FONTI RINNOVABILI | 150 ARTICOLI
Non esiste ancora un mercato europeo delle Garanzia di Origine (GO), ma ogni paese è caratterizzato dalle sue peculiarità, dove vigono delle disposizioni normative particolari. Se ad esempio, in Germania delle regole stringenti in materia di emissioni delle GO ne limitano l’offerta, nei Paesi Bassi gli obblighi di disclosure ne aumentano la domanda.
Le garanzie di origine (GO) svolgono un ruolo cruciale nel tracciare e verificare l’origine dell’elettricità generata da fonti rinnovabili come l’eolico, il solare fotovoltaico, l’idroelettrico o la biomassa. Nel sistema GO, la produzione di energia è registrata presso un'autorità nazionale designata. Una volta verificato che un MWh è prodotto da rinnovabili, l'autorità nazionale rilascia una garanzia di origine al produttore.
Le Garanzie d’Origine (GO) sono certificati associabili all’energia elettrica consumata, che ne attestino in misura virtuale la provenienza da un determinato tipo di fonte rinnovabile. Il valore delle GO rappresenta di fatto la willingness to pay da parte del consumatore finale rispetto alla certificazione di tale tipo di provenienza.
Si è concluso da pochi giorni il “Forum internazionale sui biocarburanti sostenibili”, evento promosso dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica nell’ambito delle iniziative legate alla “Planet Week” che hanno accompagnato il “G7 Clima, Energia e Ambiente” presieduto dall’Italia. L ’incontro si è svolto presso il Castello del Valentino, sede storica del Politecnico che lo ha ospitato e coorganizzato e ha visto coinvolti relatori qualificati appartenenti al mondo istituzionale, dell’impresa e della ricerca.
Il 28 aprile scorso, a Torino, si è tenuto il primo International Summit on Sustainable Biofuels, un evento fortemente voluto dal Governo italiano, ed in particolare dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, che ha preceduto il G7 Ambiente, Energia e Clima di Venaria Reale.
I risvolti incalzanti dei cambiamenti climatici e il ritardo nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile ci stanno trasmettendo un messaggio forte e chiaro: è il momento di intraprendere una rapida e vera transizione energetica in direzione delle rinnovabili.
Lo scorso 28 aprile a Torino, nell’ambito del G7 ed in piena sintonia con i lavori di preparazione del G20, è stata sottoscritta la “Joint Statement on Sustainable Biofuels”, ovvero una “Dichiarazione congiunta” di azioni a sostegno del ruolo dei biocarburanti nel processo di decarbonizzazione della mobilità.
Esattamente un anno fa, su queste pagine, tracciavamo un bilancio energetico del 2022 appena trascorso attraverso la lettura congiunta degli angoli del “trilemma dell’energia”. Il 2022 è stato l’anno in cui l’Europa e i suoi Paesi Membri si sono riscoperti vulnerabili dal punto di vista energetico. Si è posto il problema dell’accessibilità economica dell’energia; i prezzi del gas naturale nell’hub olandese TTF hanno raggiunto picchi di oltre 350 €/MWh nel terzo trimestre del 2022.
Il processo di transizione energetica avviato in Europa, con l’obiettivo di accrescere significativamente la quota di energia rinnovabile e raggiungere la neutralità carbonica al 2050, impone uno sforzo congiunto di tutti gli attori, pubblici e privati. Il percorso di decarbonizzazione confermato dalla recente proposta del PNIEC del governo italiano, in linea con il contributo atteso per il raggiungimento dell’obiettivo europeo, prevede che entro il 2030 il 40% dei consumi lordi di energia e almeno il 65% della generazione elettrica siano soddisfatti con fonti rinnovabili.
L’Italia non è un Paese ricco di combustibili fossili, ma abbiamo in abbondanza risorse energetiche rinnovabili, non a caso siamo Il Paese del Sole! Purtroppo, resistono ancora dei miti - tanto falsi quanto radicati - che a vario titolo finiscono per ostacolare lo sviluppo del fotovoltaico perché causano (ancora troppo spesso) opposizioni locali e dinieghi autorizzativi ai nuovi progetti.