::

ARCHIVIO | 150 ARTICOLI

Il MEPC 80 e la strategia per ridurre le emissioni del settore marittimo

Il Marine Environment Protection Committee (MEPC) è il comitato dedicato alle tematiche ambientali sotto l’egida dell’Organizzazione Marittima Internazionale nota come IMO (International Maritime Organization). Fra i compiti che fanno capo al MEPC rientra il controllo e la prevenzione dell’inquinamento generato dalle navi così come previsto dalla Convezione MARPOL, vale a dire petrolio, prodotti chimici trasportati alla rinfusa (non imballati), acque reflue, rifiuti nonché le emissioni prodotte dalle navi, compresi gli inquinanti atmosferici e i gas serra.

L’importanza di decarbonizzare il trasporto marittimo nel Mediterraneo

I porti costituiscono un elemento vitale dell'economia dell'Unione Europea, coprendo circa il 75% del commercio extra-UE e il 36% del commercio intra-UE. A livello europeo, la principale infrastruttura è sicuramente rappresentata dal porto di Rotterdam, che detiene la capacità di transito di merci più elevata d'Europa: fra i porti italiani, Gioia Tauro è tra i primi 10 in Europa per capacità di transito. A questo fondamentale ruolo economico è tuttavia associato un rilevante impatto sull'ambiente: le navi sono responsabili del 13,5% delle emissioni di gas a effetto serra, generate dai diversi mezzi di trasporto nell’UE. Nello specifico, i porti rappresentano significative fonti di gas climaalteranti: il già citato porto di Rotterdam, ad esempio, emette 13,7 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, rendendolo il porto a maggior impatto di emissioni ad effettp serra del Vecchio Continente. 

Le materie plastiche tra innovazione, politiche UE e consapevolezza diffusa

I cambiamenti in atto in molti settori, sia indotti dalle politiche ambientali europee che dovuti all’evoluzione tecnologica e di mercato, assumono profili peculiari nel comparto delle materie plastiche. L’industria delle plastiche, infatti, comprende materiali, applicazioni e prodotti molto diversificati e, oltre a risentire dell’attuale quadro macroeconomico, vede un’accelerazione nell’innovazione tecnologica e una forte pressione dagli obiettivi UE, connessa a una crescente tendenza “plastic free”.

Riciclo e recupero, sebbene fondamentali, non sono gli unici tasselli dell’economia circolare

È opportuno chiarire fin dal principio che sarebbe riduttivo identificare l’economia circolare unicamente con le attività di riciclo e recupero dei rifiuti. Queste ultime, sebbene fondamentali, sono infatti solo uno dei numerosi tasselli che compongono il paradigma dell’economia circolare, forse uno dei più ampi e complessi concetti con cui ci stiamo confrontando negli ultimi anni. Riciclo e recupero dei rifiuti sono due termini che identificano rispettivamente tutte le attività di recupero di materia e quelle di “altro tipo”, ovvero sostanzialmente il recupero di energia.

Il sistema italiano di gestione dei RAEE: urge aumentare i volumi avviati a riciclo

La gestione dei rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in Italia si fonda sull’attività responsabile e capace dei diversi attori della filiera, che agiscono in maniera sinergica dando vita ad un vero e proprio sistema. Al centro del sistema, multiconsortile e regolamentato, vi è il Centro di Coordinamento RAEE, ente che opera sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica e di quello delle Imprese e del made in Italy, con l’obiettivo di ottimizzare la raccolta, il ritiro e la gestione dei RAEE a livello nazionale.

Biometano nei combustibili: un esempio di economia circolare

La transizione verso un'economia più sostenibile è diventata una priorità mondiale negli ultimi anni. Nonostante l'aumento del peso delle energie rinnovabili nel mix energetico globale e l'incremento dell'efficienza energetica, le emissioni di CO2 continuano a salire. Ciò è in parte dovuto al fatto che, nonostante la loro crescita, le energie rinnovabili non riescono ancora a soddisfare completamente l'aumento della domanda energetica.

Energia dalla biomassa di scarto derivante dall’industria di produzione della carne

Il cambiamento climatico ha avuto un impatto sull'ambiente a livello globale con conseguenze negative sulla disponibilità di acqua e sulla produttività agricola. Inoltre, la crescita della popolazione ha fatto aumentare la domanda locale di risorse alimentari ed energetiche e induce un impatto negativo sugli ecosistemi a causa dell'accumulo di rifiuti e delle emissioni di gas serra.

L’Italia alla prova della crisi

Un anno e mezzo, 93 miliardi di euro e un rigassificatore galleggiante più tardi, l’Italia del “dopo Ucraina” assomiglia ancora molto, forse troppo, all’Italia del “pre-Ucraina”. Con una cruciale differenza: la sicurezza energetica è tornata a essere uno dei fattori che, nella testa dei decisori politici e dunque anche degli imprenditori, condizionerà le scelte di politica energetica negli anni a venire. In questi mesi l’Italia sta entrando in una fase di transizione, che segna il passaggio da una fase di crisi acuta a una di cambiamento strutturale e riassestamento economico.

La ridondanza fossile

La transizione “ecologica” è, appunto, transizione. Un processo in cui il fossile si ritira progressivamente dalla scena mantenendo nel mentre un suo ruolo in commedia. Quale sia il ruolo del fossile nell’uscita di scena lo definiscono poi la celerità degli investimenti sostitutivi ed il progresso di tecnologia; e i tempi dell’uscita li dettano la capacità di costruire nuova generazione e la velocità di sostituzione dei convertitori, inclusi quelli domestici (dall’auto al boiler alla cucina a gas). In un mondo che si avvia a 9 miliardi di abitanti direi nulla di possibilmente immediato.

La crisi e le conseguenze sul funzionamento del mercato gas

Non succede mai niente, ma quando succede, succede tutto assieme. Si potrebbe raccontare così l’esperienza vissuta sui mercati energetici a partire dalla seconda metà del 2021, quando i prezzi del gas – e conseguentemente dell’energia elettrica – sono saliti sull’ottovolante.

Breve riassunto: tre anni fa, a giugno 2020, nel pieno del Covid, il TTF si scambiava a 5 €/MWh. Fast forward: a giugno 2021 sfondava la barriera psicologica dei 30 €/MWh.

Page 15 of 15 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 »
Execution time: 355 ms - Your address is 18.220.152.248