Anche l’efficienza energetica e le energie rinnovabili hanno trovato ampio spazio nel decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77 (meglio noto come decreto "Semplificazioni-bis"), convertito in legge 29 luglio 2021, n. 108 ed emanato “per imprimere un impulso decisivo allo snellimento delle procedure amministrative in tutti i settori”.
Già lo scorso anno il Governo aveva previsto una norma che apportasse delle semplificazioni nelle procedure amministrative; lo aveva fatto con il Dl n. 76/2020 e con lo scopo di “realizzare un'accelerazione degli investimenti e delle infrastrutture attraverso la semplificazione delle procedure in materia di contratti pubblici e di edilizia”.
Quella del passaggio dal mercato tutelato, quanto a prezzo e condizioni contrattuali, al mercato libero, con particolare riferimento ai clienti finali di piccole dimensioni (famiglie e piccole imprese), è una questione complessa, che ha impegnato, a geometrie variabili, l’ultimo quinquennio del dibattito pubblico e istituzionale in tema di energia.
Ormai da alcuni anni si vedono degli strani oggetti di colore blu scuro sui tetti di edifici di varia destinazione d’uso, dalle abitazioni residenziali ai centri commerciali e ai capannoni industriali. Sono i pannelli solari dice qualcuno, ma più propriamente si tratta di moduli fotovoltaici oppure di collettori solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria. In questo articolo si parlerà solo dei primi, cioè degli apparecchi che convertono direttamente l’energia solare in energia elettrica, prima in corrente continua e poi, grazie all’elettronica interna agli inverter (questi non visibili sui tetti), in corrente alternata.
Il recente aggiornamento delle condizioni di tutela per i prezzi di energia elettrica e gas naturale da parte dell’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha riproposto il tema della bolletta energetica del Paese e del suo potenziale impatto sulle aspettative di ripresa e di rilancio del sistema economico.
Dopo un anno segnato dalle difficoltà connesse alla pandemia, il settore industriale italiano e in esso il comparto dell’energia, sono coinvolti in un processo di ripartenza che, supportato dai fondi del Recovery Plan, si auspica possa essere occasione di un vero rilancio della crescita e competitività del nostro Paese. In questo contesto si affaccia, dopo anni di dormienza, la prospettiva di approvazione di una Legge sulla Concorrenza, provvedimento veicolo di riforme volte, come chiaramente suggerito dal nome, alla promozione delle dinamiche concorrenziali in vari settori economici e sociali.
I consumatori finali dei mercati di vendita al dettaglio o retail dell’energia elettrica e del gas naturale, sono oggi liberi di scegliere i propri fornitori in quasi tutti i mercati degli Stati Membri dell’Unione Europea. E, almeno in teoria, i fornitori di servizi retail possono entrare in tali mercati e competere liberamente e in condizioni di parità con altri fornitori per la conquista di nuove fette di mercato. Questi, sono alcuni dei principali risultati del processo di liberalizzazzione che in Europa, nei mercati piu maturi, è ormai entrato nel terzo decennio.
Il prossimo 29 agosto saranno passati 4 anni dall'entrata in vigore della legge 124 del 2017, la prima e finora unica legge annuale sulla Concorrenza italiana. Una delle sue previsioni più dibattute è la fine dei prezzi tutelati dell’energia al dettaglio, prevista inizialmente per il 2019 e ora, dopo due proroghe, per il gennaio 2023. In questi anni, mentre l’obiettivo si allontanava, diversi elementi al contorno sono cambiati e vale la pena provare a fare il punto.
Nel corso della pandemia da Covid-19, qualcuno ha parlato di "emergenza dimenticata" con riferimento al cambiamento climatico. Eppure, mentre il mondo sottovalutava le conseguenze dei processi esponenziali ed imparava a fronteggiare un'emergenza globale, il processo di decarbonizzazione avanzava nonostante il calo della domanda energetica, gli obiettivi europei diventavano ancora più ambiziosi (55% di elettricità da rinnovabili entro il 2030) e gli Stati Uniti tornavano nell'Accordo di Parigi. Tuttavia, nonostante un’incoraggiante dinamica globale e le risorse del NextGeneration EU, le rinnovabili nel nostro Paese rischiano di restare al palo.
Quello delle Unità Virtuali Abilitate Miste (UVAM) è un progetto pilota, nato dalla Delibera ARERA 300/2017, nel quale si sperimenta la partecipazione di “risorse distribuite” (unità di consumo, generatori, sistemi di accumulo) al Mercato dei Servizi di Dispacciamento (MSD) per il sistema elettrico. Queste unità possono operare a livello di un singolo punto di connessione o sotto la forma di un aggregato, purché tutto localizzato entro un determinato perimetro geografico, grossomodo corrispondente ad una Regione italiana.
Il futuro energetico del Vecchio Continente è destinato sempre di più a essere dominato dal vettore elettrico, in una logica di elettrificazione dei consumi. Considerata anche la sempre maggiore diffusione delle fonti pulite, l’elettricità nei prossimi decenni assicurerà anche una buona parte dei fabbisogni termici europei, nonché sarà protagonista della rivoluzione dei trasporti.