Da quando la preoccupazione per i cambiamenti climatici è diventata dominante, l’obiettivo principale della politica energetica è diventato la “decarbonizzazione”. In concreto, si tratta di realizzare la “transizione energetica” diminuendo progressivamente il peso dei combustibili fossili che ancora oggi soddisfano più dell’80% dei consumi energetici mondiali. Questo processo sta già avvenendo in parte spontaneamente, guidato dalla convenienza economica e dal progresso tecnologico, in parte sotto la spinta di decisioni politiche. Tuttavia sappiamo che il settore energetico è dotato di forte inerzia e quindi la modifica del peso delle diverse fonti richiederà molti decenni.
Anche nell’edizione del 2017 il World Energy Outlook (WEO) non ci assilla troppo con la profusione di scenari che nelle passate edizioni, anziché aiutare il decisore politico, riuscivano spesso solo a confonderlo. Ormai da qualche anno, infatti, mette in primo piano la descrizione di un futuro energetico intermedio tra uno scenario di riferimento, che declina le politiche energetiche in atto, e uno scenario di sviluppo sostenibile, che mira al deciso contenimento dei cambiamenti climatici:
Lo sviluppo di infrastrutture, mercato e logistica del GNL (Gas Naturale Liquefatto) apre prospettive fino a pochi anni fa inimmaginabili per quanto riguarda la diffusione e l’utilizzo del gas naturale in Italia.
La prossima implementazione di quanto definito dal decreto legislativo n. 257/2016 sulla realizzazione delle infrastrutture per combustibili alternativi (DAFI) e di quanto delineato dal Governo nel documento di consultazione sulla Strategia Energetica Nazionale (SEN) rappresentano le basi e aprono quindi la strada per un’importante crescita della filiera GNL, favorendo, allo stesso tempo, la metanizzazione di aree ancora non collegate alla rete (off grids), soprattutto la Sardegna.
La principale vocazione del “GNL di piccola taglia” - dall’inglese Small Scale LNG - è certamente quella che lo vede impegnato come combustibile nei trasporti marittimi, terrestri pesanti, ferroviari (linee che non conviene elettrificare), missilistici (miscelato con l’ossigeno) e, forse in futuro, nei droni. Le sue performance in termini di efficienza energetica e impatto ambientale lo rendono preferibile ai derivati del petrolio, la sua sicurezza e accessibilità lo rendono un possibile concorrente dell’elettrico targato eolico e solare.
Il Gruppo Dolomiti Energia ha inaugurato da qualche mese un impianto multiutenza alimentato con Gas Naturale Liquefatto (GNL). Si tratta della prima esperienza italiana di questo tipo, al servizio di più utenze. E’ un impianto costituito da un serbatoio di Gas Naturale Liquefatto, un sistema di gassificazione e una rete di distribuzione locale, che soddisfa il fabbisogno energetico di abitazioni, aziende e hotel nel comune trentino di Molveno.
Sono trascorsi 17 anni dall’avvio della riforma del settore della distribuzione del gas naturale e le procedure di gara per l’affidamento del servizio hanno preso lentamente avvio, come noto, tra ritardi e incertezze. Considerato l’inevitabile sviluppo tecnologico che nel corso di tale lungo periodo ha avuto luogo, il settore è ora esposto a nuove opportunità – anche segnalate dagli operatori del mercato – idonee al raggiungimento degli obiettivi perseguiti dalla riforma introdotta dal Decreto Letta, che richiedono l’adozione di nuove disposizioni per l’implementazione di soluzioni alternative ed innovative.
A livello internazionale, il GNL (Gas Naturale Liquefatto) è una realtà consolidata e in alcune aree del mondo – ad esempio Giappone, Australia, USA- è una risorsa in continua espansione, sia in termini di capacità di liquefazione che di importazione.
Anche nell’Unione Europea, l’utilizzo del gas naturale in questa forma si sta recentemente affermando per ragioni di economicità, con le dinamiche mondiali dei prezzi che rendono accessibile questo vettore energetico;
Il gas naturale ha un ruolo centrale nella Strategia Energetica Nazionale, sul tavolo del Governo in vista del varo annunciato per novembre. La Staffetta ha discusso i passaggi di maggior rilievo della Sen - dalle prospettive del Gnl al corridoio della liquidità, alle infrastrutture strategiche di stoccaggio e rigassificazione fino al tema, assente eccellente nel documento, delle gare per la distribuzione - con Massimo Nicolazzi, manager ed esperto di lungo corso di idrocarburi, presidente di Centrex Italia e docente Economia delle Risorse Energetiche all'Università di Torino.
Sul gas la Sen mira a promuovere un sistema sicuro, resiliente e competitivo. L'analisi e le proposte sono adeguate all'obiettivo?
Gli obiettivi in sé è difficile non condividerli. Non sono così sicuro che l'analisi sia coerente con gli obiettivi. Credo che i temi sicurezza, flessibilità, competitività andrebbero declinati soprattutto in termini di integrazione di un unico mercato europeo e delle infrastrutture che vi sono sottese.
Quali misure servirebbero per andare in questa direzione?
L'integrazione delle reti dovrebbe essere la priorità assoluta. Parliamo sempre di sicurezza in relazione agli stoccaggi e ci dimentichiamo che la rete è il più grosso stoccaggio che abbiamo.
Il fabbisogno mondiale di energia dipende in larga parte dalle fonti fossili, condizione che non si modificherà nel prossimo futuro. Nel World Energy Outlook 2016, l’Agenzia Internazionale per l’Energia (AIE) afferma che i combustibili fossili “continueranno ad essere l’asse portante del sistema energetico mondiale per diversi decenni a venire”. Il BP Energy Outlook formula previsioni similari.
Nel punto più stretto dello Stretto di Malacca, il cosiddetto Phillips Channel, i chilometri che separano Sumatra dalla costa occidentale della Malesia sono appena 2,8. L’importanza strategica di questo passaggio sulla rotta tra la costa cinese e l’Oceano Indiano è nota dall’antichità, tanto che già nel V secolo d.C. l’impero Srivijaya che aveva la propria base sull’isola di Sumatra pensò di blindarlo facendo costruire sull’altra sponda la città di Temasek, che in malese significa “Città del Mare”.