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Prezzi energetici al centro di un periodo tumultuoso per il Regno Unito

Quel che sta succedendo in UK ha molte analogie con quanto tipicamente succede alla politica italiana. Il 20 ottobre 2022 un altro Primo Ministro britannico si è dimesso dopo soli 45 giorni al potere. A sostituirlo sarà Rishi Sunak, il quinto Primo Ministro conservatore dal 2016. Al centro della scena di questi tempi politici tumultuosi c'è la politica energetica e, più specificamente, il tetto ai prezzi dell’energia. Gli ultimi mesi hanno visto l’implementazione di una serie di misure che si sono sostituite a vicenda, nonostante tutte avessero un comune obiettivo: mitigare gli impatti dell'aumento dei costi energetici per i consumatori. Prima si è parlato di price cap, poi di una garanzia di prezzo della durata di due anni, ora ridottasi a 6 mesi.

Francia: il malcontento è figlio di scelte politiche sbagliate

Un malcontento generale sta pervadendo la Francia da alcune settimane. La mobilitazione inizia nelle raffinerie: gli scioperi nel comparto mettono in ginocchio il paese a corto di carburante e con file chilometriche in tutti i distributori di benzina. Ma quel che è peggio è che il malcontento si sta estendendo ad altri settori professionali (centrali nucleari, trasporti) facendo tremare il governo Macron. Quale è la ragione alla base delle proteste? La risposta è chiara: molti francesi vedono il proprio potere d’acquisto ridursi a causa di un aumento generalizzato dei costi a cui non si riesce a far fronte, soprattutto nell’energia.

Ottimizzazione dei consumi di gas: il punto di vista di Assopetroli-Assoenergia

Il Ministero della Transizione Ecologica ha varato lo scorso 6 settembre un piano di contenimento dei consumi di gas per 8,2 miliardi di mc tra il 1° agosto 2022 e 31 marzo 2023, che poggia su tre aree di intervento:

 

  1. la massimizzazione della produzione elettrica con combustibili diversi dal gas, ricorrendo a carbone e olio combustibile in primis (risparmio di gas atteso: 2,1 miliardi di mc);
  2. l’introduzione di limiti di temperatura negli ambienti, di ore giornaliere di accensione e di durata del periodo di riscaldamento (risparmio di gas atteso: 3,2 miliardi di mc);
  3. misure comportamentali volontarie, sia a costo zero, sia che richiedono investimenti iniziali da parte degli utenti, che dovrebbero essere promosse attraverso una campagna di sensibilizzazione (risparmio di gas atteso: 2,9 miliardi di mc).

Risparmiare gas naturale: una lettura del piano del Governo

Occorre risparmiare il 15% del consumo di gas naturale nei 6 mesi da agosto 2022 a marzo 2023. È un atto di buon senso e ce lo chiede l’Unione Europea. Di qui il piano del Ministero della Transizione Ecologica che delinea una serie di azioni tese a risparmiare 8,2 miliardi di metri cubi (mld mc) di gas.

Un primo modo attraverso il quale leggere il piano del governo è attraverso la distinzione tra interventi sul lato dell’offerta e della domanda.

Decoupling del prezzo del gas dal prezzo dell’elettricità: l’uovo di Colombo?

Le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea durante il discorso sullo stato dell'Unione hanno introdotto formalmente nell'agenda energetica comunitaria il tema del disaccoppiamento tra il prezzo del gas naturale e quello dell'elettricità, di cui in realtà si discuteva a livello informale già da mesi. 

Invocato dai governi di mezza Europa, il disaccoppiamento del prezzo del gas naturale da quello dell'elettricità è uno di quegli argomenti complicati da maneggiare, perché, a fronte di grandi aspettative condivise, c'è una grande confusione riguardo alla cornice tecnica.

Meccanica italiana: la crisi energetica comprime la marginalità

L’aumento vertiginoso del prezzo dell’energia che grava sull’Europa non sta risparmiando il settore industriale. Al pari delle famiglie, le imprese dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima Confindustria si trovano a dover fronteggiare le bollette di elettricità e gas sempre più elevate che, unite al rincaro dei materiali e ai fenomeni inflativi, rendono più complessa la sopravvivenza in un mercato fortemente instabile. Molte aziende rischiano il fermo della produzione, o addirittura la chiusura.

Concretezza e limiti del Piano Cingolani per fronteggiare la crisi gas

Nelle 14 pagine di testo del Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas naturale, l’unico obiettivo strutturale citato è la riduzione in modo permanente della domanda grazie a un incremento annuale di circa 8 GW degli impianti a fonti rinnovabili, incremento che andrà a regime nel 2023. Si tratta però di un target irrealizzabile. Benché tassativamente previsto entro giugno, non è stato ancora emanato il decreto dallo stesso MiTE, con i criteri che le Regioni dovranno seguire per individuare le aree idonee all’installazione di impianti rinnovabili. Dopodiché, le Regioni avranno a disposizione sei mesi per definire la mappa.

Consumatori e caro energia: impatti e proposte per mitigarne gli effetti

Il rincaro del costo dell’energia attanaglia le famiglie ormai da mesi e va avanti ininterrottamente, tra alti e bassi, dal IV trimestre 2020. Oggi, tutti siamo convinti che tali rincari siano dovuti alle conseguenze della guerra in Ucraina, che sicuramente incidono notevolmente, ma le spinte al rialzo sono iniziate molto prima e sono oggi aggravate da forti e intollerabili dinamiche speculative.

Lo shock dei prezzi energetici e i riflessi sui biocombustibili legnosi

Le tensioni internazionali legate al conflitto ucraino e lo shock dei prezzi energetici che ne è seguito hanno avuto importanti e profondi riflessi anche sul mercato dei biocombustibili legnosi, in particolare di pellet e legna da ardere. Il forte e continuo rialzo dei prezzi del gas naturale, unitamente alle crescenti preoccupazioni sugli approvvigionamenti per la prossima stagione invernale, stanno spingendo molti consumatori verso soluzioni alternative per il riscaldamento delle proprie abitazioni e attività commerciali, nel tentativo di contenere la spesa e di garantire il proprio fabbisogno energetico.

Caro Energia: il punto di vista di ARERA

A distanza di sette mesi dall’ultima intervista fatta ad ARERA su questo portale, torniamo a parlare con Massimo Ricci Direttore della Divisone Energia dei temi caldi del caro energia e di come consumatori e operatori devono fronteggiare quella che può essere definita come la più grave crisi energetica del secondo dopoguerra. Misure governative, interventi regolatori ma anche l’impegno a risparmiare degli utenti saranno indispensabili per gestire l’emergenza.

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