Ormai da alcuni anni si vedono degli strani oggetti di colore blu scuro sui tetti di edifici di varia destinazione d’uso, dalle abitazioni residenziali ai centri commerciali e ai capannoni industriali. Sono i pannelli solari dice qualcuno, ma più propriamente si tratta di moduli fotovoltaici oppure di collettori solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. In questo articolo si parlerà solo dei primi, cioè degli apparecchi che convertono direttamente l’energia solare in energia elettrica, prima in corrente continua e poi, grazie all’elettronica interna agli inverter (questi non visibili sui tetti), in corrente alternata.
La lotta al cambiamento climatico è tra le priorità dell’agenda internazionale. I gas serra in atmosfera hanno raggiunto infatti livelli senza precedenti e gli interventi per contenere l’aumento della temperatura terrestre non sono più rimandabili. Per salvaguardare il nostro Pianeta, è oggi più che mai essenziale dare vita a un insieme di interventi coordinati, che veda il coinvolgimento di tutti: istituzioni, studiosi, imprese, singoli cittadini.
Il recente aggiornamento delle condizioni di tutela per i prezzi di energia elettrica e gas naturale da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha riproposto il tema della bolletta energetica del Paese e del suo potenziale impatto sulle aspettative di ripresa e di rilancio del sistema economico.
L’allarme siccità nelle campagne italiane, dove si tenta di salvare le colture con le irrigazioni di soccorso, è la dimostrazione dell’importanza dell’acqua come vera e propria risorsa strategica nazionale. Infatti, la prolungata mancanza di precipitazioni insieme al caldo torrido stanno seccando la terra, svuotando le spighe, scottando la frutta e la verdura nei campi e provocando stress negli animali nelle stalle con il crollo della produzione di latte. In sofferenza ci sono dagli ortaggi alla frutta, dal mais alla soia, dal pomodoro ai cereali.
Prima in Europa per prelievi di acqua a uso potabile (oltre 9 miliardi di metri cubi all’anno, 25 milioni di metri cubi pari a 419 litri per abitante al giorno), l’Italia è nel complesso un Paese a stress idrico medio-alto secondo l’OMS, poiché utilizza il 30-35% delle sue risorse idriche rinnovabili, con un incremento del 6% ogni 10 anni. Una tendenza che, unita a urbanizzazione, inquinamento ed effetti dei cambiamenti climatici, come le sempre più frequenti e persistenti siccità, mette a dura prova l’approvvigionamento idrico della Penisola.
Dopo un anno segnato dalle difficoltà connesse alla pandemia, il settore industriale italiano e in esso il comparto dell’energia, sono coinvolti in un processo di ripartenza che, supportato dai fondi del Recovery Plan, si auspica possa essere occasione di un vero rilancio della crescita e competitività del nostro Paese. In questo contesto si affaccia, dopo anni di dormienza, la prospettiva di approvazione di una Legge sulla Concorrenza, provvedimento veicolo di riforme volte, come chiaramente suggerito dal nome, alla promozione delle dinamiche concorrenziali in vari settori economici e sociali.
I consumatori finali dei mercati di vendita al dettaglio o retail dell’energia elettrica e del gas naturale, sono oggi liberi di scegliere i propri fornitori in quasi tutti i mercati degli Stati Membri dell’Unione Europea. E, almeno in teoria, i fornitori di servizi retail possono entrare in tali mercati e competere liberamente e in condizioni di parità con altri fornitori per la conquista di nuove fette di mercato. Questi, sono alcuni dei principali risultati del processo di liberalizzazzione che in Europa, nei mercati piu maturi, è ormai entrato nel terzo decennio.
Le gare per l’affidamento del servizio di distribuzione gas tramite ambiti territoriali minimi (ATEM) vengono introdotte dall’art. 46-bis del Decreto Legge n. 159/07, diventando lo strumento obbligatorio per l’affidamento con l’approvazione dell’art. 24 del D.Lgs n. 93/2011: da quel momento è stato definitivamente introdotto il “blocco” degli affidamenti del servizio “per singolo comune”. Ne è seguita una ampia produzione di normativa secondaria (soprattutto nel 2011) da parte del MISE, con provvedimenti volti a stabilire la formazione/composizione degli ATEM (Decreto Ambiti e Decreto Comuni) ed i criteri per lo svolgimento della gara, comprensivi anche delle regole (integrate e meglio specificate con le Linee Guida) per la definizione del valore di rimborso spettante al gestore uscente (VIR).
Il prossimo 29 agosto saranno passati 4 anni dall'entrata in vigore della legge 124 del 2017, la prima e finora unica legge annuale sulla Concorrenza italiana. Una delle sue previsioni più dibattute è la fine dei prezzi tutelati dell’energia al dettaglio, prevista inizialmente per il 2019 e ora, dopo due proroghe, per il gennaio 2023. In questi anni, mentre l’obiettivo si allontanava, diversi elementi al contorno sono cambiati e vale la pena provare a fare il punto.
A distanza di circa un anno dall’introduzione del Superbonus 110, inserito nel Decreto-Legge 19 maggio 2020, n. 34 (il cosiddetto “Decreto Rilancio”, poi convertito dalla Legge 17 luglio 2020, n. 77), è possibile già fare un primo bilancio.
Indubbiamente l’incentivo costituisce una grande opportunità di rilancio dell’edilizia, contribuisce al miglioramento delle condizioni di sicurezza e di efficientamento energetico degli edifici esistenti e costituisce uno strumento di rivalutazione del patrimonio immobiliare.