le Imprese e anche le Istituzioni hanno estremo e urgente bisogno di elettricità a basso costo. Elettricità Futura, che rappresenta oltre il 70% del mercato elettrico italiano, rivolge un Appello urgente ai Governatori delle Regioni e ai Sindaci dei Comuni d’Italia per chiedere di contribuire a risolvere l’emergenza energetica autorizzando velocemente le numerose richieste di costruzione di nuovi impianti rinnovabili. Le Regioni e i Comuni possono fare la differenza e hanno la responsabilità di farlo, permettendo un rapido aumento della produzione di elettricità rinnovabile.

Per accelerare la transizione ogni ente deve dare un contribuito

Un aspetto decisivo per il decollo spinto delle rinnovabili, a tutti i livelli istituzionali, afferisce alla forte convinzione politica della necessità di accelerare la transizione energetica. Ovviamente questo elemento riguarda l’UE, che finora ha svolto un ruolo di punta, i singoli Governi - e i nostri non hanno certo brillato negli ultimi dieci anni-, le Regioni e i singoli Comuni.

Questi spingono per la transizione verso le rinnovabili con tanto maggiore convinzione quanto più chiara è la percezione di possibili ricadute in termini di riduzione del costo dell’energia, incrementi occupazionali e visibilità.

Puntare su rinnovabili ed efficienza per far crescere il paese

Dalla crisi climatica alla crisi energetica: problemi diversi ma nello stesso tempo strettamente interconnessi. Se le scelte del passato fossero state più lungimiranti e avessero puntato maggiormente su rinnovabili ed efficienza, oggi non pagheremmo così duramente le conseguenze di un contesto internazionale così delicato. Serve un cambio di marcia e serve in fretta, altrimenti a farne le spese è l’ambiente in cui viviamo, la nostra economia e il nostro tessuto sociale. Questo il principale messaggio che emerge dall’intervista fatta a Ermete Realacci, Presidente della Fondazione Symbola.

Primum vivere, deinde decarbonizzare

Nel novembre 2021, alla COP26 di Glasgow, l’Unione Europa si indignava di fronte alla proposta di Cina e India di modificare il testo finale, sostituendo il “phase out” del carbone con un più morbido phase down”. Frans Timmermans, parlando subito dopo il ministro indiano, sottolineava come l’Unione Europea fosse pronta a spingersi ben oltre per porre fine all’uso del carbone e affermavaWe know that coal has no future”, accompagnato da applausi scroscianti.

I combustibili fossili generano e aggravano le crisi

A partire dal 2016, il numero di operatori europei proprietari di centrali a carbone che hanno chiuso i loro impianti, o hanno annunciato piani di phase out al 2030, è salito a 171. E anche quest’anno, si sono aggiunti nuovi soggetti. A livello nazionale, diciassette paesi europei hanno smesso di bruciare carbone o si sono impegnati a farlo al più tardi entro il 2030 e nessun governo ha rinunciato a questa promessa.

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