Questo è un periodo che decisamente riserva tante brutte sorprese. Il mese di aprile in Francia è cominciato male. Il gestore della rete elettrica RTE chiede esplicitamente ai francesi di...diminuire il consumo elettrico. Il comunicato di RTE è molto chiaro: “A causa di temperature più basse della media, il consumo di elettricità sarà elevato lunedì 4 aprile 2022 e potrebbe raggiungere 73.000 MW entro le 09:00.
Le emissioni di gas serra rilasciate dal gas naturale costituiscono ormai da tempo un forte incentivo a ridurne i consumi. Tuttavia, i forti aumenti dei prezzi registrati nel 2021 e l'invasione russa dell'Ucraina nel 2022 hanno reso il gas naturale una fonte costosa e insicura, incentivando ancora di più una sua sostituzione con fonti di energia più pulite, più economiche e più sicure. In questo quadro si inseriscono le proposte dei sostenitori dell'energia nucleare che ambiscono a una rapida espansione dell’atomo come risposta politica alla crisi attuale.
Intervista a Cristian Fabbri, Direttore Centrale Mercato del Gruppo Hera
Ne parliamo con Cristian Fabbri, Direttore Centrale Mercato del Gruppo Hera, che con oltre 3,4 milioni di clienti energy, è il terzo player nazionale per vendita di gas ed energia elettrica.
Intervista a Massimo Ricci, Direttore Divisione Energia di ARERA
Il tema più caldo del momento è di certo il caro energia. Ne abbiamo ampiamente parlato con Massimo Ricci, Direttore Divisione Energia di ARERA, mettendo a fuoco le misure attivate da ARERA per contenere gli effetti collaterali di questa fase e ragionando a 360° sia sulle cause che possono aver determinato l’escalation dei prezzi sia sulle possibili soluzioni. Si evidenzia una condizione critica che coinvolge tutto il settore, dai consumatori alle società di vendita.
L’industria ceramica italiana, che negli ultimi 5 anni precedenti la pandemia ha investito 2,2 miliardi di euro in impianti nuovi e più efficienti, ha chiuso il 2021 con una crescita del fatturato nell’ordine del +12% rispetto al 2019, arrivando a superare i 6 miliardi di euro. Si tratta di una crescita reale, verificatasi sia in Italia che all’estero, trainata soprattutto dalle peculiarità della piastrella di ceramica.
La ripresa delle grandi economie mondiali (Stati Uniti, Cina e India in particolare) ha determinato un forte aumento della domanda di gas. Il quadro geopolitico, con le crisi in Kazakistan e Ucraina, sta esacerbando le tensioni sui prezzi. Il costo dell’energia elettrica sale perché è aumentato di oltre quattro volte il prezzo del gas rispetto alla media degli ultimi anni (oggi è di 85 €/MWh a fronte di 20 €/MWh in media negli scorsi anni) con cui viene prodotta la maggior parte dell’elettricità in Italia e in molti Paesi europei.
Nonostante gli effetti devastanti del Covid-19 sull’economia, sia diretti (lockdown) che indiretti, il 2020 ha globalmente registrato un ulteriore record nella stipula di PPA. Secondo i dati resi noti da Bloomberg: 23,7 GW, con incremento del 17,9% sul 2019 (20,1 GW). Un risultato oltre tutto conseguito malgrado il robusto calo dell’apporto del continente americano: 13,6 GW contro i 16,3 GW dell’anno precedente, su cui ha soprattutto pesato la diminuzione dei PPA stipulati negli Stati Uniti (11,9 GW), che erano i tradizionali motori della loro crescita.
Il contributo della domanda di energia elettrica della Pubblica Amministrazione (PA) viene ritenuto molto utile per favorire la partenza e la diffusione dei Renewable PPA.
La domanda riferibile alle amministrazioni pubbliche, infatti, ammonta a 4,5 TWh, a cui si aggiungono 6 TWh di illuminazione pubblica.
I PPA sono contratti di medio e lungo termine tra i produttori e gli acquirenti di energia, che possono farlo ad un prezzo fisso o indicizzato. Esistono nel mercato da sempre, sono usati in altri ambiti e stipulati all’interno del settore delle commodities e quindi dell’Oil&Gas. Adesso sono diventati una norma anche per le rinnovabili. Perché?
Nel mese di novembre, alla vigilia della stagione invernale, i prezzi sulla borsa elettrica hanno aggiornato nuovamente il massimo storico: 226 €/MWh.
Si tratta del culmine, finora, di una fase di rialzi che prosegue da un anno e mezzo e dalla scorsa estate è divenuta un vero e proprio rally. Il record di novembre, infatti, è il quinto consecutivo dopo i 102,65 di luglio, i 112,4 di agosto, 158,6 di settembre e i 217,6 di ottobre.