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Nuclear Power in China: status and outlook

The use of nuclear power in China has grown rapidly since its first power reactor, Qinshan 1, began operating in 1991. There are currently 55 operable reactors in mainland China representing 57 GWe, and 22 reactors under construction totalling 26 GWe, all at 19 sites. China will soon surpass France, which has 56 operable reactors, to become the nation with the second largest number of nuclear reactors, behind only the United States, which has 93.

Il ruolo crescente del nucleare nel mix energetico cinese

L'utilizzo dell'energia nucleare in Cina è cresciuto rapidamente da quando è entrato in funzione il primo reattore, Qinshan 1, nel 1991. Attualmente sono 55 i reattori operativi  per una capacità di 57 GWe, mentre altri 22 reattori sono in costruzione per un totale di 26 GWe, tutti da ubicare in 19 siti. Seguendo questa traiettoria, la Cina supererà presto la Francia, che ha attualmente 56 reattori operativi, diventando la nazione con il secondo maggior numero di reattori nucleari dietro gli Stati Uniti, che ne contano  93.

Verso una crisi finanziaria?

I recenti avvenimenti che hanno interessato il mondo della finanza hanno avuto come diretta conseguenza un aumento marcato dei tassi d'interesse; non si assisteva ad un così rapido inasprimento monetario da decenni.

I tassi statunitensi sono aumentati più velocemente di quanto previsto, il che ha già determinato una stretta creditizia.

L’impatto della crisi bancaria sui mercati energetici

Il fallimento di Silicon Valley Bank negli USA ha generato diverse ripercussioni all’interno dei mercati finanziari, coinvolgendo anche alcuni segmenti del mercato energetico. La banca, caratterizzata da un elevato grado di concentrazione dei depositi da parte di venture capitalists,  ha investito le risorse finanziarie comprando titoli obbligazionari (treasuries) e mortgage backed securities a medio-lungo termine in un momento in cui i tassi di interesse ed i rendimenti erano molto bassi.

Banche, tassi d’interesse e quel pentolone d’oro alla fine dell’arcobaleno

Forse non i lettori di RiEnergia, ma senz’altro chi da un decennio abbondante ci legge sui social e su Twitter in particolare ci avrà sentiti stigmatizzare in maniera ricorsiva un paio di cose che volentieri riprendiamo in questa prestigiosa sede. La prima è che il denaro ha un costo. La seconda è che i sistemi energetici sono complessi.

Il gas dopo la Russia

Due anni fa (11 gennaio 2021) ICE/TTF quotava il gas a poco più di 17 €/MWh. Il 22 dicembre dello stesso anno ha superato i 130. Una settimana prima dell’invasione dell’Ucraina (17 febbraio 2022) era tornato poco sopra i 64 Euro. L’invasione all’inizio lo fa salire ma non troppo. Poi il 3 Marzo schizza a quasi 133; si prende un breve riposo e poi (7 luglio) rischizza oltre i 180. Ad agosto più che schizzare esplode. Il 26 del mese segna 342,864. Poi comincia a scendere, con un piccolo rimbalzino (ma proprio piccolo) in coincidenza con l’esplosione di Nord Stream 1 e 2.

Geo-policy and Energy in 2022

Russia’s invasion of Ukraine in February 2022 brought major disruptions to the global energy system and heightened Europe’s vulnerability to disruption of gas supplies. The transition to renewables has had the effect of pushing up demand for gas – often viewed by governments and energy analysts as a medium-term bridging fuel between the eras of hydrocarbons and renewables.

2022: il legame stretto tra geopolitica ed energia

L'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, nel febbraio 2022, ha determinato sconvolgimenti profondi nel sistema energetico globale e ha accresciuto la vulnerabilità dell'Europa di fronte all'interruzione delle forniture di gas. Il tutto va letto in un processo di trasformazione ormai decennale che vede da un lato, un percorso verso la decarbonizzazione e un utilizzo via via più marcato delle fonti rinnovabili ma che, dall’altro, ha determinato un maggior ricorso al gas, visto dai governi e dagli analisti energetici come una fonte ponte sul medio termine tra l'era degli idrocarburi e quella delle fonti green.

Will the oil market volatility of 2022 be repeated in 2023?

The oil market in 2022 saw unusual volatility—even by the standards of what is historically a very volatile commodity.  What factors drove that volatility, and what are the prospects for the year ahead?

Even before Russia invaded Ukraine, global oil prices were in the midst of a strong post-COVID recovery.  Oil prices entered the year near $80 per barrel. 

Petrolio: anche il 2023 sarà contraddistinto da volatilità?

Nel 2022, il mercato petrolifero ha conosciuto una volatilità insolita anche per una commodity storicamente volatile quale è il petrolio. Perché e quali sono le prospettive per il prossimo anno? 

Anche prima che la Russia invadesse l'Ucraina, i prezzi internazionali stavano esibendo una forte ripresa post-COVID.

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