Il Marine Environment Protection Committee (MEPC) è il comitato dedicato alle tematiche ambientali sotto l’egida dell’Organizzazione Marittima Internazionale nota come IMO (International Maritime Organization). Fra i compiti che fanno capo al MEPC rientra il controllo e la prevenzione dell’inquinamento generato dalle navi così come previsto dalla Convezione MARPOL, vale a dire petrolio, prodotti chimici trasportati alla rinfusa (non imballati), acque reflue, rifiuti nonché le emissioni prodotte dalle navi, compresi gli inquinanti atmosferici e i gas serra.

 

L’ottantesima sessione del MEPC, ovvero l’ultima, riunitasi a Londra dal 3 al 7 luglio 2023 ha inoltre adottato la Strategia IMO 2023 sulla riduzione delle emissioni di gas serra dalle navi, rafforzando gli obiettivi per abbattere le emissioni nocive per l’ambiente. La strategia dell’IMO, rivista rispetto alle versioni precedenti dopo mesi di negoziazioni, punta all’ambizioso obiettivo di azzerare le emissioni nette di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale entro il 2050 (con obiettivi intermedi) anche attraverso l’impiego di combustibili alternativi a basse o nulle emissioni entro il 2030.

 

In particolare, la nuova strategia IMO sulle emissioni prevede:

 

  1. di rafforzare il contributo dell'IMO agli sforzi globali di contenimento delle emissioni di gas serra, gestendo al meglio quelle derivanti dal trasporto marittimo internazionale. Gli sforzi internazionali volti ad affrontare le emissioni di gas serra includono l’Accordo di Parigi e i suoi obiettivi, così come l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile che, fra i suoi Sustainable Development Goal, include: “Adottare azioni urgenti per combattere il cambiamento climatico e i suoi impatti” (n. 13);
  2. di identificare le azioni che devono essere implementate dal settore, affrontando gli impatti sugli Stati e riconoscendo il ruolo fondamentale che il settore stesso ha nel sostenere lo sviluppo continuo del commercio globale e dei servizi di trasporto marittimo; e
  3. di individuare azioni e misure, ove opportuno, per contribuire al raggiungimento degli obiettivi di cui sopra, compresi gli incentivi per la ricerca e lo sviluppo e il monitoraggio delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale.

 

Concretamente, gli obiettivi della nuova strategia IMO sono quantificabili come segue:

 

1)    diminuire l'intensità carbonica delle navi, grazie ad un ulteriore miglioramento dell'efficienza energetica per le imbarcazioni nuove da raggiungere rafforzando i requisiti di efficienza energetica in fase di progettazione;

2)    diminuire l’intensità carbonica del trasporto marittimo internazionale per ridurre le emissioni di CO2 per “transport work” (massa del carico x distanza percorsa con il carico) di almeno il 40% entro il 2030 rispetto alla media del 2008;

3)    adottare tecnologie, carburanti e/o fonti di energia con emissioni di gas serra pari a zero o prossime allo zero al fine di incrementarne l’utilizzo in modo da coprire, entro il 2030, almeno il 5% (puntando al 10%) dell’energia utilizzata dal trasporto marittimo internazionale;

4)    raggiungere il prima possibile il picco delle emissioni di gas serra derivanti dal trasporto marittimo internazionale per poi puntare all'azzeramento netto entro o intorno al 2050, tenendo conto dei diversi contesti nazionali. Nel frattempo, vengono fissati come obiettivi intermedi una riduzione pari ad un minimo del 20% (preferibilmente il 30%) rispetto alla media del 2008 entro il 2030 e ad un minimo del 70% (preferibilmente l’80%) entro il 2040.

 

La strategia sui gas serra dell’IMO è soggetta a revisione quinquennale e la prima è prevista per il 2028. Se ne occuperà il MEPC definendone anche l’ambito e i termini di riferimento.

 

L’ultima sessione del MEPC, oltre che la revisione della strategia sulle emissioni, ha toccato diversi altri temi: efficienza energetica delle navi, con l’approvazione della bozza di emendamento circa il sistema di raccolta dati (DCS) relativo al consumo di olio combustibile delle navi; gestione delle acque di zavorra; gestione del biofouling, ovvero degli impatti dovuti alla presenza e alla proliferazione di organismi indesiderati sulle strutture che emergono dall’acqua; generazione di rumore sottomarino: il MEPC si è occupato della revisione delle linee guida relative alla sua riduzione nella navigazione per scopi commerciali, al fine di gestire meglio gli impatti negativi sulla vita marina. Inoltre, si è discusso di lotta ai rifiuti marini  e il  MEPC ha approvato l’emendamento al protocollo MARPOL I che fa riferimento a una procedura per segnalare i container smarriti. I container persi in mare, infatti, possono rappresentare un grave pericolo per la navigazione e la sicurezza, nonché per l'ambiente marino. Un’altra tematica è quella relativa al ship to ship transfer: la proposta di risoluzione dell'Assemblea punta ad affrontare i potenziali rischi ambientali, le conseguenze e le preoccupazioni per la prevenzione globale dell'inquinamento marino nonché a definire responsabilità e regimi di compensazione correlati all'aumento dei trasferimenti da nave a nave in mare.

Infine, un’attenzione particolare è stata riservata ad aree speciali: dal 1° gennaio 2025, il  Mar Rosso e il Golfo di Aden rientrano tra le aree speciali ai sensi degli allegati I e V della Convenzione MARPOL, richiedendo pertanto un più alto livello di protezione.

 

La traduzione in italiano è stata curata dalla redazione di RiEnergia. La versione inglese di questo articolo è disponibile qui