A chi segue con regolarità i processi di decarbonizzazione dei sistemi elettrici, il Piano Nazionale Integrato Clima ed Energia (PNIEC) non dice molto di nuovo. Sarà l’effetto di uno sguardo inevitabilmente veloce a un documento che si compone di 415 pagine articolate secondo una struttura espositiva poco lineare, ma sembra il compito diligentemente svolto da tre Ministeri per soddisfare le scadenze previste dall’Unione Europea. La prima impressione è che la sua lettura rischi di ingenerare più confusione che chiarezza sulle strategie che si intendono perseguire. E più scoramento che fiducia sulla realizzazione degli obiettivi.
Lo shock legato al tentativo di golpe, materializzatosi in Russia il 24 giugno, ha investito i mercati di energia e gas? Il gruppo paramilitare Wagner, noto per le sue efferatezze, per gli innumerevoli interessi africani (Sudan, Mali, Repubblica Centrafricana) e, al contempo, per la relativa efficacia in combattimento sul fronte ucraino, ha inaspettatamente dichiarato un’insurrezione militare contro il ministero della Difesa e lo Stato Maggiore dell’Esercito, contro i quali era ai ferri corti da mesi nel quadro di fortissime rivalità e accuse di boicottaggio circa i rifornimenti militari necessari.
In June 2022, the Spanish government (along with that of Portugal) introduced a cap on the price of gas that enters the generation of electricity. The measure was taken after a long period of negotiations with the European Commission, since it represented an exception vis-à-vis the internal market, thereby requiring prior agreement within the EU.
Germany’s so-called national “price brakes” on gas and electricity agreed at the end of 2022 are the single largest financial support measure the country has taken so far to shield energy customers from skyrocketing prices in the wake of Russia’s war on Ukraine. Contrary to the EU-wide gas price cap, the German subsidy does not set a ceiling for purchases on international markets but rather ensures that customers can cover most of their demand at a fixed rate if market prices exceed a certain threshold.
I "freni ai prezzi" su gas ed elettricità approvati in Germania alla fine del 2022 sono la più grande misura di sostegno finanziario che il paese abbia adottato finora per proteggere i consumatori energetici dai rialzi susseguenti lo scoppio della guerra della Russia contro l'Ucraina. A differenza del price cap al gas concordato a livello UE, il sussidio tedesco non fissa un tetto per gli acquisti sui mercati internazionali, ma garantisce ai clienti di coprire la maggior parte della loro domanda ad un costo fisso, qualora i prezzi di mercato superano una certa soglia.
Nel giugno 2022, il governo spagnolo insieme a quello portoghese ha introdotto un tetto al prezzo del gas utilizzato nella generazione elettrica. La misura è stata adottata solo dopo un lungo periodo di trattative con la Commissione europea, in quanto, rappresentando un'eccezione rispetto alle regole del mercato interno, ha richiesto un accordo preventivo all'interno dell'UE.
La conclusione di un anno così complesso come il 2022 richiede di redigere un “bilancio energetico”. Il primo punto di attenzione è che l’anno appena trascorso ha evidenziato con sempre maggior vigore la stretta relazione tra energia e geopolitica. L’ultimo tassello del conflitto russo-ucraino, iniziato nel 2014 e culminato con l’invasione del febbraio 2022, ha inasprito i già complessi equilibri per l’approvvigionamento del gas naturale e messo in luce la fragilità europea in termini di dipendenza energetica. Alle soglie del 2022, circa il 50% del gas naturale importato dall’Europa proveniva dalla Russia.
C'è particolare attenzione intorno alle previsioni sul settore dell'energia elettrica dopo i forti aumenti dei prezzi avvenuti nell’ultimo anno. Non sorprende che nella Eurobarometer survey sui Key challenges of our time, condotta nell’autunno 2022, le prime due preoccupazioni espresse da un campione di cittadini UE siano l’incremento nel costo della vita (42%, in salita di 8 punti dalla rilevazione precedente) e le forniture energetiche (29%, +1 punto).
Le dichiarazioni della Presidente della Commissione Europea durante il discorso sullo stato dell'Unione hanno introdotto formalmente nell'agenda energetica comunitaria il tema del disaccoppiamento tra il prezzo del gas naturale e quello dell'elettricità, di cui in realtà si discuteva a livello informale già da mesi.
Invocato dai governi di mezza Europa, il disaccoppiamento del prezzo del gas naturale da quello dell'elettricità è uno di quegli argomenti complicati da maneggiare, perché, a fronte di grandi aspettative condivise, c'è una grande confusione riguardo alla cornice tecnica.
L’aumento vertiginoso del prezzo dell’energia che grava sull’Europa non sta risparmiando il settore industriale. Al pari delle famiglie, le imprese dell’industria meccanica italiana rappresentata da Anima Confindustria si trovano a dover fronteggiare le bollette di elettricità e gas sempre più elevate che, unite al rincaro dei materiali e ai fenomeni inflativi, rendono più complessa la sopravvivenza in un mercato fortemente instabile. Molte aziende rischiano il fermo della produzione, o addirittura la chiusura.