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ACQUA & AMBIENTE | 60 ARTICOLI

Ma l’acqua è ancora pubblica?

Mentre il mondo intero era distratto da altre faccende, la giunta comunale di Torino ha trovato il modo di riunirsi per deliberare la trasformazione della SMAT – società 100% pubblica, detenuta per quasi il 70% dal comune di Torino e per il resto dagli altri comuni soci – in azienda speciale di diritto pubblico. Non è ancora fatta - dovrà essere acquisito l’assenso anche di altri soci di minoranza, essendo il quorum per decidere pari al 75%: molti hanno annunciato battaglia, ma la via pare segnata.

Acqua: serve un testo unico che tuteli le risorse per le generazioni future

L’acqua, fonte di vita, tra tutte le risorse del pianeta è certamente la più preziosa che abbiamo. È un bene inalienabile ma non inesauribile, da non sprecare e da salvaguardare. Il 22 marzo si è celebrata la giornata mondiale dell’acqua, il tema di quest’anno è “Natura e cambiamento climatico”. Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Qualità dell’aria e motori: a che punto siamo?

Partiamo da un concetto che spesso si dà per scontato. Cosa si intende con il termine inquinamento?

Quando si parla di inquinamento fondamentalmente si sta parlando di concentrazioni elevate in atmosfera di sostanze dannose, che possono avere risvolti negativi sia a livello locale che globale. Tra le varie sostanze che ISPRA tiene sotto controllo vi sono principalmente quelle direttamente correlate alla qualità dell'aria che respiriamo nelle aree in cui viviamo, lavoriamo, trascorriamo le vacanze.

Blue Book 2019: lo sviluppo delle infrastrutture in ambito idrico

La Fondazione Utilitatis pro acqua energia ambiente è stata costituita con l’obiettivo di condurre studi sui servizi pubblici locali attraverso la divulgazione di ricerche e la creazione di spazi di approfondimento su specifici temi, economici e giuridici. È in via di pubblicazione il Blue Book - la monografia sull’industria del servizio idrico integrato- che giunge quest’anno all’11° edizione e di cui si illustra nel seguito un’anticipazione dei principali argomenti trattati.

Il divario tra Nord e Sud in materia di acqua

Nonostante i progressi compiuti e il ruolo svolto dall’ARERA nel miglioramento di un settore critico sotto diversi aspetti, i dati più recenti evidenziano un divario significato nel livello di servizio idrico e nella capacità di realizzazione degli investimenti fra alcune aree - localizzate in gran parte nell’Italia Meridionale e Insulare - e il resto del paese. Questo, pur in presenza di significative risorse a fondo perduto concentrate nelle aree deboli. Per ridurre questo “Water Service Divide”, le ultime Leggi di Bilancio hanno introdotto alcuni interventi strutturali, che dovrebbero essere resi operativi nei prossimi mesi.

L’UE e il paradosso della sostenibilità, ovvero non entri chi non conosce la geometria

Di certo, qualora vi fosse un'area di leadership che l'Unione Europea, tra le mille astenie e divisioni interne, può vantare, essa è rappresenta dalle policy a favore dell'ambiente e della sostenibilità. Da Kyoto in poi la sua azione a favore di vincoli stringenti alla riduzione delle emissioni è stata continua. Lo stesso target dei 2° C, fulcro dell'Accordo di Parigi, è stato proposto dall'Unione Europea nel lontano 1996. In altri termini, ci sono voluti 20 anni prima che gli altri paesi si allineassero all'Europa. Ciò che si evince studiando target, strategie e documenti della UE è che essa crede con fermezza nell'eden della sostenibilità.

La riforma del settore idrico che sfascia tutto per non cambiare niente

Sfasciare tutto per non cambiare niente. La proposta di legge sull’acqua, che ha come prima firmataria la deputata Federica Daga, ha un obiettivo dichiarato: riportare in mani pubbliche il sistema idrico. Per raggiungerlo si affida a tre strumenti: la cessazione anticipata delle concessioni in essere, l’obbligo per i soggetti gestori di assumere una forma giuridica pubblicistica (ente pubblico o azienda speciale), e il trasferimento dei poteri in materia tariffaria dall’ARERA al Ministero dell’Ambiente, nonché del finanziamento degli investimenti dalla tariffa alla finanza pubblica.

Riforma del servizio idrico: quanto ci costa?

Un ingente costo per le casse dello Stato, un ritorno indietro di quasi 30 anni e la reintroduzione di quei vincoli che sono all’origine del gap infrastrutturale oggi esistente. Sono alcuni dei possibili effetti della Proposta di Legge Daga su un comparto, quello del servizio idrico integrato, che negli ultimi anni si è messo in movimento secondo una logica industriale, aumentando gli investimenti e migliorando il servizio offerto.

Bene comune, mezzo gaudio

Tra le tante frottole con cui i “benecomunisti” hanno inondato il discorso pubblico in materia di acqua una è particolarmente tenace. Il voto di massa del popolo italiano contro “la privatizzazione” sarebbe stato tradito, si afferma, in quanto i servizi continuano ad essere gestiti da società per azioni – entità malefiche costituite a fini di lucro. Non rileva che l’azionista sia quasi ovunque un soggetto pubblico, e che l’eventuale distribuzione di ancor più eventuali utili sia comunque destinata alle casse dei comuni (e qualora non bastasse la volontà politica di non farlo, possa ben soccorrere una norma statutaria o un patto parasociale).

La Legge DAGA e la “folle” rinuncia alla regolamentazione indipendente

Il sistema dell’acqua ha fatto notevoli passi avanti dal 2011 ad oggi, con l’avvio della regolazione nazionale affidata, dalla Legge n. 214 “Salva Italia”, ad AEGSI - oggi ARERA (l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) - che ha assicurato stabilità tariffaria e crescita degli investimenti. Questi ultimi sono passati da 1,2 a 3,6 miliardi di euro, con un tasso di realizzazione notevole (quasi il 90% di quelli previsti). Il sistema ha avuto ulteriore impulso con la sentenza del Consiglio di stato n. 2481 del 2017 che ha sancito la completa legittimità e coerenza con l’esito del referendum della regolazione nazionale e ha demolito una serie di insulse interpretazioni economiche portate avanti dai ricorrenti.

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