In Spagna, la pubblicazione della Strategia europea per l’idrogeno nel 2020 ha fatto scaturire grande entusiasmo tra il governo, le autorità regionali, il settore privato, e anche nella società civile. Entusiasmo rinforzatosi alcuni mesi dopo, quando è stata pubblicata la Roadmap dell’idrogeno per la Spagna, giusto nel momento in cui il paese stava affrontando la crisi sociale ed economica causata dal COVID-19. Lo sviluppo di questo vettore energetico è stato visto come uno strumento di diversificazione economica e trasformazione industriale, rappresentando un driver essenziale dell’industrializzazione verde.
Coal is the most abundant source of electricity generation worldwide, currently contributing over 36% of the world's electricity supply. Coal-powered plants which around 16% of the electricity in the United States. Coal is an energy resource that is produced domestically. Nearly total volume of coal is mainly utilized for domestic electricity generation comes from U.S. mines. In contrast, significant energy sources such as nuclear and renewable energy depend heavily on imported minerals to power nuclear reactors or build wind turbines and solar panels.
The world is edging towards a slow-paced energy transition, with fossil fuels remaining cheaper and more accessible than many lower-carbon alternatives. In Wood Mackenzie's base case, the world is on a 2.5°C pathway, with liquids demand slowly peaking early next decade around 106 million barrels per day (b/d) and gas a decade later at over 440 billion cubic feet per day (bcfd).
No analysis of energy markets can be done without a robust, reliable and comparable dataset relating to resources, production, consumption and prices of the various energy sources. Energy analysts, academics, but also the world of industry, environmentalists know this well. However, it is not always easy to find all this data, especially with regular frequency, global coverage, and free of charge. For this reason a publication such as the Statistical Review of World Energy is essential and every year it is awaited from all. We spoke about this highly respected data publication, its genesis, and its evolution, with Ian Jones, Head of Knowledge, Insight, and Research at the Energy Institute.
Nessuna analisi dei mercati energetici può essere fatta se non si dispone di un dataset robusto, affidabile e confrontabile relativo a risorse, produzione, consumi e prezzi delle varie fonti energetiche. E gli analisti del settore, gli accademici, ma anche il mondo dell'industria, gli ambientalisti lo sanno bene. Tuttavia, non sempre è facile reperire tutti questi dati, soprattutto con una buona frequenza e in maniera gratuita. Per questo rapporti come lo Statistical Review of World Energy sono strumenti di lavoro imprescindibili e attesi ogni anno. Di questa consolidata pubblicazione di dati, della sua genesi e della sua evoluzione, ne abbiamo parlato con Ian Jones Head of Knowledge, Insight e Research all’ Energy Institute.
Il carbone è la principale fonte di generazione elettrica al mondo e copre oltre il 36% del mix elettrico globale. Negli USA, nonostante il declino intrapreso negli ultimi anni, le centrali a carbone continuano a generare il 16% dell'elettricità. Qui il carbone viene prodotto a livello nazionale, a differenza di altre fonti di energia come il nucleare o le rinnovabili che dipendono fortemente dai minerali importati per alimentare i reattori nucleari o costruire turbine eoliche e pannelli solari.
La transizione da un sistema energetico basato sui combustibili fossili a uno fondato sulle energie rinnovabili e sull’elettrificazione rappresenta una delle sfide più significative del XXI secolo. Questa
trasformazione va oltre la semplice decarbonizzazione, ridefinendo le dinamiche di potere globale e spostando l’influenza geopolitica dai tradizionali “petrostati” come Arabia Saudita e Russia verso gli “elettrostati” come la Cina. Minerali critici come rame, nickel, litio, cobalto e terre rare, essenziali per le tecnologie verdi, sono al centro di questo cambiamento, alimentando nuove dipendenze e tensioni geopolitiche.
La nuova “primavera” dell’energia nucleare – il cui crescente interesse è alimentato dalla sempre maggior necessità di sicurezza energetica a zero emissioni di carbonio – potrebbe portare in futuro ad un rilevante aumento della domanda di uranio, combustibile principe nella fissione nucleare. Nonostante, al momento, non vi siano pericoli in termini di esaurimento delle risorse, non si devono escludere potenziali futuri rischi nell’approvvigionamento, specialmente per l’UE, ad oggi fortemente dipendente dalle importazioni della materia prima.
Il mondo si sta avviando verso una transizione energetica rallentata, caratterizzata da fonti fossili ancora a buon mercato e maggiormente accessibili rispetto ad altre alternative low-carbon. Nello scenario base di Wood Mackenzie, il mondo si trova su un percorso che porta ad un incremento delle temperature di 2,5°C, con una domanda di greggio e prodotti petroliferi che arriverà lentamente a toccare il picco di 106 mil bbl/g già all’inizio del prossimo decennio. Per il gas, invece, il picco di oltre 440 mld pc/g dovrebbe essere raggiunto nel corso del decennio 2030-2040.
Mentre in Europa si organizza il funerale del petrolio, il resto del mondo pensa ad investire per garantire i rifornimenti di petrolio per i prossimi decenni. La crescita della domanda di petrolio nel mondo sta avvenendo a ritmi elevati ed impensabili. Ha ormai superato il tetto dei 100 milioni di barili al giorno, assestandosi per il 2025 sui 105 milioni di barili al giorno. Riuscire a coprire questo livello di domanda richiederà investimenti finanziari enormi, sfide tecnologiche gigantesche, una ristrutturazione del settore della raffinazione, un ripensamento del mercato petrolifero internazionale.