La transizione verso un'economia più sostenibile è diventata una priorità mondiale negli ultimi anni. Nonostante l'aumento del peso delle energie rinnovabili nel mix energetico globale e l'incremento dell'efficienza energetica, le emissioni di CO2 continuano a salire. Ciò è in parte dovuto al fatto che, nonostante la loro crescita, le energie rinnovabili non riescono ancora a soddisfare completamente l'aumento della domanda energetica.

Il rapporto sulla transizione energetica di McKinsey, pubblicato lo scorso dicembre, evidenzia che le energie rinnovabili sono state in grado di coprire meno del 40% dell'aumento della domanda energetica, che ammonta a 74 exajoule (EJ). Secondo le previsioni, se il tasso attuale di sviluppo delle rinnovabili si manterrà tale, la loro quota raggiungerà solo il 22% entro il 2030, con conseguente aumento della temperatura di 3°C entro il 2050. Al contrario, rispettando gli obiettivi di riduzione delle emissioni e promuovendo maggiormente l’adozione delle energie rinnovabili, si potrebbe superare il 40% entro il 2030, limitando l'aumento della temperatura tra i 2° e i 2,5°C.

Dati che supportano la tesi, che, nonostante i progressi, esiste ancora una significativa dipendenza dai combustibili fossili. Tra             questi ultimi, il gas è la fonte fossile preferita, promossa come un'alternativa più pulita rispetto al carbone e al petrolio, poiché presenta minori emissioni di carbonio. Nonostante le previsioni a lungo termine indichino una significativa riduzione dell'uso del gas naturale, è evidente che per i prossimi anni continuerà a svolgere un ruolo cruciale nell'approvvigionamento energetico globale.

In questo contesto, e nell’ottica di ridurre ulteriormente le emissioni, l'utilizzo del biometano si presenta come un’alternativa promettente oltre ad essere conveniente, anche dal punto di vista economico. Il biometano è un gas rinnovabile ottenuto dalla decomposizione della materia organica attraverso la digestione anaerobica. Questo processo coinvolge batteri che degradano rifiuti organici come scarti alimentari, letame  e biomasse in assenza di ossigeno. Il carbonio contenuto nel biometano è stato precedentemente assorbito dalla materia organica durante la sua crescita, creando un ciclo di carbonio chiuso che contribuisce a una significativa riduzione dell'impatto ambientale. Durante la digestione anaerobica, i batteri producono biogas. Quest’ultimo può poi essere sottoposto a un processo di purificazione e raffinazione per ottenere biometano di alta qualità, utilizzabile come fonte di energia rinnovabile.

Come affermato anche da Francesco Ometto, Sustainability Specialist presso McKinsey, durante un suo recente seminario tenutosi presso il BiT-RG di Unitelma Sapienza proprio su questi argomenti, “La produzione di biometano è in forte espansione in tutta Europa. Per decenni abbiamo avuto a disposizione questa tecnologia, ma solo negli ultimi anni abbiamo assistito a un significativo incremento della produzione. La prospettiva è che il biometano coprirà entro il 2050 circa la metà della domanda europea di gas naturale, ciò anche a fronte della prevista riduzione nei consumi complessivi”.

L'utilizzo del biometano offre numerosi vantaggi. Ha le stesse funzionalità del gas naturale e può essere facilmente integrato nelle infrastrutture esistenti per riscaldamento, produzione di energia e trasporti. È una migliore alternativa sostenibile per settori ad alta intensità energetica, come l'industria marittima, siderurgica o di produzione della carta. Il biometano consente anche la gestione dei rifiuti organici attraverso un approccio di bioraffineria. La digestione anaerobica produce energia rinnovabile e riduce la quantità di rifiuti destinati alle discariche, generando anche prodotti secondari come i biofertilizzanti. Questi benefici si estendono anche al livello sociale, con un aumento della sicurezza energetica e la creazione di nuovi posti di lavoro.

Tuttavia, ci sono ancora ostacoli da superare per promuovere l'ampio utilizzo del biometano. Uno di questi è la disponibilità di una quantità sufficiente di materia prima per la produzione del biometano. È necessario sviluppare sistemi efficienti di raccolta e gestione dei rifiuti organici per garantire un approvvigionamento costante di materia prima. Inoltre, è fondamentale avere il sostegno politico e regolamentare per incentivare l'utilizzo del biometano, promuovendo gli investimenti nel settore e accelerando la sua adozione come fonte energetica alternativa.

Un recente studio di economia comportamentale – condotto sempre nell’ambito del Gruppo di Ricerca sulla bioeconomia circolare in UnitelmaSapienza (BiT-RG), Caferra, D’Adamo e Morone, Energy 263 (2023) – ha evidenziato che le tecnologie di trasformazione dei rifiuti in energia, come gli impianti di produzione di biogas e biometano, continuano ad incontrare resistenze da parte dei consumatori. Lo studio ha rilevato che tale scetticismo è spesso legato a una conoscenza limitata dei potenziali rischi ambientali e sanitari, ed è principalmente causata dalla sfiducia nelle capacità dei decisori politici di gestire tali tecnologie in maniera pulita e sicura per la popolazione. Nonostante ciò, i consumatori considerano la tecnologia stessa adeguata e sufficientemente sviluppata. Pertanto, è cruciale che i policy maker dimostrino un’appropriata capacità di gestire e manutenere gli impianti, al fine di superare le preoccupazioni e la sfiducia dei cittadini.

L'Unione Europea ha posto obiettivi ambiziosi per il biometano: 32 miliardi di metri cubi entro il 2030 a fronte degli attuali  3,5 miliardi di metri cubi. Ciò implica che gli Stati membri e gli attori del settore dovranno compiere sforzi considerevoli. Nonostante ci siano importanti incentivi in atto e la produzione di biometano stia crescendo rapidamente in molti paesi, inclusa l'Italia, il ritmo attuale è ancora troppo lento per raggiungere l'obiettivo del 2030.

La sfida del biometano rappresenta un'opportunità per l'economia circolare e la transizione verso un sistema energetico più sostenibile. Utilizzando il biometano, possiamo ridurre ulteriormente le emissioni di CO2, diminuire la dipendenza dai combustibili fossili e gestire in modo efficace i rifiuti organici. È essenziale che governi, istituzioni e attori del settore collaborino per creare un ambiente favorevole alla produzione e all'utilizzo del biometano, promuovendo l'innovazione e adottando politiche adeguate.

Il biometano è un esempio concreto di come l'economia circolare possa contribuire alla sostenibilità energetica, offrendo una soluzione ecologica, conveniente ed efficiente per le sfide attuali. La sua adozione su larga scala ci avvicinerà a un futuro più sostenibile, in cui le rinnovabili saranno la principale fonte di energia e le emissioni di CO2 saranno drasticamente ridotte. Sfruttare appieno il potenziale del biometano e trasformarlo in una realtà concreta ci porterà verso un futuro energetico più verde e circolare.