A livello internazionale, il GNL (Gas Naturale Liquefatto) è una realtà consolidata e in alcune aree del mondo – ad esempio Giappone, Australia, USA- è una risorsa in continua espansione, sia in termini di capacità di liquefazione che di importazione.

Anche nell’Unione Europea, l’utilizzo del gas naturale in questa forma si sta recentemente affermando per ragioni di economicità, con le dinamiche mondiali dei prezzi che rendono accessibile questo vettore energetico; sicurezza, dal momento che la fornitura via nave del GNL è un elemento rilevante per l’opportunità di diversificare gli approvvigionamenti energetici; rispetto dell’ambiente, poiché nell’ottica europea di un’economia che si avvia verso la decarbonizzazione il GNL si rivela un alleato prezioso per il suo elevato contenuto energetico, unito alle ridotte emissioni.

E in Italia? Nel nostro paese è in corso una valutazione complessiva sulle possibilità offerte dall’utilizzo del GNL, anche grazie alla discussione della bozza (prima) e della pubblicazione (dopo), avvenuta il 10 Novembre 2017, della Strategia Energetica Nazionale, che riporta in primo piano l'attenzione sugli usi finali del gas naturale, incluso il GNL, nei trasporti pesanti e marittimi al posto dei derivati dal petrolio; come si evince dalle pagine del testo, propone anche – tra gli interventi -  quello di convertire a metano le reti di distribuzione esistenti in Sardegna e svilupparle tramite collegamento a depositi Small Scale GNL per avviare la fornitura di gas in modo modulare, utilizzando il GNL anche per avviare il primo progetto pilota di Sulphur Emission Controlled Area (SECA) per il traffico marittimo in Sardegna.

Si tratta quindi di un settore dalle grandi potenzialità in diversi ambiti:

  • Trasporto marittimo;
  • Trasporto stradale (soprattutto veicoli pesanti);
  • Usi industriali e reti off grid

Nel comparto trasporti, ci troviamo su una strada in qualche modo già tracciata: le recenti direttive IMO (predisposte dall’International Maritime Organization) hanno portato alla creazione di aree SECA (Sulphur Emission Control Area), ovvero spazi marittimi soggetti al controllo delle emissioni di zolfo, e richiesto una riduzione significativa delle emissioni (SOx e NOx) portando ad una scelta quasi “obbligata” di utilizzare il GNL come combustibile marittimo (basti vedere gli investimenti previsti nei prossimi 3-5 anni per la costruzione di navi da crociera a GNL). Inoltre, il Dlgs 257/2016, in recepimento della Direttiva 2014/94/UE (DAFI), ha definito un quadro strategico, con i relativi obiettivi, per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi (GNL, GNC, idrogeno, elettricità) nei trasporti, nonché le misure per la semplificazione delle procedure amministrative per lo stoccaggio di GNL.

Per quanto riguarda invece gli usi industriali e reti off grid, il mercato non ha assunto ancora grandi dimensioni, in ragione della peculiarità italiana che vede una rete estesa e capillare di trasporto/distribuzione del gas naturale che serve più di 23 milioni di utenti (oltre 80% famiglie allacciate alla rete). Rimangono, tuttavia, spazi aperti da un lato per le realtà non ancora raggiunte dalla metanizzazione e dall’altro per le utenze industriali che vedono nel GNL una soluzione per soddisfare le richieste energetiche nel rispetto dell’ambiente.

Grazie all’utilizzo di una tecnologia consolidata, è possibile portare all’utente finale - al termine del processo di stoccaggio, rigassificazione, controllo e misura - il gas naturale (ottenuto dal GNL rigassificato) in modo sicuro e in pratica non distinguibile da un approvvigionamento di gas naturale “ordinario” in rete canalizzata.

A tal fine, però, è necessario verificare il rispetto di alcuni parametri definiti dal Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico 19 febbraio 2007 “Approvazione della regola tecnica sulle caratteristiche chimico-fisiche e sulla presenza di altri componenti nel gas combustibile da convogliare”. Scopo principale di tale decreto, infatti, è quella di definire le caratteristiche chimico-fisiche del gas naturale da convogliare nella rete di metanodotti italiani al fine di garantire la possibilità di interconnessione e l'interoperabilità dei sistemi del gas (impianti di produzione, trasporto, distribuzione, stoccaggio e GNL).

In particolare, il parametro significativo da tenere sotto controllo è l’indice di Wobbe, il principale indicatore dell'interscambiabilità dei gas, definito come il rapporto tra il potere calorifico superiore del gas per unità di volume e la radice quadrata della sua densità relativa nelle stesse condizioni di riferimento. Tale indice deve rimanere nell’intervallo 47,31 ÷ 52,33 MJ/Sm3.

Inoltre, si deve effettuare il corretto grado di odorizzazione, intesa come l’operazione industriale che consiste nell’aggiungere al gas una sostanza chimica organica o combinazione di sostanze chimiche di odore intenso in concentrazioni ridotte e capace di conferire un odore caratteristico e distintivo (solitamente sgradevole) allertante.

Da un punto di vista legislativo, i riferimenti  in materia di odorizzazione fanno capo alla Legge 1083/71 - Norme per la sicurezza dell’impiego del gas combustibile - che all’art. 2 recita: “I gas combustibili ad uso domestico ed uso similare, distribuiti mediante condotte o liquefatti e compressi in bombole, che non abbiano di per sé odore caratteristico e sufficiente perché possa esserne rilevata la presenza prima che si creino condizioni di pericolo, devono essere odorizzati, a cura delle imprese od aziende produttrici o distributrici, con sostanze idonee aggiunte in quantitativi adeguati in modo che sia possibile avvertire la presenza di gas in quantità pericolosa per esplosività e tossicità.”

Da un punto di vista tecnico, invece, bisogna conformarsi alle norme della serie UNI 7133 Odorizzazione di gas per uso domestico e similare. In questo caso, dal momento che tali norme hanno già previsto il GNL tra le curve di intensità di odore, si utilizzano gli stessi odorizzanti a base di zolfo - tetraidrotiofene (THT) o Ter-butil mercaptano (TBM) - con le medesime concentrazioni minime di riferimento, in assoluta analogia con quanto viene effettuato oggi dalle imprese di distribuzione del gas naturale.

In Italia, oggi, in ambito tecnico svolge un ruolo importante il CIG (Comitato Italiano Gas), ente Federato UNI, che ha tra i suoi compiti statutari lo studio dei problemi scientifici e tecnici e la redazione di documenti normativi tecnici per il settore dei gas combustibili, incluso il GNL. A tal fine attraverso gli esperti delle Commissioni Tecniche, segue direttamente i lavori che sono in fase di sviluppo a livello comunitario/internazionale per l’elaborazione delle norme relative al GNL e alla qualità del gas, e sviluppa, per l’utilizzo sul territorio italiano, le specifiche norme nazionali sui diversi temi (qualità del gas, odorizzazione, ecc.) al fine di garantirne un utilizzo sicuro ed efficiente.